, a quel vocione cupo cupo, rabbrividì: - Povero a me! Son capitato alle mani dell'Orco! L'Orco, era proprio lui! Se lo mise sotto braccio come un
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arrostire vivo vivo. Son passati due giorni. Il povero sarto non rispondeva; si struggeva in lagrime, pensando alla figliuola senza braccia, di cui
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vestiti. - Sono Fata Fiore; mi chiamano così perché un mese son creatura vivente e un mese Fiore: è il mio destino. Tu mi hai raccolto, mi hai ripulito
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corni dell'abbondanza. Se Vostra Maestà non li vuole, son pronto a riprenderli. - Riprendili pure. Il Re, non trovando da ridire, fece rilasciare il
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la vuol cruda, chi la vuol cotta, Ora mi spetta la Reginotta. Se non son Reuccio, sono Principe, e posso imparentarmi col Re. E vi farò vedere che
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dovresti fargli la coda d'oro, Gessaio. La mattina dopo egli si presentò con l'asino a palazzo. - Maestà, son venuto pel mio carico d'oro. - Te ne do
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guasto, formaggio inverminito, frutta mézza. - Siete contento, Mastro Acconcia-e-guasta? - Se son contento io, non saran contenti gli altri. - Perché
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, li ribaciava, li bagnava di lagrime. - E alla gente che dirai? - Dirò che Bambolina è caduta in mare e se la son mangiata i pesci. Il pescatore
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. Quante tombe ignorate! Quanti libri, che non si leggono più! Ma vi sono le tombe illustri, davanti alle quali centinaia di generazioni si son già
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il pelo. - E tu? - Dammi una mano che ti faccia sentire fin dove son bagnato. La Mora alzò le spalle voltandosi a guardare negli occhi Ghino, che le
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. - Inezie, Rokoff. - Saranno tali forse per i cinesi: già, son così tanti, che diecimila più o meno non contano. - Non dire però male dei cinesi quando
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. - Quelle facce smorte m'avrebbero fatto perdere l'appetito. Sai che son ben brutti questi tibetani, specialmente quando caccian fuori le loro lingue
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paradiso dell'Illuminato - aveva risposto il monaco. - Io l'ho appresa da un tartaro e son ben felice di conoscerla, perché mi permette di farmi
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