Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta

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Misteri del chiostro napoletano 14 occorrenze
  • 1864
  • G. Barbèra
  • Firenze
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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sinistro della tempesta. Facili a dissiparsi son le tracce che imprime la sventura nella puerile età. Presentiva io forse allora le tempeste e i guai che

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l'impressione: sentii cadere un bacio sulle mie labbra..... spalancai gli occhi esterrefatta, e vidi l'Angiola Maria, che mi diceva: "Non aver paura, son io

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nella sua infinita misericordia Cristo si elesse per ispose tra quelle che son venute dalla costola d'Adamo, sicure di non poter essere sfrattate

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' loro vini; ed io son Napoletana. Accesa di sdegno, mi portai subito dalla badessa; le espressi la mia compiacenza, pel congedo de' chierici, ma non

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io sono in procinto di lasciare San Gregorio." "Son già passati dei mesi dacchè siete pronta a partire, ma chi sa se ve lo permetteranno?" Il giorno

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nulla: almeno così mi disse. - Son tutti d'una buccia. È certo però, che nella confessione io m'era fatta una legge di non rivelargli, se non le mere

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ne dicono tante e tante sul conto suo; ma.... le male lingue son per tutto." "Sì, sì, dicono ch'ell'è un'anima dannata." "Ohibò! tutt'altro. È piena

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, quando diceva lo Stato son io, di quello che non fosse la condottiera del partito fanatico, cioè la badessa, nel sentimento del proprio dominio. Sveglia

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noi una dopo l'altra, finchè al compratore non piaccia la mercanzia. Ora dovete sapere, che quella furbacchiona, le prime che chiama al parlatorio son

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ai suoi parenti. Indi volta al commissario, "Spero," dissi, "che sapendo di chi io son figlia; non vorrete farmi fare il tragitto a piedi." "Nè

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, e più forte: "Enrichetta!" "Son qui:" gli dissi..... "son qui. Che desiderate, padre dolcissimo?" Mi fissò con un occhio impietrito, ma tenerissimo

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scompartimenti sopra gli archi, le altre della cupola, e quelle infine del coro grande, che figurano storie di san Benedetto, son tutte di mano del

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carezzevole; no: non sono tutti d'una pasta. Se vera è la massima, che rara è la lealtà in amore e pochi son coloro che la trovano, pure l'esistenza

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Scrivendo queste Memorie niente altro mi son proposta che confermare, quanto è da me, con argomenti di fatto l'opportunità e la giustizia del Decreto

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VIII Legislatura – Tornata del 16 marzo 1864

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Cassinis 2 occorrenze
  • 1864
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
  • UNITUSCIA
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Saracco. Io ricordo, giusta gli appunti che mi son preso, che secondo le parole testè pronunciate dal signor ministro, questa questione deve rimanere

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Ponderi queste cose nella sua imparzialità ed io son certo che vorrà fare buon viso alle proposte che ebbi l'onore di sottoporle nella seduta di ieri.

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Penombre

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Praga, Emilio 24 occorrenze

pallida cui l'oro non monta; fratello, racconta, l'affronta senz'or! - - Son muto, son gelido, scordai la mia vita; è nebbia, è caligine la landa

Pel ragno sospeso tra fila d'argento i baci del zefiro son sbuffi di vento. Al verme indifeso togliete la fede che il fango non l'odia che l'astro lo

Epifanìa, o son morti di freddo, o son malati, nei paesi del sole, i bei vegliardi dallo scettro d'oro! Quando la mia scarpetta in sul verone tutta

che l'Adamo indura; e l'altro silfide educata ai pudor della natura. Son mille secoli che i due chèrubi insiem corron la terra, fra rose e triboli, in

.. - Son io la locanda dei queti villaggi... - Io son la valigia dei garruli viaggi... - Rammenti ?...la cattedra son io della scuola... - Io son del

Nelle eterne solitudini ride il sole come un pazzo, e le fervide risate son di raggi immense ondate; per le selve e i precipizi, lungo i solchi e

Qui a bu, boira. Come, come restar fra queste mura quando sapete che son fioriti il monte e la pianura, e conoscete, conoscete le valli e le pendici

Stanco son io di splendidi cieli e fronzute piante; mi annoia lo spettacolo di una beltà costante; venga il dicembre, ed operi un cambiamento a vista

poeta, e son gelosa! Son gelosa de' tuoi vaghi dolori delle tue belle vendemmie di fiori, sono gelosa della fantasia che ti dilunga dalla soglia mia

guarda, e t'indora; gli innonda d'aurora l'astruso cammin. Se il peso del genio, se il marchio del vate son l'onta e la gloria che Iddio gli ha

farfalla è qui la settimana un bimbo il mese. Era ben mesto, o miei poveri amori, ché sulla strada, quando son venuto, mi seguiva un convoglio di dolori

macilento le ragnatele che vi scuote il vento. Ed io siedo a un gradino ove devoti innumeri han pregato, ove ginocchia che or son fango o fiori una traccia

andare, io voglio ammazzare - la fame con me. Quei soldi eran gli ultimi - ed or son bevuti; accetti i saluti - lasciatemi andar. Quel bruto d'orefice

tiepide tane fa ogni sbuffo assassino delle speranze dell'april bottino, e alle rive lontane caccia un popol di morti e di feriti. Son sibili e

non sono cattivo; ti amai nei dì del pianto e nei felici, e ti amerò ancor tanto di un amor puro e santo... Ma vi son giorni che il mio cor vien meno, e

vergini, e le pietose donne? Ove son iti i bamboli e le povere nonne? Mentì il profeta o l'augure, l'apostolo, o il bramino? Chi giunse al Dio divino? O

vedrai venir ridendo a te; e dirti: il ciuco e il ninnolo, il masso e la beghina, son scesi a conciliabolo, una bella mattina, e han giurata impossibile

. Dimenticato anch'io, son mesi e mesi che ho mutato cammin, come gli uccelli che sul miglio infedel piansero molto, poi decretar lo sfratto. I fiorellini

notte, o pudica, a mormorar: Qui abbiam l'azzurro, la manna e l'aprile, son rime e strofe e non le voglio dar! Condurrò l'Ira anch'essa al mio

di teschi al sol risorti!... Le croci, pinte ad olio, o sculte in marmo e in oro, son là, delle famiglie miserrimo decoro, alla neve, alla pioggia

prete, tanto, da fargli dir che le comete son ostie accese, e che il mangiare a messa è un crimenlese! L'altro la sete stupida del bello, l'invidia

l'ebete mondo gli appar giulivo, che ha sulla faccia immobile un punto ammirativo: che i nostri mar son lucidi, le nostre case bianche, e che dell'ali

dalla base San Luca: - son ritornati i barbari? Povera Italia eunuca! A chi scrisse la bibbia guastar l'appartamento... o artisti del trecento

rimasa; (non badate alle imagini dei Santi, son della vecchia che affittò la casa). No, il paradiso una stupida cosa, non è qui dentro, nè di talpe un