Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La sorte

247899
Federico De Roberto 34 occorrenze
  • 1887
  • Niccolò Giannotta editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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m'avete vuotate le tasche! - Una volta non fa legge. Come all'orologio scoccarono le due, la principessa era diventata inquieta, si guardava attorno

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l'altro nelle onoranze al Santo, e Rocco Minna e Senio Spata, i due capi, si guardavano di traverso, incontrandosi. Rocco Minna non pensava più a

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All'alba del giorno quattro la comare Venera si levò, quietamente, per non destare il marito ubbriacatosi la sera innanzi e rovesciato sul letto

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spenti, di ogni sorta di residui; le dorature delle porte si discrostavano; le tende cadevano a lembi; le seggiole zoppicavano; nell'anticamera i mattoni

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lo lacerassero con un pezzo di vetro. Si guardò attorno, cogli occhi smarriti; tentò di sbottonare il panciotto, ma il dolore riprese, più acuto

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anche ogni giorno, se così piaceva, e faceva la barba a dovere, senza lesinare il sapone con la scusa che era profumato. Ora non si poteva neanche andare

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Per una settimana Salvatore non si potè levar di testa il ricordo della serata della principessa. - Come erano magnifici quei grandi saloni, con quei

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. - Via, si persuada una volta! - diceva la Giordano. - Nessuna casa si presta come la sua; e poi, sotto la sua direzione, sarebbe assicurata la più

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ottener dei risparmii. Ma egli non si lasciava persuadere; gli sapeva duro di vender la casa dove aveva passati tanti anni felice e contento. - Si

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. Per questo, quando ad agosto, dopo che la signora andò in campagna, finalmente essi si maritarono, Salvatore era innamorato di sua moglie ancora più

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salone che doveva aprire, quando la sorte lo aiutasse, e non gli pareva impossibile che un giorno o l'altro il principale si ritirasse dagli affari e

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-Io direi di andare a bere. Nella bettola, in piedi, gridando e canticchiando, la comitiva si dissetava. Salvatore rifiutava il bicchiere, ma gli

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Ora le voglie di lei si facevano più imperiose; tutte le entrate del salone che passavano per le sue mani non le bastavano; e Salvatore, il quale le

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Salvatore aveva più debiti che capelli in testa e il padrone della bottega minacciava di vendergli i mobili: - Non si può più stare in città! - si

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leticare, se ai piani di sotto tenevano aperte troppo a lungo le chiavette e si portavano via tutta l'acqua; se il trattore del cortile accendeva il forno

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figliuolo della baronessa? - chiese alla pettinatrice. - Ah! quello è al Convitto Nazionale, dove vanno i figli dei primi signori, e si paga salato! La

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colica non ve la leverà nessuno. - E gridava dalla parte del trattore, perchè sentisse Nino, col quale non si combinava niente. I fidanzati stavano

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disgrazia. - Quando si dice la sorte! È nato predestinato... Lui si rivolgeva al baronello, gli faceva la corte, chiedendogli quattrini in prestito, ma quel

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fargli attaccar lite, e si metteva a piangere silenziosamente, perchè tutte quelle storie di baronie e di ricchezze guastavano la testa alla ragazza, che

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!.. di dove cascate? - gli davano sulla voce. - Non sapete che si sono divisi il domani del matrimonio? - Una testa famosa, quella donna! La

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Ora che aveva la macchina, la Nunziata non trovava più le difficoltà di prima a scendere nella sartoria, ci stava invece volentieri, e si occupava un

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riavere il suo, e ne rimproverava il figliuolo, per levargli la Nunziata dalla testa. - Hai visto che m'hai fatto fare? Si son mangiate le vent'onze

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occhi, si fermò a cercare nel suo fascio. - Questa è per Filippo Mordina. Don Ciccio, il portinaio, appoggiato con la pipa in bocca contro l'orario

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risoluzione? Ella restava interdetta, si passava una mano sulla fronte, colpita, addolorata dalla rivelazione come per una inattesa disgrazia. - È la sorte

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contro donna Cecilia; la loro amicizia si raffreddava. - Guardate che aria! Come se quella fortuna fosse opera propria! Che ci ha messo lei, del suo

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Ora, come i nodi si aggruppavano sempre più intorno al pettine, la casa Roccasciano era molto meno affollata di prima. La principessa andava peggio

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dare un po' di posto a quel baccalà del marito! - Guarda: eccola lì - e Alfio si fermò un momento a vederla sgusciare tra la folla. - Chi sa dove corre

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Il giorno seguente, prima che il sole si levasse, Alfio Balsamo si mise per via, con la zappa in ispalla e un fagottino sotto il braccio. Nel gran

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che aveva previsto il cancelliere. - Questo si sapeva! - disse Alfio, quando vennero a portargli la notizia ai Pojeri, dov'era andato a lavorare

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L'annata aveva mantenuto le sue promesse, e alla vendemmia la Falconara non si riconosceva più, con quell'animazione straordinaria e quell'allegra

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Donna Giovanna non sapeva darsi pace. - È stata colpa mia! È tutta colpa mia! Il suo figliuolo non si riconosceva più: aveva perduto l'amore al

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cuore alla speranza. - Non mi par vero - diceva alla vicina Santa - come il mio ragazzo si sia liberato da quella strega! - S'è liberato perchè quella

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lingua le fosse cascata nel momento che aveva cominciato a parlare. Alfio, giallo come un morto, si dirigeva all'uscio. - Alfio, Signore!.. dove vai

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non era meno grande che in piazza; le teste si erano riscaldate e la discussione minacciava di finir male. Il sindaco don Delfo, intabarrato malgrado

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