L'autore si riserva i diritti di proprietà artistico-letteraria, a tenore della legge N.1012 del 29 settembre 1882; quindi potrà solo ottenere
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piazzetta; a destra una viottola, fra due siepi di fichidindia, che si perde nei campi. Al primo piano, a destra, la bettola della gna' Nunzia, colla frasca
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(si affaccia di nuovo sulla terrazza)
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Si capisce che siete di casa ormai, comare Santa.
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Sì, almeno le feste principali.
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S'è per domani, sì, zio Brasi. Oggi son venuto a far, la Pasqua a casa mia.
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(due carabinieri in tenuta escono dalla caserma e si allontanano pel viale della chiesa)
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(chiude l'uscio a chiave, e si mette la mantellina in capo, avviandosi verso chiesa)
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L'ho visto dalle mie parti, all'alba, mentre arrivavo a casa mia. Egli andava correndo, come avesse fretta, e non si accorse di me. Volete che ve lo
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No, non si sbaglia compar Alfio. Era lui, Turiddu!
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Lo so... Compare Turiddu, prima d'andar soldato... si parlavano colla gna' Lola.
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Bè! Poi al suo ritorno la trovò maritata con compar Alfio il Licodiano, e si mise il cuore in pace.
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O poveretta me! Cosa mi vieni a dire! ... Non può essere; ti sbagli; compar Alfio si sbaglia anche lui!... Poi ci sono tanti che hanno il berretto
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Lo so, che si affacciava ogni volta, quando lo vedeva passare dinanzi la mia porta, e me lo rubava cogli occhi quella scomunicata! e cercava di
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Eh!... che non vi mangio, diavolo!... Come se non si sapesse...
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Cosa vuoi che faccia se non credi più alle mie parole? A ciò che ti dicono gli altri invece, sì, ci credi! Non è vero niente, ti ripeto: Compar Alfio
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Sì, compare Turiddu, siete padrone di scannarmi colle vostre mani stesse come un agnello, se volete; che vi leccherei le mani come un cane.
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(si china a toccare il suolo colla punta delle dita, che poscia si reca alle labbra)
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Ringraziatelo, gna' Lola, quand'è così. Che alle volte si dice: «Quello, nella terra su cui posa i piedi, non è degno di metterci il viso».
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Sì, lo vedo!
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Sì, l'ho fatto apposta!
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Sì, questo ti meriti.
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Sì, è vero, son pazza! Non mi lasciare con questa pazzia in testa!
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Scellerata non siete voi, comare Santa. Scellerati son coloro che ci mettono questo coltello nel cuore, a voi e a me. Chè se gli si spaccasse il
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(La gente comincia a tornare dalla chiesa e si disperde a destra e a sinistra. TURIDDU MACCA, LA GNA' LOLA, COMARE CAMILLA, LA GNA' NUNZIA, LA ZIA
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Sì, di quel buono che dovevi portar oggi da Francofonte!...
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Chi sà quante ne avete fatte di queste galanterie colle donne di laggiù, fuorivia , mentre eravate soldato! Si vede che ci avete pratica! Ma che
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tale si marita! - Come se vi pigliasse un accidente!
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vedere che subito poi si mettono il cuore in pace colla prima che gli capita?
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È in collera perchè so io...Vecchi benedetti! che non si vogliono rammentare di quel che hanno fatto in gioventù! Alla vostra salute, gna' Lola! Voi
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(si abbracciano e si baciano. Turiddo gli morde lievemente l'orecchio)
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Forte avete fatto, compare Turiddu! e vuol dire che avete buona intenzione. Questa si chiama parola di giovane d'onore.
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bocce, fecero una bella passeggiata sino al fiume, si regalarono il bicchierino e infine desinarono al Merlo bianco, sotto il pergolato. C'era lì una
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interrogazioni. Di tanto in tanto un domestico in fretta; una cameriera socchiudeva discretamente l'uscio della camera buia del tutto. Là dentro a intervalli si
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A Santa Margherita, nella casina del Canonico stavano recitando il Santo Rosario, dopo cena, quando all'improvviso si udì una schioppettata nella
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moglie di lui gli aveva lasciato il mulino, e un orticello, che si affacciava dentro le finestre, un mese ogni anno, col verde delle piante, e altro
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CASA Orlandi era tutta sottosopra. La contessina Bice si moriva di malattia di languore, dicevano gli uni: di mal sottile, dicevano gli altri. Nella
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, se vi confesso anche cotesto! Ho vista la vita dall'altro lato. Se sapeste che rovescio! La giovinezza, il passato, voi! Quante cose si vedono nelle
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Ad un tratto i campanelli elettrici squillarono nella lunga infilata di sale sfavillanti e deserte. I servitori silenziosi si affrettavano senza far
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Sorrento, 25 marzo. È proprio vero. Sto meglio, son quasi guarito, intendete? Il male non era così grave come si temeva. Chi ne sa nulla? Questi
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baciare le vostre scarpette piccine! Sì, sì, lo so, sono molto colpevole. Non merito il perdono. Ditemelo, ma ditemelo voi stessa. Sono otto giorni
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nel sangue, maledetta! Tenetevi il duca, che v' insulta co' suoi doni. Tenetevi Giuliano che si ride di voi. Tenetevi San Mauro, che vi mette in un
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, un po' inquieto. — Mia figlia vi ama! Danei rimase sbalordito, guardando la contessa che si era nascosto il viso tra le mani e piangeva dirottamente
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. E le teneva le mani, tremante. — Povera bimba mia! Povero amore! Guarirai presto, sai! L' ha detto il medico. — Sì, mamma. — E... e... sarai felice
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osservazioni sulla disparità degli anni, o altro, fu messo subito a tacere dal coro unanime delle signore che si sollevava scandolezzato. La fanciulla
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aspettare l'avvenimento là dove si trovavano. Ella era inquieta; temeva lo strapazzo del viaggio. Piuttosto sarebbe corsa lei a raggiungerli, ali' ultimo
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sei bella! E poi, una volta, nella febbre, con gli occhi accesi: — Quando partirai? Roberto abbassava il capo, e la contessa si sentiva soffocare
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giorni peggiorò in guisa che il dottore si credette in debito di telegrafare al genero. Roberto arrivò il giorno dopo, agitatissimo. — Bice è in istato
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