Il barone si mise il cappello in testa, come se fosse stato solo; accese un sigaro d'avana, poi si voltò verso Leda Degli-Angeli, seduta sur una
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I. La vendita era andata bene. L'asta pubblica seguiva in una di quelle sale senza un padrone fisso che si sogliono adoperare a un tal uso: luoghi
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impossibile! Oggi che si sta fuori d'incanto, oggi ch'è una giornata di paradiso, proprio di quelle che si sognavano quando si venne a Napoli! Tutti escono a
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«scucchia» gli si allungasse come una mestola. Allora sì, che, secco, allampanato, e con quel po' po' di viso nero, sarebbe stato più che mai un calabrone
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bassi. Remoti orizzonti le si schiudevan dinanzi nelle frasi sconnesse, ma singolarmente colorite di lui, dalle cui labbra ella pendeva a un tempo
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III. Dunque, il giovanetto moveva con passo spedito verso casa. Se appena gli occhi di qualche passante si fermavano su 'l sorriso di quella testina
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vuoto, con le braccia abbandonate lungo il corpo su le coltri, mentre le mani magre e ceree a tratto a tratto gli si contraevano con brevi moti
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, erano i forestieri della pensione, poco numerosi per il momento. Lo sguardo del conte si fermò subito sur un tenentino de' bersaglieri, attillato nella
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esser tornata - osservò egli. - Sembrerebbe anche a me, corpo d'un cane! — pensò con dispetto il conte. Ma la madre si mostrava perfettamente
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dolcemente, come se fosse di vetro, e prese l'altro. - Ashley! - mormorò Rossella con voce tremante; ed egli si volse lentamente. L'espressione
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ATTRAVERSARONO il fiume e la carrozza si avviò su per la collina. Anche prima di scorgere la casa, Rossella vide una nube di fumo sospesa pigramente
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voci, di tintinnar d'argenteria e di acciottolio di porcellane e dell'odore pesante delle carni arrostite e degli stufati. Ogni tanto, quando si levava
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ripartivano, coi conducenti che bestemmiavano, i muli che si sospingevano e il fango che schizzava a metri e metri di distanza. Rossella era sul
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di scuri per tagliare gli alberi di sempreverdi e strappare le liane che si attorcevano ad essi; nella parte posteriore di questo carro erano
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i graziosi oggetti che si trovano esposti sui banchi, sono ancor piú belli essendo stati eseguiti dalle mani delicate delle nostre donne. Vi furono
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Causa. Voi desideravate ballare ed io ve ne ho dato la possibilità. Questa marcia è l'ultima figura del reel, non è vero? - Sí... Ora debbo smettere e
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. Sí, morire in questo momento; cosí tutti si sarebbero rammaricati per essere stati cosí cattivi con lei. Si voltò e si agitò sui guanciali, finché
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statua di pietra con gli occhi neri che si dilatavano sempre più. Fece una sola osservazione in due ore, tirando fuori dalla sua reticella una
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, si fissavano a vicenda, incerte, sgomente di ciò che poteva accadere. Nessuno sapeva perché le batterie yankee tacevano; mancavano notizie delle
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La mattina del I° settembre Rossella si svegliò con una soffocante sensazione di terrore, un terrore che la sera prima aveva dimenticato nel sonno
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. Il suo cuore si comportava in modo strano: per qualche minuto batteva regolarmente, poi a tonfi sordi e rapidi che le facevano quasi dolere il petto
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rabbrividiva dal freddo. malgrado il sudore vischioso che le inondava il corpo. Si trascinò faticosamente fino al porticato e piombò sui gradini. Si appoggiò
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pomeriggio. La stanchezza cominciava a farsi meno sensibile; era piuttosto lo stomaco, ora, che reclamava un po' di cibo. Si ricordò che non aveva ingoiato
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gemito a Melania. Gli alberi oscuri s'intrecciavano al di sopra dei loro capi e ai due lati della strada le case buie e silenziose si distinguevano
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, non si ricordò dov'era. Il sole l'accecava, le assi del carretto le facevano male, e sulle gambe sentiva un peso che le impediva di muoversi. Cercò
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. E poi, chi si occuperebbe di Tara se ella moriva? In un primo tempo aveva sperato che Geraldo tornasse in sé e prendesse la direzione della casa; ma
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si mettevano a battere follemente appena un soldato entrava dalla strada principale nel viale d'accesso di Tara. Ogni straccione barbuto poteva essere
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dello stabilimento. Si era riservato di concludere, dopo aver discusso la faccenda con Rossella. Ella guardava la figura scarna contro una colonna con
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dopo quello che gli ho detto poco tempo fa nel frutteto di Tara?» si chiese febbrilmente. Ebbe anche una lettera di Súsele, malamente scritta
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peggio era che non si rivolgeva a lui nemmeno per il funzionamento dell'industria. Come se non si fidasse di lui e del suo giudizio! Come tutti gli uomini
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, Atlanta era città che si andava ricostruendo rapidamente; una città piena di movimento e di confusione; ma al disotto di quella superficie erano la
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ROSSELLA dormí poco quella notte. All'alba, quando il sole cominciò a illuminare i pini sulle colline a oriente, si levò dal letto scomposto e
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il piú giovine nipote del vecchio Mac Rae si avanzavano lentamente per il viale portando la bara di Geraldo su due assi di quercia. Dietro a loro, a
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cannonate; e il proprietario, al suo ritorno, non aveva avuto i mezzi per ricostruirlo. Si era contentato di rimettere un tetto al piano superstite
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caduta dell'ultimo raggio, una brezza fredda si era messa a soffiare tra i rami, facendo scricchiolare i tronchi nudi e frusciare le foglie secche
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rumore di argenteria erano forieri di un rinfresco, ella si volse con voce sommessa alle signore che sedevano in circolo nel salotto col loro cestino da
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disse la signora Wilkes timidamente. Rhett le passò davanti frettoloso e Melania lo scorse mentre si curvava sull'esserino nudo che giaceva nel grembo
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Diletta cresceva rapidamente; man mano che i giorni passavano, si vedeva piú chiaramente che era la nipotina di Geraldo O'Hara. Aveva le gambe corte
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TORNATA a casa sana e salva, Rossella si lasciò cadere sul letto senza preoccuparsi del suo abito di amoerro, dei suoi drappeggi e delle sue rose
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, guardavano inquieti e silenziosi il volto stanco e sbiancato della madre. Si stringevano a Prissy, perché anche per le loro menti infantili vi era qualche
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facile che non si sa come ci possa essere della gente cattiva, quando, delle volte, una sola parola basta per consolare il proprio simile. Intanto era
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che l'uomo e la donna entrarono insieme in un'osteria, su la cui porta si vedeva dipinto un gran fiasco giallo inghirlandato di pampini verdi. - Eccomi
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- La pace? È dunque la pace più desiderabile di tante belle cose, perfino del pane? - si chiedeva con un sospiro represso la Giulia. Era una faccenda
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l'avea posata), scoppiò in una risata. - Sapete che c'è? - diss'ella per celiar un poco - Gli dobbiamo sposare que' due! - Ah, sì, mamma, sì! - gridò
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accappattoio di crespo della China color limone; poi le tolse di capo la reticella, le disfece le trecce, ma per quanto si provasse e riprovasse, non seppe
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Camilla si faceva sempre più pallida; sembrava che gli occhi le si fossero allargati, per via della lucentezza strana della pupilla e di quel cerchio
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La Giulia si trovava da alcune ore nella soffitta umida e fredda, dove appena un raggio di sole entrava per l'abbaino, quando le parve d'udire
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voce, a quella figura, la povera Giulia si senti quasi venire le lagrime agli occhi. Chi era quest'Orlando che le parlava cosi minaccioso? E proprio
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lei, per selve, per monti, per piani; ma ogni cinque passi, tàffete! eccotene un altro che mi si parava davanti per impedirmi il cammino. Erano, si
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Quanto a me, niente paura! persino la camicia avevo di ferro. È vero che il pubblico, davanti a cui si dava lo spettacolo, mi batteva le mani e mi
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