studio ogni dì col sole che si alza, e n’esce col sol che tramonta. La sera, che non può dipingere, schizza e disegna. Alcuni anni addietro, parendogli
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carnosità morbide e sinuose; ha bisogno di linee, di angoli, di geometria. Anche nel paesaggio preferisce i crepuscoli della sera, in cui sul cielo
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, benché brutta, benché inelegante, provava dentro di sé le vaghe impressioni del crepuscolo della sera, e le tramandava allo spettatore. Il valore
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difficile pregio delle statue onorarie.; ma il Rivalta si va ora slargando troppo nello stile, e diventa un po’alla volta professore. Una sera — non
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’ Due Macelli. Lo avevo salutato la sera innanzi; ma il buon amico voleva rivedermi, e accompagnarmi alcune miglia fuori di Roma.
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. La voluttà di quel riposo non ha riscontro in nessuna delizia della vita. Solo, nel silenzio della sera, ascoltando il rintocco delle campane, mi
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crestaie milanesi, di quelle che la sera scivolano via sul Corso, alzando con bel garbo le pieghe del loro abitino ben fatto: la prima dipinta bene, e
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codesta, nè quella. Addio gioia serena dello studio, quando la sera ci si addormenta con l’animo quieto, persuasi di essere diventati un poco meno
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Una sera, nell’ora del crepuscolo, scendevano da Castel Sant’Elmo uno scultore di Bologna, montato sopra un piccolo asinelio grigio, un architetto di
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Lo Strazza era asciutto di membra, snello, grande camminatore. Nel naso la natura gli aveva dato come un ricordo di quello di Michelangelo. La sera
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