Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: segno

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passaggio dall’idea al segno, e dal  segno  all’idea, è una delle peculiarità di molte di queste opere.
di stazione di chi intende determinare il valore di un  segno  dal comportamento a cui la recezione induce, viene a
segno. Tutto può esser segno, dal momento che il suo esser  segno  dipende dal comportamento di chi come segno lo interpreta.
il suo esser segno dipende dal comportamento di chi come  segno  lo interpreta. Proprio per questo era inevitabile che anche
 Segno  e gesto in Italia
e delle analogie con il denotatum (ossia con ciò che il  segno  indica). Nella consueta terminologia adottata dalla critica
terminologia adottata dalla critica d’arte recente il  segno  è considerato come uno degli elementi più tipici di quel
significato che precorre l'instaurarsi del segno, si ha un  segno  che anticipa il significato: il "signifiant" precede il
pensavamo che si potrebbe imbastire un «ritratto del  segno  di Shahn»: intendiamoci, non esiste il segno di un pittore
«ritratto del segno di Shahn»: intendiamoci, non esiste il  segno  di un pittore senza un contesto, prossimo e remoto, di
realista americano. Però la qualità e la «preminenza» del  segno  dell’artista sono così percepibili, che l’idea di quel
in effetti i surrealisti si servirono dell’azzardo e del  segno  tracciato a caso soltanto come spunti per un’immagine che
ad ordire; mentre qui l’immagine viene a identificarsi col  segno  già all'istante del suo apparire.
si occupa del significato dei segni, ossia del rapporto tra  segno  e denotatum.
di segni»; anzi è proprio nella possibile disgiunzione tra  segno  e sistema che si rivelerà pertinente una problematica del
rimandano le immagini, giacché esse non contengono alcun  segno  arbitrario o immotivato, la seconda consiste
allora il Rossi-Landi che la «differenza specifica del  segno  estetico sta in quelli fra i segni iconici che designano
Questo spiega come l’opera d’arte non sia, se non in parte,  segno  di altre cose, ma bensì di se stessa: essa reca in se
di distinguere un’opera d’arte dagli altri segni. «Nessun  segno  è ‘ estetico ’ come tale, ed il tentativo di isolare le
un’estetica segnica deriva dunque dal fatto che mentre il  segno  è segno proprio in base ai comportamenti a cui dà luogo nel
segnica deriva dunque dal fatto che mentre il segno è  segno  proprio in base ai comportamenti a cui dà luogo nel
ovviamente inadeguato di definire il simbolo come il  segno  sostitutivo di un altro segno: mentre con le definizioni
Yerkes e dalla Langer 42 il simbolo era differenziato dal  segno  in quanto non implicherebbe un atto di esperienza
definizione di Aristotele per la metafora, cioè di un  segno  che sostituisce un altro segno, per evitare la
riuniti per un certo tempo (attorno al 1952-54) sotto il  segno  comune dell’“ astrattoconcretismo”; sono: Afro, Birolli,
che vanno dal 1946 al 1951 — l’artista riuscì a dare con un  segno  inconfondibile la misura della sua visione: «Materia
altri due quadri — con il gusto della dimensione media, il  segno  rilevato e plastico del pennello; eppure queste opere sono
nel mondo delle illustrazioni per i libri dove il nuovo  segno  cacciò i barocchismi simbolisti di Gustave Dorè.
figurativa moderna basterebbero proprio alcune pagine a  segno  sul Monumentale e sull'inevitabile Staglieno.
un genere di arte basata sopra la ripetizione di un  segno  particolare e costante — anche se in questo caso non basato
pittorica (e in genere grafico-plastica) a livello d’un  segno  verbale - o anche di quello strettamente iconico — è del
di distruggere il segno, appunto per poter ritrovare un  segno  più genuino, una materia più idonea alla strutturazione di
i vertici, gli apici, gli angoli e stagliarne il transito a  segno  nella mise en cadre istantanea.
la distinzione fra immagine come immagine e immagine come  segno  non potrà intendersi preclusiva che, anche in questo
[sta per Rembrandt], che nelli nostri tempi an colto il  segno  meglio d'ogni altro».
di spostare l’attenzione dal comportamento che determina il  segno  al significato, o meglio al contenuto referenziale o
analizzato riguardo all’arte come messaggio e dunque  segno  vale appena sottolineare che la caratterizzazione dell’arte
appena sottolineare che la caratterizzazione dell’arte come  segno  è una classificazione ancor più apparente che generica, una
che il tentativo di partirsi dalla semanticità del  segno  mirerebbe invece a salvare la specificità dell’opera
E questi problemi sono stati da noi accennati, fino al  segno  che conveniva.
parallelismo con le sue tavole pittografiche, dove il  segno  grafico ed il frammento figurativo coesistono a fianco del
del Nuovo regno (1580-1070 a.C.; XVIII-XX dinastia) era un  segno  di affetto e di lusinghe erotiche; nella pittura della
perché, per il fatto di partirsi non già dalla risposta al  segno  inteso come stimolo, ma dalla coscienza che si
fenomenologico. Continua infatti Garroni: «in quanto il  segno  è riferimento ad una intenzione (e cioè significato, meglio
quel sui generis. Ed è proprio per questo che noi scrivemmo  Segno  e immagine, per distinguere la particolare accezione di
e immagine, per distinguere la particolare accezione di  segno  che certe immagini assumono o conservano, pur nell’ambito
solito da un unico «segno» unitario, o s’identifica con un  segno  (che potremo addirittura definire «gestaltema», appunto per
pizzico di Manet e un pizzico di Toulouse Lautrec, qualche  segno  di Boldini e di De Nittis, agitino il tutto dentro una tela
ad un’analisi che già facemmo in  Segno  e immagine 31, se dunque nell’opera d’arte come immagine il
ricordare che già in ambito pagano il pavone era usato come  segno  di immortalità poiché la sua carne non si decomponesse.
iconico (in senso peirciano) possieda o meno qualità di  segno  indipendente, dall’interpretante verbale che determina.
«iconico», nella terminologia del Morris, «icone» è un  segno  simile, per alcuni aspetti, a ciò che denota: ad esempio
Landini aveva colto nel  segno  quando nel suo bel saggio su «Paragone» scrisse che lo
di quel momento irrepetibile non è solo un nobilissimo  segno  di merito per la pittrice, ma anche un apporto di primaria
di Hartung tuttavia non è, come quello di Capogrossi, un  segno  statico e immobile, fissato una volta per tutte, ma è un
in quanto tale come portatrice di messaggio, come un  segno  da interpretare. Si dovrebbe allora riconoscere come
che rivendicano alla parola, alla lettera scritta, al  segno  tracciato a mano sulla carta di riso quel valore a un tempo
ai fasti della tecnica per rivalutare l’espressività del  segno  auto-tracciato e reso - proprio per questa sua
elementi di altri movimenti, e quindi anche la pittura del  segno  e del gesto si potrebbe identificare con quella chiamata