scettico che molti biologi assunsero nei riguardi dell’evoluzionismo all’inizio di questo secolo.
importanza nella biologia moderna. Oggi, a distanza di un secolo dalla sua formulazione, sedati molti clamori, calmati i bollenti fervori dei più
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Oggi, a distanza di quasi un secolo da quello che si può chiamare il periodo eroico dell’evoluzionismo, ora che gli echi delle ardenti polemiche
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questo secolo, e le loro ricerche condussero a risultati di grandissimo rilievo.
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Il secolo XIX, dopo tanto travaglio di discussioni e di controversie, ci ha tramandato in sostanza tre modi di concepire le cause che determinano l
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È nel Settecento, il secolo dell’illuminismo, fucina del pensiero moderno, che troviamo i precursori dell’evoluzionismo veramente degni di questo
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criteri che valgono per l’evoluzione degli animali o delle piante. Questa posizione di scientismo ad oltranza, cara ai positivisti del secolo XIX, è
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attendere che dal suo cadavere in putrefazione nascano le api. J. B. Van Helmont, nel secolo XVII, affermava che basta lasciare alcuni stracci vecchi e
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un secolo prima quelle del Redi - di vivace polemica: ma le conclusioni erano giuste, e infine tutti furono costretti ad accettarle.
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La disputa rinacque ancora una volta a distanza di un secolo, a proposito dei batteri e di altri microorganismi di dimensioni più piccole dei
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proprie degli esseri viventi. Fu soltanto nel secolo XIX, all’epoca di Pasteur, che la generazione spontanea venne considerata - qualora la sua esistenza
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Francia nel secolo scorso. Un appassionato dilettante di paleontologia, Jacques Boucher des Perthes (1788-1868), di professione amministratore delle
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Su queste lacune non è il caso di drammatizzare, come molti fanno. Si è visto che, nel giro di poco più di un secolo, si sono venuti raccogliendo
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che mai intensa; questa teoria, cui la genetica ha dato nuova vita, a distanza di più di un secolo dalla sua prima formulazione inspira ancora gran
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L. Eiseley, Darwin’s Century, Doubleday, New York 1959; trad. it. Il secolo di Darwin, Feltrinelli, Milano 1975.
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scuola neolamarckista della fine del secolo non tenne più conto.
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Vediamo dunque, in quel mirabile fervore di studio e di pensiero che fiorisce a Parigi all’alba del secolo XIX, nel fulgore dell’impero napoleonico
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che la biologia, a poco meno di un secolo dalla sua morte, ancora si muove sulla traccia ch’esso ha segnata.
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E in Italia? Fin dai primi decenni del secolo, Franco Andrea Bonelli, professore di storia naturale all’Università di Torino, aveva introdotto, con
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. Riacquistarono vigore sul finir del secolo, e soprattutto nei primi decenni del 1900, come diremo più avanti.
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scritti che furono pubblicati nella seconda metà del secolo XIX su questo argomento è incredibilmente grande, e sarebbe impossibile ricordare qui anche
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E così, per tutta la seconda metà del secolo XIX, la diatriba sulla evoluzione fu viva, accesa, sempre alimentata
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Ciò avveniva verso la fine del secolo XIX. Come si vede da questi pochi cenni riassuntivi, il lavoro intellettuale che fu compiuto intorno alla
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appunto si descrive la situazione verificatasi nell’ultimo decennio del secolo XIX e soprattutto nei primi decenni del XX.
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Sul finire del secolo scorso e nei primi decenni del presente, si registra infatti un cambiamento di tono nei riguardi dell’evoluzionismo: molti
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secolo, si dimostrarono piuttosto restii ad affrontare il problema evoluzionistico sulle basi del mendelismo, e, pur senza dichiarare, come alcuni hanno
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interna, una lividura, forse un alone dolente intorno a un viso umano, a un ritratto: a Mendel venivano in mente le grandi fotografie ovali del secolo
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collera residua né disprezzo. _ Proprio un tipo fantastico, da film di indiani. Secondo me aveva sbagliato secolo. _ Però lo hai preso a schiaffi
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per il mio paese, qualunque secolo sarebbe stato buono. Mendel taceva, e si sentiva invadere da pensieri smisurati e confusi. Non noi soltanto. Il mare
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