ordine di date), uscirono dalla sua scuola; laonde anche per questo rispetto merita d’esser chiamato restauratore dell’arte. — Giuseppe Valentini da
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, facendosi legge lo studio dell’antico e i nuovi esempi della bella scuola del Paoletti. Tali il Paccagnini di Montanino; il Fantastici, il Santi, il
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Il conte LUIGI CAMBRAY DIGNY fiorentino (n. 1779, morto 22 febbraio 1843) fu anch’esso della bella scuola. D’ingegno pronto e fatto sicuro dai buoni
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Giovanni Pacini nativo di Colle (m. oltre i sessanta il 24 aprile 1838) fu della scuola del Paoletti, e seguitandone i buoni principii nulla operò a
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, si rifugiò in Francia, e lo pose ai primi studj nel collegio di Sorreze. Di là il giovinetto passava alla Scuola Normale di Parigi, e poi in quella
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Paoletti. — GAETANO BACCANI pure di Firenze (n. 6 giugno 1792) è discepolo della medesima scuola. Studioso dei buoni esempi dei suoi celebri maestri
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esempi; per virtù dei quali solamente educò tra noi una scuola che non teme rivali.
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Firenze e alla scuola toscana, la quale, spero non vorrà negarmelo alcuno, tiene anch’oggi il primato sopra d’ogni altra italica. Non chiediamo già
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novembre 1812), compie la triade de’ buoni pittori lucchesi del secolo XVIII. Fatti anch’esso in Roma gli studj, vi ebbe fiorita scuola fino al 1802, nel
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Non pertanto dalla scuola del Petroni, ma non già per le lezioni di lui, uscivano per recarsi a Roma a cercarvi perfezione nella pittura due
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accostarsi alla scuola veneta; la terribile scena dantesca della morte del conte Ugolino, eseguita pei signori Della Gherardesca, e in cui sono grandi
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scuola del Desmarais (maestro francese allora insegnante tra noi), e a quella istessa del Benvenuti; col molto studio e la lunga pratica dell’arte
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GASPERO MARTELLINI di Firenze (n. 15 febbraio 1785, m. 20 ottobre 1857), venuto anche esso dalla scuola del Benvenuti, riuscì pittore lodato più che
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da giovinetto i principii della pittura dal Desmarais; fu poi alla scuola del Benvenuti, e frequentò con plauso l'Accademia di Belle Arti. Dipinse a
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fondata in Milano (1790) una scuola d’intaglio in rame, gliene affidò la direzione. E scuola fioritissima fu questa, dalla quale usci Giuseppe Longhi
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in rame nell’Accademia fiorentina di Belle Arti (1800), e da Maria Luisa quello di conservatore del Camposanto di Pisa (1807); dove aperta una scuola
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perfezione. Chiamato poi a Firenze da Ferdinando III, quivi passò il resto della sua vita, e v’ebbe fiorita scuola nell’Accademia, casa, stipendio, ed agio a
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E qui prima di ricordare la scuola del Morghen, vogliamo spendere qualche parola intorno a due celebratissimi artisti, che sebbene non Toscani
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Intanto dalla scuola del Morghen uscirono, com’era da sperare, artisti valenti e degni di un cosi chiaro maestro. ANGELO EMILIO LAPI fiorentino (m
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Ma l’allievo del Morghen che più sali in fama tra noi, e che oggi è capo di una bella e fiorente scuola d’incisori, è Antonio Perfetti di Firenze (n
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’impara a scuola, appresi da un mediocre architetto gli elementi dell’arte, non pensò che a francarsi dalla imitazione dei suoi coetanei, e a ripristinare
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