di matematica. A questo punto la madre lo tolse dalla | scuola | per avviarlo all’attività rurale nell’azienda agricola di |
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di famiglia, nel 1660 gli permise di tornare a | scuola | affinché potesse prepararsi all’esame di ammissione a |
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incominciò a coltivare la matematica e la fisica alla | scuola | di padre Beccaria. Ancora ragazzo scrisse l’unico suo |
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calcolo sublime (oggi calcolo inifinitesimale) alla Regia | Scuola | di Artiglieria. |
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nelle interrogazioni di storia al tempo della vecchia | scuola | nozionistica (quella attuale ha abolito le nozioni spesso |
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Chiesa Congregazionale dei Pellegrini, la indirizzò a una | scuola | di musica ma un anno dopo, già incuriosita dall’astronomia, |
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precettore, sentendosi inadeguato, lo indirizzò alla vicina | scuola | di Padre Giovanni Francesco Aprosio, dove rimase due anni. |
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fu il primo esponente della | Scuola | filosofica di Mileto fiorita in questa località dell’Asia |
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improbabile, così come è improbabile che tre compagni di | scuola | si incontrino sullo stesso tram cinquant’anni dopo. Meno |
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Ferrara studiò astronomia alla | scuola | di Domenico Maria Novara, con il quale eseguì le sue prime |
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dal suo bell’aspetto. Diventato docente di matematica alla | Scuola | Militare di Parigi, ebbe la ventura di esaminare l’alunno |
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(1882-1982), non a caso formatosi negli Stati Uniti alla | scuola | di George E. Hale. |
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Uscito ottavo dal biennio, si specializza in chimica alla | scuola | di Louis Joseph Gay-Lussac, celebre per la legge che lega |
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colori della luce, parafrasando una frase che risaliva alla | Scuola | medievale di Chartres: scrisse la celebre frase “Se ho |
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di macchinari elettrici, ma non fece mai fortuna. A | scuola | Albert fu un primo della classe. I suoi insuccessi |
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nell’Italia meridionale sorgeva la | Scuola | Eleatica, creata da Senofane di Colofone. Per lui la Terra |
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aspetti maniacale. Privo com’era di amici e distrazioni, a | scuola | se la cavava bene. Persino nei giochi manifestava il suo |
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collaboratore. Figlio di un banchiere, Humason odiava la | scuola | e amava l’astronomia. A 14 anni abbandonò gli studi e si |
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a Matematica prima a Roma, poi a Bologna, infine alla | Scuola | Normale di Pisa. Una borsa di studio lo portò a Monaco di |
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suo stipendio in pochi anni passò da 200 a 2000 fiorini. La | scuola | di medicina aveva avuto tra i suoi maestri il celebre |
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Ultima nata, Lucile (1853-1931) sposò un professore della | Scuola | di Belle Arti ed ebbe due figli pittori senza riuscire a |
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sopravvivendo di 29 anni al fratello astronomo. Grazie alla | scuola | del padre divenne un buon musicista, ma rimase sempre uno |
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