La grande tela diventa così lo schermo materiale su cui proiettare e lasciare che si espanda uno stato totale della coscienza, che è un fenomeno
Pagina 124
guardare, il reale contenuto dell’immagine è solo la tessitura del retino tipografico, come le frequenze lo sono dello schermo televisivo, tutte e due
Pagina 139
sempre la sua tela. Il risultato è una completa metamorfosi: sullo schermo spazieggiato del retino la pennellata si seziona nei suoi filamenti e si
Pagina 156
congelamento ironico. Simile distacco, lucidità di visione, un certo schermo d’intelligenza aristocratica, risultano ottenuti proprio attraverso la
Pagina 158
, avendo subito l’influenza della percezione meccanica della foto e del cinema. È come se Schifano guardasse sempre la realtà da dietro uno schermo
Pagina 190
La riduzione della tela alla essenzialità dello schermo ritorna nello sperimentalismo di Fabio Mauri, che si muove fra Neo-Dada ed anticipazioni pop
Pagina 191
attutisce l’evidenza assieme visiva e significativa dell’immagine; frapponendosi lo schermo filtra la violenza del simbolo, lo esorcizza, sfocandolo
Pagina 191
incrociato di questa attualità viene meno lo schermo che divide ancora l’esperienza privata da quella pubblica, la vita della propria stanza da quella
Pagina 31
scatto dell’apparecchio fotografico, la comparsa di un dettaglio sul telone del cinema o sullo schermo televisivo, la sicurezza con cui un manifesto s
Pagina 69
questo primo schermo ottico. L’opera conserva, anzi, ed accresce il senso del faccia a faccia, dello scontro diretto più ancora che del rapporto
Pagina 69