composizione tra spaziale e plastico, tra Raffaello e Andrea del Sarto e iconograficamente volta alla frammentarietà della scena di genere che li fa trattare
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individuo, troppo esigui e dispersi nelle proporzioni quasi di genere. Per ciò nella scena sua più complessa, la Natività della Vergine, v’è qualcosa che
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scena si compone ed assesta inclinata lungo la pescaia di luce che discende dall'alto fermamente. Di lassù un angelo gravita pericolosamente franando le
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impresso alla scena dalla partizione mediana della lunetta per via di un pilastrino smussato, la postata saldezza d'ogni figura, la ritonda sanità d'ogni
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Tagliata per alto la tela, l'opportunità di porre di sopra la scena divina, nel basso l'umana, ha permesso al pittore di legar così la catena dei
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Vergine, alla Resurrezione di Lazzaro, alla Sepoltura di Santa Lucia: che cosa di più spiritualmente affine ad esse che questa scena monumentale in
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della luce per tutta la scena è certamente grandissima. Ma se soltanto ci si arrende per un istante alle esigenze del gusto figurativo, ci si avvede che
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nell'alto il gruppo concluso del Padre Eterno sostenuto da angioli mirabilmente annodati, in toni di carni chiare, di panni scialbi: in basso la scena
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trasformazione alla Borgianni dei tipi e della scena a taglio di luce, creata da Caravaggio; e Ribera è ancor di là da venire. E se qualcosa infine
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che possa dar fuori in una scena così stramba e cinica, e tutto per quell'incapacità di calare appieno «l'historia» nell'attualità, come n'erano capaci
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Gli stessi temperamenti, la stessa fatica per trattare, senza pregiudizi, la scena con caravaggesca verità, sono nella curiosa e bella Santa Cecilia
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sotto la nuova corrente fresca rade la scena delicatissima fra l'Angelo e il San Pietro. Sono quivi in bagno di luce ricchissima bruni, verdi
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potuto entrare senza stazzonarsi troppo le ali. V'è un impaccio per questi attori di scena religiosa che si risolverebbe s'essi, escito l'angelo, potessero
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Non passò molto tempo perché Orazio riprendesse il problema della scena religiosa in ambiente attuale: ciò fu nella notissima Annunciazione di Torino
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Crediamo infatti che verso il 1618-20 Orazio abbia dipinto la Scena di gioco e di rissa che nel Museo di Copenhagen è attribuita, s'intende, a
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completamente la scena religiosa in alta veracità visiva, senza residui.
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guardasse la scena con lenti gialle, per gioco. Reni, adunque, è qui irrobustito per mille modi; anche nell'interpretazione agreste quasi veridica del
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Nonsenso è quest'ambiente patrizio dove avviene una scena impossibile tra una dama seriissima e un giovinotto scalzo ma vestito di seta e con due ali
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» e non storico o mitico nel rappresentare la scena sacra, e pur essendo risalito alla fonte prima di tutte le trattazioni congeneri: il Riposo nella
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Nessuna meraviglia dunque se sorprenderemo finalmente Orazio a tentare la trattazione anche più adatta a questo pubblico anticlassico: la scena
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rissose di Valentin o di Manfredi, che anche Gentileschi aveva seguito nella Scena di Gioco del Museo di Copenaghen, ma che qui si placa in questa agiatezza
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Meglio fu per lui operare similmente sopra la scena mitica biblica; allora, scegliendo con accortezza soggetti che potevano essere interpretati
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Così sorse l'anfibia scena cortese della Salvazione di Mosè nel 1630. La portata storica di questa trasformazione sta nel fatto già accennato che
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parte - come serie di soggetti quasi inesauribile - della scena signorile, d'alta borghesia intenta a giochi placidi, a musiche, a cene e a conversari
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A questa concretazione e fissazione si giunge appunto traverso quella strana anfibia interpretazione in istampo «attuale» della scena biblica o
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Cancellate la figura del Santo ed avrete una pura e semplice «Scena di Famiglia» all'olandese; e infatti l'antiquario che possedeva l'opera prima del
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Rivediamo Artemisia, con idiotismi toscani, nella scena del Giuseppe interprete di sogni, sempre alla Galleria Borghese col nome di Valentin*.
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compiacenza per i toni biondi quasi monocromati, come nei corpi bellissimi dei morticini ai due lati della scena.
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Ebbene: la Lucrezia Romana si spiega soltanto con la cerchia Gentileschi: i Gentileschi di certo crearono questo soggetto di scena classica patrizia
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scena da oltrepassare a stento - come nello Stendardo di Orzinuovi - la mentalità di un sellaio rurale, incaricato di un ex-voto; e chi anche rilevi
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, come foppesca sarebbe ancora tutta la scena, se qualche superfluità architettonica alla milanese non tradisse la mediocre mentalità dell'artista. Se
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astraendosi dalla scena terribile in placidi conversari, che raramente si ritrova in Moretto. Il cielo celeste - come quello della Cena di San Giovanni
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del tempo e vedrà ribalte perfettamente rettilinee. Allora? Allora, semplicemente, la ribalta, come la scena, come lo scenario, essendo anch'essi
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perpetue, ma la luce che saettando con un violentissimo partito laterale presuppone l'ombra che abbranchi tutto il fondo della scena e l'imbruni, lasciando
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comprendere qual sia il nostro preciso foco di spettatori, ad abbrancar subito tutti gli scarti repenti di grandezze. Conoscete una risezione di scena più
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Depressione estrema della scena alpestre nell'Annunzio del Papato, altitudine rasa da un orizzonte subitaneo (il taglio), vetta stagliata all'ultimo
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Suprema genialità del raccordare al taglio in tondo, la scena centrale dell'Ingresso di Celestino e Carlo d'Angiò in Aquila (ch'è come un cubo
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costruttivi più ampi di portata ed essenziali, non si sacrifichi tutta la scena di un quartiere alla rabbia di un piano regolatore senza regola, o ai
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Scena bacchica a Berlino (van Dam): Adone e Venere, nella galleria di Schleissheim; il Ratto d'Europa, nella Collezione del Duca di Northbrook, ecc.
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e rapida come quella del Bambino nella Madonna di Sigmaringen, ma ecco la Sant'Anna a ristabilire l'ordine mantegnesco della scena; viene poi il
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, che ancora Voi riponeste nella veneta scuola. Di lui è, in picciol quadretto, una Venere all'aperto acconciandosi allo specchio; in altro una scena
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Nella prima edizione gli era attribuito il Turco dormente (694) della Coll, Ravà di Venezia, me mi pareva della stessa mano della Scena zingaresca
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Settecento» (920C); un po' poco, e male. Anche il n. 753, Scena di mercato della Coll. Mylius che mi sembrava del Todeschini restò fra le attribuzioni al
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Ma guardiamo la costruzione della scena. Tutto farebbe supporre che senza un mutamento radicale Bellini si sarebbe ripreso alla composizione del
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Che diremo infine della grande scena religiosa portata naturalmente tra le occupazioni degli uomini con quello stesso senso di meriggio ronzante che
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