concreto, San Pietro) e facendo la Chiesa si pone tra la terra e il cielo una struttura prospettica e praticabile, una «scala regia». Tutte le idee
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mette presto in rapporto con i Filippini, il cui zelo caritativo è molto vicino all’apostolato di San Carlo. Come quella del Caravaggio, la sua
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che l’edificio diventi un monumento aere perennius: può essere pensato e fatto per un giorno, come il restauro di San Giovanni in Laterano. I gesti
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Quando, nel 1646, Innocenzo X incarico Francesco Borromini di restaurare, per l’ormai vicino Giubileo del 1650, la chiesa-madre di San Giovanni in
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La ricostruzione di San Pietro e il restauro di San Giovanni rientrano ovviamente nel medesimo largo programma cli ripristino dei massimi monumenti
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Che la ricostruzione di San Pietro non potesse costituire un modello per il restauro di San Giovanni, si spiega anche con fondate ragioni religiose e
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La basilica di San Giovanni è altrettanto antica e degna di venerazione, è stata la prima sede del Patriarchium, la sua storia si identifica per più
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originaria di San Pietro, con il culto di Borromini per Michelangiolo, a cui pure risaliva in gran parte la responsabilità della soluzione centrale? Era
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, non potendosi inibire ai pellegrini (e furono, nel 1650, più di settecentomila) la visita di quella che era, dopo San Pietro, la più insigne e
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creato, come natura e come storia), che avevano trovato espressione monumentale nell’assetto berniniano di San Pietro e, in primo luogo, l’interesse del
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hanno fatto tutti i critici che hanno giudicato il restauro di San Giovanni opera secondaria, pressoché trascurabile nella storia dell’artista. Le
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Definito questo scheletro strutturale o di supporto, lo «abbellisce», cioè lo adorna od addobba. Si noti: le decorazioni floreali di San Giovanni
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cui le antiche comunità agricole ornavano i loro templi nei giorni festivi. Per questo l’ornato devozionale di San Giovanni, che in certo senso anticipa
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gigantesche ed enfaticamente atteggiate, come quelle dei pilastri della tribuna di San Pietro. I precedenti disegni dimostrano come Borromini avesse
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luce, il Borromini ha concepito l’insieme del nuovo San Giovanni; e proprio l’elasticità del sistema (documentata dalle variazioni di ritmo nei vari
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dell’accademia di San Luca, ch'era il sodalizio professionale degli artisti. Sc il Bernini vuol essere l'artista ufficiale della Curia Romana e se il
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Bernini nell’assetto finale dato a San Pietro e dal Borromini nel restauro di San Giovanni in Laterano, non prende posizione. L’idea stessa di monumento
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recupero cinquecentesco dai progetti per San Giovanni dei Fiorentini e perfino al piano bramantesco per San Pietro, in realtà c’è una differenza
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soltanto pochi anni prima, restaurando l’antica basilica di San Giovanni, il Borromini le aveva dato appunto un carattere di chiesa parata a festa dagli
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poco il Bernini, in Sant’Andrea), il tempietto di San Pietro in Montorio: a questa data, il tipo del tempietto bramantesco è già diventato paradimmatico
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San Giovanni, il Borrominì sviluppa la sua ricerca in senso essenzialmente luministico e coloristico; la tensione lineare si risolve nella
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inattuato del palazzo Chigi in piazza Colonna (che, riprendendo un motivo del Pigneto, era insieme palazzo e mostra di fontana) e la cupola di San Carlo
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in San Pietro in Vincoli.
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avente, dentro il basamento, un sacello funerario ellittico. Lo si sarebbe voluto collocare nel coro di San Pietro, incominciato a costruire dal
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è insieme architettura e scultura. È provato che l’idea di ricostruire San Pietro in forme monumentali, anzi di farne il grande modello dell
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Il progetto del 1513 presenta, rispetto a quello del 1505, modificazioni sostanziali. Poiché la tomba non sarà più al centro di San Pietro, cade la
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facciata di San Lorenzo né può altrimenti spiegarsi la trasformazione della tomba in una specie di «mostra», che inquadra bensì le statue in un telaio di
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tomba in San Pietro in Vincoli: nella quale, tuttavia, un osservatore sottile come il Tolnay ha ancora potuto rintracciare, nell’organizzazione
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cappella Paolina: la Caduta di Sara Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Sappiamo, da una preziosa testimonianza di Vittoria Colonna, che queste due
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anche in questo un vago ricordo del Bernini, che in san Pietro aveva preso un baldacchino da processione e ne aveva fatto un ciborio monumentale.
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guariniana di San Lorenzo. Ma quello che il Passanti definisce benissimo «un intreccio d’archi tutto filtrante luce» e che sembra reggersi sfidando tutte le
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Marta a Montanaro o le due voglie di balaustrata issate sulle ali della facciata di San Michele a Rivarolo Canavese, che fanno «alta tenuta» come le
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. In ogni caso il barocco di Carignano e il puntiglioso, aggrondato neoclassico del San Pietro a Ginevra non sono, nella storia dell’Alfieri, due fasi
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diverrà di prammatica, al tempio classico. La facciata, benché possa ricollegarsi a un disegno del Juvarra per San Filippo Neri, è chiaramente in rapporto
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. Ammiratore ed erede del Juvarra, certo; ma per intendere di che pasta fosse fatto basta guardare il campanile di San Gaudenzio a Novara: di stretta
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Il è anche la tomba del primo pontefice, san Pietro ( il tema del «parallelo» è tipicamente neoplatonico: nel 1481 il Botticelli aveva raffigurato
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della Royal Academy e del suo autorevolissimo presidente, Sir Joshua Reynolds, di decorare la cattedrale di San Paolo. Ma ciò che muta, e radicalmente
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prima il Bramante aveva cercato di determinare, nel tempietto rotondo di San Pietro in Montorio, il tipo o il modello del monumento puramente
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San Pietro, non esita a tornare alla idea bramantesca della costruzione centrale. Il suo giudizio è preciso: «lui [Bramante] pose la prima pietra di San
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’opera specificamente architettonica, la facciata di San Lorenzo a Firenze. L’analogia tra ì nuovi disegni per la tomba e quelli per la facciata è
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processi e i loro esiti sono assolutamente distinti, Stando così le cose, e tenendo sempre presente che fin dal principio la ricostruzione di San
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