«Pel conseguimento delle pensioni attribuite dalla legge 7 luglio 1866, n° 3036, saranno assimilati ai sacerdoti:
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sacerdoti. Ogni altro appartiene alla seconda categoria che è retribuita con un minore assegno.
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e del 1860 nelle Romagne e nell'Umbria, in quella del 17 febbraio 1861, non si sono fatte categorie così nette di sacerdoti e di laici, ma si è detto
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Ora la Commissione ci dice: sono obbligati a quello stato non solo i sacerdoti, ma anche i diaconi ed i suddiaconi, perchè ordinati in sacris.
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un'esclusione, perchè le due categorie sono di sacerdoti e di laici, oppure d'ordinati in sacris o di laici. Che cosa ne verrebbe? Che quelli che hanno fatto
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«Pel conseguimento delle pensioni attribuite dalla legge 7 luglio 1866, n° 3036, saranno assimilati ai sacerdoti:
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A questo articolo 3 sono proposti alcuni emendamenti. Uno è dell'onorevole Abignenti, il quale alle parole «sacerdoti, diaconi, suddiaconi e coriste
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dell'onorevole Mannetti, anzi di tutta la Commissione, che debbano cioè essere considerati tali anche quelli che non sono nè sacerdoti, nè diaconi
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scala e diceva che quelli ordinati in sacris erano assimilati ai sacerdoti, e gli altri avrebbero ottenuto la pensione assegnata ai laici, ma io dico
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250 se sacerdoti, diaconi, suddiaconi e coriste, e se laici e converse di lire 144.»
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, ai coristi, insomma a quelli che sono al cielo quasi consacrati i mezzi (titolo ecclesiastico) per farsi sacerdoti. Ma, signori colleghi d'ambe le
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dall'amministrazione del culto, per potere riconoscere partitamente quali sieno i religiosi sacerdoti e quali i laici. E dovrebbe sapersi, per esempio, nelle case dei
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3° L'atto di ordinazione al sacerdozio per i religiosi sacerdoti;
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concesso l'annuo assegnamento a titolo di alimento di lire 250 se sacerdoti, diaconi, suddiaconi e coriste, e di lire 144 a tutti gli altri professi.»
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; essi non sapevano farsi sacerdoti della forza umana, custodi della salute dei sani. Essi non sapevano dire al tisico, all'epilettico, all'uomo debole
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Accademia della crusca
