giovane e bella, prima sfilo tutto il rosario e poi ti faccio arrestare. - Zitta, zitta! - rispose donna Tura. - Vieni stasera sotto la Torre Pisana, alla
. - Vengo - rispose Mariuccia. Ma invece di chiamare le cameriere e farsi vestire, si mise a gridare: - Povera me! Povera me! Dopo tanto aspettare
- Chiedete quel che volete e ve lo do, - gli disse. - Non voglio nulla, Maestà, - rispose il finto medico. - Voglio soltanto l'anello col sigillo che
fuso? - Il Cavaliere si voltò in su alla chiamata e rispose: - Non puoi scendere a prenderlo da te? - No che non posso; sono rinchiusa in casa. - E
maggiore delle figlie gli corse incontro e gli domandò: - Signor padre, me l'avete portato il vestito di broccato color di rosa? - Eccotelo! - rispose il
voce chioccia di donna bavosa e vecchia, stava per fuggire, ma poi pensò: - Sarà la donna di servizio, - e rispose: - Sono il cameriere di Sua Maestà
una cosa. - La poveretta lo fissò maravigliata perchè non era mai stata fermata per via da un bel Cavaliere e rispose tutta umile: - Sono agli ordini
trogolo per dissetarsi. Il Duca gli rispose: - Hai ragioni da vendere, ma senti, porco mio, che cosa devi fare: per stasera portacelo. Quando son seduti
bene? - Sì, sì, sì - rispose Ruggiero. - Siete bellissime, mi avete dimostrato molto affetto che vi contraccambio, mi avete fatto del bene di cui vi
mal garbo: - Che cosa volete? - La ragazza, senza lasciarsi intimidire da quell'accoglienza, rispose: - Vogliamo tutto quello che avete di più bello nel
, se tutto è del duca Roberto? - rispose Costanza. - Ma una cosa è tua e quella la puoi dare. - E quale? - L'anima! A questa risposta Costanza capì
il gran tesoriere, ed anche a lui rispose sullo stesso tono. Poi le mandò l'arcivescovo, il gran siniscalco, e a tutti ella diceva che il Re poteva
soffiar come un mantice. Dunque sono pronto a soffrire per perder la gobba. - Allora, - rispose la civetta - te la faremo sparir subito, perchè
presero. - Io, per conto mio, - disse il Reuccio - non ho nessuna voglia di uccidere la mia colomba. - Neppur io voglio uccidere la mia, - rispose il
moneta d'oro? - Il Duca tutto tremante rispose: - Maestà, quando il padre mio venne a morte, durante il regno del glorioso re Ruggiero II, vostro
sua sola ricchezza. Per questo alla domanda del fabbro rispose: - Che so? m'hanno detto che sono figlio del principe di Cattolica e che quel perfido
sentire tremenda. - E io ti darò da calmarla, - rispose la Fata. E con un'ala toccò la tavola sgangherata e quella tavola s'apparecchiò da sè come per
stanotte e vedere altre maraviglie del mondo? - Viaggiamo! - rispose il giovane. Allora una delle Fate gli toccò le spalle con la bacchetta fatata, e nel
, dammela! - Ma tu non sei fratello mio! - rispose l'altro. - Se tu fossi mio fratello te la darei, a te non te la do. Tu sei figlio di un'altra madre
Lo sdegno animò il volto del giovinetto Re. - Vecchia tentatrice, - egli rispose - io sono cristiano come i miei avi, e non adorerò mai altro Dio che
uccidere la mia colomba. - Neppur io voglio uccidere la mia, - rispose il Principino. - Incateniamo i falchi e mettiamo le colombe in libertà. - Così
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un finestrino in cima alla torre, comparve una testa, e una voce di donna chiamò: - Peppa, ci sei? - Ci sono, - rispose donna Peppa di giù. Allora
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se ne andò dal primo barbiere di Palermo. - Buon giorno, - disse. - Buon giorno, - rispose l'altro - in che posso servirvi? - Vorrei che mi
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padre la chiamò e Mariuccia gli disse chiaro e tondo che fra i commensali non c'era nessuno che facesse per lei. - Ebbene, - rispose il padre - a
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