! - Siamo più miseri di voi - rispose il padre. - Rivolgetevi altrove. La ragazza invece prese la pagnottella, che doveva essere il suo desinare di quel
vecchia trovò sul pianerottolo la Reginotta che l'aspettava: - Vecchina, donde venite e dove andate? Vecchina, che ricordo mi lasciate? E colei rispose
; gliel'hai messa male. Se domani non mi riporti la Trottolina parlante, guai a te! Quel furbo rispose: - É vero, Maestà; io le ho messo la lingua, ma la
il manto reale. - Infatti, - rispose la ragazza - non ho mai dato un punto in vita mia. L'ago intanto era rimasto attaccato alla stoffa, e durante la
dell'abbondanza? Rimandò il garzone: - Avanti di sposare, Sua Maestà vuole accertarsi che il vostro corno è davvero quello dell'abbondanza. Il mugnaio rispose
avrebbe dato la Reginotta, egli rispose con una spallucciata: - La volevo e non me la diedero: ora me la danno e non la voglio io. Due salti e sparì. La
: - Ti ho sentito. E lo chiamò con un gesto sulla pelle nera. - Dimmelo subito, mi ami? - Egli non rispose. - Rodolfo... - Mi ami?! - esclamò con più
guardandolo con ammirazione: - a tutte le battaglie, a tutti gli assedi, da Madrid a Mosca, da San Giovanni d'Acri a Waterloo! - A tutte - rispose il vecchio
... siete troppo artista per aver potuto resistere al fascino della sua bellezza. Lelio le rispose con un sorriso di provocazione. - Non ballate? - No, sono
echeggiare sotto il mio passo leggero di donna gli domandai se v'erano sotto le prigioni. - E vi rispose? - Sorridendo che v'era la cantina. Ebbene abbiamo
finito il capolavoro? Quando verrete a leggermelo? IRMA" Le rispose con un'ode. Finalmente la fortuna gli sorrise; un suo vicino di campagna, vecchio
furono daccapo seduti sul divano, ella tacque: voleva che parlasse lui per il primo. - Che cosa vuoi? - le disse finalmente. - Mi ami? - Io sì - rispose
l'ipocrita servilità, colla quale trattava gli avventori. - Se non fosse per Santone, avrei piacere - le rispose sprezzantemente Sughetto, un giovane
poco e di offrirmi troppo - rispose con certa amarezza.- voi, duchessa, che sapete tanto bene il latino, vi ricordate senza dubbio la definizione della
adesso beviamo. - Vorreste mangiarci quei due soldi che abbiamo - rispose il maggiore dei due figli, il più lacero. - Ti ho detto di bere - ribatté il
- rispose insolentemente Lelio: - voi siete molto più piccola, eppure li avete più grandi della principessa. La folla delle maschere si pigiava in due
teologia. - Dunque? - domandò sedendosi famigliarmente. - Ci siamo stati, l'attore è grande - rispose Tarlatti, il biondo, con voce sottile, passandosi
, volgendosi a Fedoro. - Si direbbe che su questi alberi è nevicato. - I pe-lah hanno lavorato - rispose il russo. - I pe-lah! Ne so meno di prima
facilmente. - Chi sono costoro? - chiese Rokoff, il quale aveva introdotta una nuova cartuccia nella carabina. - Dei briganti? - Nomadi mongoli - rispose il
Bogdo-Lama - rispose Fedoro. - Come ci accoglierà? Mi sento indosso un certo malessere che si direbbe paura. Se indovinasse in noi degli europei? - Taci
. - Là! ... là! ... sul fuso ... un animale! ... - rispose il giovanotto, con voce strozzata. - Stava per balzarmi addosso! ... - Un animale sul nostro
trovarli subito, sotto la canna del fucile non sarà cosa facile - rispose Fedoro. - Mi spiacerebbe non poter accontentare quello strano comandante. Sai
comunità, suppongo - rispose il russo. - Un personaggio importante? - Quasi quanto il Dalai Lama di Lhassa, se questo è veramente il celebre monastero
padella nelle brace - rispose questi. - Tuttavia sono più contento di trovarmi qui che sull'altipiano, cogli jacks di fronte perché non avrei il
? - Purtroppo - rispose il cinese. - E vi hanno condannato? - chiese Rokoff. - Quindici giorni or sono ho trovato sotto il mio capezzale una carta con il
qualche puntata. - Giù quel ferro! - urlò Rokoff, scuotendo le canne con maggior vigore. - Giù o ti strangolo come un cane. - Tu non mi fai paura - rispose
- rispose il cinese. - Ah! Benissimo: farete almeno un po' di luce su questo misterioso delitto. - Io credo di averla già fatta - rispose il magistrato
il sud-ovest? - chiese Rokoff. Il capitano guardò il cosacco per qualche minuto, ma non rispose, anzi si allontanò raggiungendo il macchinista che
fatto la vostra raccolta? - chiese Fedoro, ridendo. - Nemmeno una foglia - rispose il capitano, facendo un gesto desolato. - Ve lo avevo detto che era
abitata da troppi inglesi: Canilab - rispose il capitano. - È già notte. - Potrebbero scorgerci egualmente, essendo prossima l'alzata della luna. - E dove
lo circondano! Questo è il bello orrido. - Tutte montagne sacre - rispose il capitano. - Qui tutto è divino. - Anche i sassi? - Anche quelli. - Anche
quella costruzione che vedo laggiù in fondo a quell'orribile burrone, che cos'è? - chiese Fedoro. - Un monastero buddista - rispose il capitano
? - Ah! Signore! - esclamò Rokoff. - Io spero invece che ci farete assaggiare ancora di quel liquore. - Sì, ma senza narcotici - rispose il capitano
o la luna e anche bruciare selve e accendere pozzi di petrolio senza farsi schiacciare dalla folla. - Tutti così questi cosacchi - rispose il giovane
qualche palla fischiare - disse Fedoro. - Non mi stupisco - rispose il capitano - eppure ci troviamo a milletrecento metri. Non sono i moschettoni a
! - Sì un capolavoro - rispose il capitano con vivacità. - Ecco risolto finalmente il problema della navigazione aerea. - Ma ... signore ... - disse Fedoro
bufali? - No, jacks selvatici. - Ci avevate promesso di farceli cacciare. - È quello che faremo domani mattina - rispose il capitano. - Abbiamo
addosso qualche bomba? - chiese Rokoff. Il capitano non rispose. Guardava attentamente un bastione che si trovava al nord della città, difeso da una
. Signor Rokoff, appoggiate sull'isola. Vedo i manciù fare dei segnali alla giunca. - Ancora pochi colpi di remo, signore - rispose il cosacco il quale
abbiano idee bellicose costoro. Non vedete come si avanzano tranquilli, senza nemmeno accendere le micce dei loro fucili? - È vero - rispose Fedoro. - Che
o sarei giunto troppo tardi - rispose il capitano. - Ci avreste almeno vendicati - disse Rokoff. - Avevo già fatto preparare delle bombe ad aria
Buddha? - chiese Fedoro. - Tale è la loro credenza - rispose il capitano. - Gl'indiani le gettano nel Gange ed i tibetani nel Tengri-Nor. - Sì, signor
" - rispose lo sconosciuto nell'egual lingua. - Siete sorpreso, è vero? Ciò non mi stupisce. Poi, con una certa meraviglia, chiese: - Voi non siete un
. - A cercarli presso quel monastero? Lo sconosciuto fece un cenno affermativo. - Lo farò - rispose il capitano. - Non lascerò il Tengri-Nor se prima non
tribordo erano stati privati d'una buona parte del tessuto. - Non potremo alzarci egualmente? - chiese Rokoff. - Non oserei - rispose il capitano. - È
? - chiese Fedoro stupito da quel linguaggio incomprensibile. - La verità - rispose il cinese, mentre un'ombra passava sulla sua fronte. - Chi può minacciare
sempre. - Sì, senza la vostra idea. Mi rincresce solamente pel vostro brandy - rispose Rokoff. - Si poteva fare un punch migliore. - Non lo rimpiangerò mai
d'un povero mandiki? - Siamo discesi appunto per questo - rispose il capitano. - Io ne acquisterò gran fama e riuscirò forse a realizzare il mio sogno
guardò sorridendo e gli fece un grazioso inchino. Il cosacco, che non voleva scatenare una tempesta, specialmente con quei quattro figuri, rispose con un
. Nella vicina tettoia si tormenta e si uccide. - Sì, dei ribelli che avevano cospirato contro l'impero - rispose il giudice. - Sono cose d'altronde