’immaginazione ha quindi il suo fondamento nella storia. Ma la ripetizione precisa di un evento è un caso e il caso è un fatto particolare, mentre la
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può essere più modificato dalle contingenze presenti: quindi la condizione umana è soltanto un sentimento di attesa della storia (non dissimile
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Se il sentimento è, in sostanza, la “naturalità” umana e quindi è sempre, in qualche modo, sentimento della natura, non si arriverà a trasformare il
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delle figure sforzate (il richiamo a Michelangiolo è evidente), quindi la historia devota deve essere “fedele, pura, vera e pudica”, cioè proprio
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del santo, e quindi il colorito e l'illuminazione, anch'essi “generalizzati”, sono vagamente intonati al tema e mirano piuttosto a influenzare il
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pittorica. Il classicismo, come linguaggio e discorso, è dimostrativo, e quindi le figurazioni classiche hanno un principio, uno sviluppo e una conclusione
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”. Nella storia di Rembrandt non c’è giudizio, quindi non c’è catarsi: la sola attitudine, la sola azione storica è di patire il mondo, di rassegnarsi
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occhi vedono quello che la coscienza vede, quindi la percezione ci dà la struttura, la spazialità della coscienza. La pittura è il processo della
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struttura dello spazio e quindi valido soltanto come mera immagine. Sorge così una vera e propria iconologia architettonica, tanto più libera nelle sue
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della visione, un assoluto valore di realtà. La prospettiva artificialis che mirava a identificare la visione con la verità intellettuale, e quindi
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la società dei viventi alla società degli eletti. è quindi un processo d'elezione: arte edificante per eccellenza, l’architettura ha il compito di
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ingegnere e deve saper servirsi di tecniche elaborate al di fuori della tradizione artistica e aventi quindi un carattere puramente strumentale. Ma
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, diventa visione e rivelazione. L’artista deve fenomenizzare, visualizzare tutto: quindi la tecnica ha specie infinite. Sono infinite le tecniche
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dal fatto che quei fiori, grappoli e cibi non sono veri ma figurati; quindi si ammette che la mente umana può avere percezioni chiare e distinte e che
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Era fin troppo facile, per i teorici del Seicento, indicare nel genere del ritratto il tipo dell’imitazione “com’è”, e quindi, il termine medio tra
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’immaginazione. Bisogna quindi stare alla seconda ipotesi: l’immagine dipinta ha un valore diverso e maggiore di quello della cosa vera.
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devoto e quindi non può rovesciare una gerarchia, che non accetta, tra figure e cose. Accetta invece, con la parità di valore di figure e cose, di sé
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abitabili e, quindi, è produttiva. L'arte che muove dal particolare dimostra che l'esperienza del particolare, la sola obbiettivamente possibile, è
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tutti, anzi è più facile a chi in terra abbia compiti e responsabilità, quindi autorità, meno gravi. L’azione sociale che la Chiesa si propone è
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, ma fondata sulla logica della natura e della storia; quindi non limita, al contrario, l’esistenza “mondana”, tant'è vero che Raffaello non esita ad
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ad oltranza. Ma, fissandosi come “regola” e quindi perdendo la sua struttura razionale, il suo contenuto intellettivo o di conoscenza, la sua forza
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La difesa e la rivalutazione delle immagini e quindi dell’arte che le produce, è la grande impresa del Barocco; e comincia quando la Chiesa, ormai
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tra loro le antiche basiliche cristiane e servono quindi alla funzione devozionale: ma se tutte le antiche basiliche diventano oggetto di devozione e
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che ha la maggior forza d’imitazione, quindi è l’arte egemone, quella che più direttamente “visualizza” l’immaginazione. (Il Cortona era anche
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razionalità della visione e quindi immaginabile e visibile come un riaprirsi del mondo oltre l’orizzonte dell’esperienza.
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