qui alcuni italiani — il mondo d’oggi non ride, non riposa, non spera e non perdona. Si dirà che tra l’arte informale e quella dei Guttuso, dei Francese
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Si guardi come la luce filtra nell’ambiente di una casa borghese in «Persiane» (1895): qui lo schema è impressionista al cento per cento, quasi un
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’illustrazione e la compitazione divisionista, ché qui il nome di Pellizza da Volpedo potrebbe esser fatto) queste ed altre opere non stanno certamente a segnare
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Munch — e qui ci riferiamo alle opere del Maestro, inconfondibili, del ventennio 1890-1910 — dipingere o disegnare una scena della vita quotidiana
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«scienza» cubista. Ma non vogliamo qui dilungarci molto in una spiegazione abbastanza ovvia. Aggiungiamo soltanto un avvertimento. Non si crei fra epoca ed
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rasentano il capolavoro. Ma, anche qui, in che senso Picasso va letto? Proprio per quel modo anticonformista, cosciente con cui si serve di forme
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bello, d’essersi «acconciamente colorata». Da qui la ragione del pittore di ridipingere a lei le unghie e anche le mani e perfino i capelli di una
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cappello». Qui a guardare viene il capogiro, viene rabbia addirittura e un poco anche da ridere. Eppure Picasso dinnanzi a queste matrone loquaci, dai
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fino a formargli un gusto. Ma è qui, naturalmente, lo sbaglio di pretendere da Picasso quello che il pittore non ha voluto esprimere, di pretendere ad
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sviluppo. Da qui la ragione di quei trofei di espressioni, di quello intersecarsi di prospettive, di profilo e di fronte, di quella apparente mancanza di
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tradizione, da una parte, e i modi della avanguardia più scaltriti e sottili, dall’altra: da qui soprattutto ci sembra parta la enorme fortuna dell
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natura, è il modo più radicale fin qui conseguito nel tutto tondo, di entrare dentro lo spazio, uno spazio terrestre e antico, in virtù del quale donne
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impressionisti in una armoniosa architettura, vegetale o floreale (qui l’aggancio con le ultime avanguardie è ancor percepibile).
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, allora, ciò che nel primo caso si sarebbe giudicato singolare e curioso, qui si accetta come profondamente originale e costruttivo; non più, quale
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Da qui la profonda impressione che suscitano alla vista i suoi papi, clamanti senza voce, i suoi nudi virili gettati in mezzo a frasche di periferia
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A mano a mano che l’arte di Francis Bacon tocca il 1950, la pittura sua si fa epidermica, quanto a stesura. Qui il punto di confluenza tra fatto
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clima stilistico che avrà i suoi frutti dopo il 1957, ma che già si avverte al profondo della coscienza di Bacon: qui il Kokoschka animalista del 1908-10
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esplicitamente alla ribalta, come personaggi spogliati a forza, messi in vitro. Qui il Picasso dei mostri è preso alla lettera, reso statico; così, ciò che per
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che dire delle due testimoni della serie «Mooney?». Qui la grafia giuoca larga, riassuntiva, e le campiture di colore, tendenti a zone monocrome, sono
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Shahn organizzi da una «occasione» di Buone Feste un pensiero lirico ed estroso, si può notare in diversi «cards» qui esposti: si veda il tenero
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Non sono qui raccolte molte delle tempere su Sacco e Vanzetti, eseguite dall’artista intorno al 1930, ma talune si prestano alla messa a punto, fin
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, potrei stare una giornata intera qui a provare: non uscirebbe niente; io sono incapace... letteralmente incapace... di fare una cosa a memoria, di fare
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, decrepita, consunta faccia di Adamo, è cosa da sviscerare; qui penso sia bastevole dire che il legame visivo e sensibile di Giacometti con i suoi
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Si veda qui nella mostra la piccola scultura, una delle tante versioni della «Grande chevelure»; quei seni divaricati a muraglia, quella elefantiasi
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dei disegni «Lupo di mare», «Operai n. 2», «Vecchia pesciaia e nepotino»: qui siamo all’altezza del Munch litografico. Senza contare che dalla
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Eccoli qui, i personaggi di Viani, tinti di molti stili, ma guardati col medesimo sguardo cinico e appassionato: i malati degli occhi con le loro
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qui, non l’apparenza di quei modi, la lezione, invece, che dietro le sprezzature di quegli avanguardisti il pittore aveva saputo leggere della grande
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dopo il 1940. Qui l’artista eccelle in tutti i generi, dal paesaggio alla natura morta, al ritratto, all’autoritratto. Ma in questa sala, come nelle
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faccia del coloratissimo mondo di Scipione; qui il pittore, che era già minato dal male e che alternava momenti di grave angoscia fisica a improvvise
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di Mafai, qui come altrove, il pericolo è quello di una certa grevezza, di una minore frequenza di trasalimenti, compensata, del resto, da un senso
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Produrremo tra poco le nostre «pezze d’appoggio». Qui sarà il caso di aggiungere l’imbastitura di un giro di idee che ci sembra conseguente alle
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Non si tratta qui di negare o... permettere all’artista di scegliersi nel Seicento o nell’Ottocento romantico i suoi maestri, si tratta piuttosto di
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Con questa ricerca di fonti e di incontri si vuole qui toccare il problema, tratteggiato al principio, dell'appartenenza di Carlo Levi a un gusto
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Ma che cosa è dunque la pittura di Carlo Levi in se stessa, riconoscibile tra le componenti di questo gusto, cui noi fin qui abbiamo dato nomi di
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olimpica pacatezza, dalla quale sono banditi i colpi di testa, le contraddizioni profonde, le negazioni e le abiure. Non è dunque esatto dire qui, al
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Ma le sollecitazioni del suo viaggio in Calabria furono ben più prepotenti. In Calabria non era possibile guardare soltanto contemplando; qui il
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pittore di possedere queste doti; qui il gentile, il raffinato, il delizioso, se vogliamo, sono messi a servizio di una precisa cosa da dire; la quale
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conservatrice e passatista, il vecchio goliardo compose il ben noto epitaffio: «Qui giace / la velleità / di impiegare i morti / a / seppellire i vivi».
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Mafai»: e ricordiamo qui, come abbian fatto altra volta, l’importanza che ebbe in quel momento di riscossa e di reperimento dei valori più validi della
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mostra personale del pittore romano a «Il Torcoliere»; ma anche qui queste opere appaiono condotte con maggiore energia e pienezza. In quel rosso intriso
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gruppo) oppure con la curiosità di veder volgere la fantasia del Negri verso una più consapevole astrazione. Ed è qui che Ramous comincia: si guardino
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Tra gli scultori astratti di notevole livello vogliamo qui trattare di Mirko Basaldella, lo scultore «romano» dalle cento vite, tutte sperimentate
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bambino malato», dove la tematica realistica ha il sopravvento sulla tendenza simbolica, del tutto velleitaria in Attardi; qui una schiena plasticata
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del padiglione italiano e negli altri padigioni sono valori assai importanti e degni della più attenta discussione, qui tra le opere dei futuristi si
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Naturalmente, al di sopra delle apparenti contraddizioni della personalità umana e artistica di Brancusi — di cui abbiamo fin qui descritto le
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caduta di una civiltà non più misura dell’uomo: da qui non parrà arbitrario ed esibizionistico il fatto di una Gioconda apparsa coi baffi per opera del
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Fra gli artisti nell’ordine se non proprio sperimentale e manieristico di questi fin qui citati, ma non tali da sostenere il ruolo di protagonisti
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Ma le personali degli artisti italiani non sono tutte qui: in un momento di lento e consapevole trapasso è Bruno Cassinari, che ritorna a un tipo più
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Mirko Basaldella espone ancora una volta i suoi totem e ben dice il suo presentatore Valentino Martinelli che l’artista è anche qui se stesso, per la
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temi di favola e di mitologia così lontani dai drammatici tempi in cui visse l’artista. Qui è il caso di illustrare l’aspetto più realistico, quanto a
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