d'aspettarsi di essere ben visto, gradito, apprezzato. Chi, seguendo le norme da noi sin qui indicate, cerca di procurar agli altri tutto il piacere
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può darsi che siano ottime persone, con cui è facile l'ubbidire e il lavorare; talvolta hanno un carattere bisbetico ed esigenze soverchie. Qui
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precetto: «dell'abbondanza del cuore parla la bocca». Di qui la necessità di educare l'animo a sentimenti gentili: di qui la cura che devono avere i
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domanda di qualche servizio: talora consiste anche in un'offerta... Spiace anche qui l'affettazione e l'esagerazione, e ci ritiene dall'approfittar di
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restituita entro gli otto giorni. Non sarà male accennar qui ai biglietti da visita, che spesso sostituiscono la nostra persona....Essi devono essere in
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educate, e non è qui necessario il ripeterle. Ma vi è un difetto gravissimo in cui cadono tanti e tanti collegiali. E' anzi una piaga quasi generale: quella
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sguardi. Non parlando del loro vestiario che dev'essere adatto alla condizione e all'età, e limitando qui le mie avvertenze al contegno, io credo che la
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Alle norme qui date sul contegno da tenersi in Chiesa è opportuno aggiungere qualche avvertenza riguardo agli ecclesiastici. Fin dai suoi tempi il
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di farsene poi bello con notizie inedite. Qui l'indiscrezione sarebbe doppiamente biasimevole. Naturalmente, ancor più riservata e corretta nel suo
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. Rimangono naturalmente immutati i riguardi di cortesia, anche se si applicano in modo tutto inverso a quello che s'è fatto fin qui. Ma se qualcuno
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di non aver a rendere nessun conto del suo contegno. Invece la cortesia, i riguardi vicendevoli, senza lesione dei propri diritti, sono qui più che
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non si tardi a ricorrere al dentista quando appare il primo guasto: un pronto intervento salva spesso da una interminabile serie di guai. E qui
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pubblico inveisce contro il tiranno, all'Arena. Fin qui, niente di male. Ma il male è quando il popolo non abbastanza educato, tumultua, grida e fischia
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famiglia. E non badano se a torto o a ragione. Ecco qui; tornano a casa dai loro affari colla luna a rovescio, con una fiera voglia di brontolare e
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presso gli sposi non ha nemmeno la metà delle preoccupazioni e delle noie che sono descritte qui sopra. Generalmente egli fa vita a sè, occupato o
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padroni, si riassumono in questi: fedeltà, obbedienza, rispetto. Del primo, risponde la loro coscienza, e non è il caso di parlarne qui: riguardo
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sè, anche spogliato di quella impronta paurosa che era nel carattere del brav'uomo. «Ricordatevi, le disse, che qui bisogna far sempre viso ridente
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non ballano, e in generale delle persone mature che stanno a discorrere fra di loro: qui vengono anche i danzatori a riposarsi. Abbandoneranno poltrone
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scambiano i fidanzati fra loro, e quali si offrano dai padrini e da parenti e amici in occasione del matrimonio. Ripetiamo però ad ogni modo che qui c'è
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sgradevole anche il riso: di qui la necessità di sorvegliare e l'una e l'altro. Si avvezzino i fanciulli, e specialmente le giovanette, a ridere moderatamente
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ricche toilettes ai pranzi, alle serate, agli spettacoli teatrali, ai balli, ecc. E qui non avrà altro limite a imporsi se non quello segnato
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indispettito. Parlando di celie e di motti spiritosi, è opportuno qui ricordare che il buon gusto interdice le parole a doppio senso, i bisticci, i
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Accademia della crusca
