Questo gusto per il dettaglio realistico e per la saporita descrizione di attività quotidiane non lo si ritrova, però, esclusivamente negli ambienti
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studi cerchiamo un collegamento tra il gusto, la cultura di un committente e le sue scelte in campo artistico; in questo caso, però, è davvero
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), che faceva parte di un polittico destinato ad una chiesa di Pisa. L’interesse di questo confronto sta nel fatto che si tratta di due opere di ugual
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celebre saggio intitolato Fatti di Masolino e di Masaccio pubblicato in «Critica d’arte» nel 1940, definiva questo sodalizio in termini di
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committenti e membri della Confraternita, è un eloquente e materno simbolo della protezione divina e dei compiti assistenziali di questo tipo di
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occidentale, ed ancor più specificatamente di quella italiana. Questo gusto per l’illusionismo spaziale non è una peculiarità dell’età moderna, ma risale
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allineati lungo un immaginario asse verticale al centro della tavola. È proprio questo uno degli elementi che differenzia maggiormente questo tipo di
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simboliche. In questo affresco emerge la straordinaria capacità del Perugino di trasferire in immagini perspicue e limpidamente strutturate, contenuti
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Quel che più ci interessa in questo contesto, però, è l’espediente prospettico di cui Melozzo si è servito per rendere più magniloquente la propria
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Di Mantegna, in questo contesto, non possiamo non ricordare anche la celebre tela di Brera con il Cristo morto (fig. 116), brutalmente scorciato in
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Nell’intrecciarsi di concordanze e prefigurazioni tra Vecchio e Nuovo Testamento, tenacemente cercate e individuate dai teologi cristiani, questo
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A questo punto, è importante prendere in considerazione un aspetto tutt’altro che secondario rispetto a questo problema: le modalità con cui veniva
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motivo, questo, che ricorre spesso nelle rappresentazioni di eventi drammatici o miracolosi, allo scopo di porre l’accento sul diverso livello di
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conoscerlo e dominarlo. Su questo sforzo comune, condiviso dall’intera élite rinascimentale, si fondarono dunque le premesse che portarono, nel corso del XV
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A Paolo Uccello è tradizionalmente attribuito anche questo disegno (fig. 145), rappresentante un complicato solido geometrico a settantadue facce
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Tornando a Paolo Uccello, ci rendiamo però conto che questo sbocco ludico, e in definitiva surreale, della prospettiva si era già affacciato fin dai
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primaverili a paesaggi estivi o invernali, con un gusto sempre più pronunciato per la sorpresa, tanto che questo tipo di spettacolo, il cui scopo principale
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A prescindere dalla totale inattendibilità di questo racconto, è superfluo sottolineare l’importanza del suo messaggio di fondo: la creatività
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Questo disegno (fig. 159) è una scenografia prospettica realizzata da Baldassarre Lanci per una commedia, La Vedova, allestita in Palazzo Vecchio nel
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Vasari è stato spesso un ottimo architetto, ma in questo caso ha realizzato un vero capolavoro, che realizza una mirabile sintesi tra tre diversi
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delle quali parecchio fantasiose e prive di solidi indizi. Una delle interpretazioni più antiche vedeva in questo quadro un’allegoria politica
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rappresentato come un giovane biondo e di gentile aspetto. Resta, però, il fatto, che questo genere di interpretazione rende ragione del perché i tre personaggi
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Questo, secondo me, è il vero messaggio che Piero affidava alla sua tavoletta, un dipinto che forse non ebbe bisogno di un vero e proprio committente
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’arte di cui ci occupiamo. Riguardo a questo tipo di testimonianze, i nostri metodi di indagine e di verifica sono ovviamente gli stessi usati dagli
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’essenza. I grandi «conoscitori» Bernard Berenson, Roberto Longhi, Federico Zeri, per citare tre delle massime autorità in questo campo possedevano un
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Basti confrontare questo straordinario ritratto di giovinetto in posa frontale (tav. 5b) con quella testa di giovinetto biondo (tav. 5a), in posa
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maniera» (è un termine usato in questo senso anche da Vasari, che lo alternava alla locuzione, per lui equivalente, «lavorare di pratica»), ossia a memoria
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A questa ipotesi fa eco, poco dopo, quella di una studiosa, Fiorella Sricchia Santoro, che tenta di dare un nome a questo «terzo» ipotetico maestro
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De Marchi ha comunque avuto il merito di aver inserito nella discussione critica questo bel disegno di Windsor, che, come vedremo, era destinato ad
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Ma prima di approfondire questo tema, passeremo in veloce rassegna i principali espedienti usati dai pittori e dagli scultori, nel corso del Medioevo
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sequenza degli avvenimenti e addentrandoci nell’intreccio narrativo che ci viene proposto. Questo sistema di «tradurre» una sequenza narrativa in tante
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David su questo suo quadro, idee che Delécluze aveva potuto apprendere dalla viva voce dell’artista quando, da giovane, aveva frequentato il suo atelier.
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Ecco quanto il maestro disse all’allievo in quell’occasione, o quanto meno, ecco come Delécluze ricostruisce questo episodio della sua giovinezza
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In questo contesto, assume una particolare importanza la cosiddetta questione dell’«ut pictura poësis», ovvero l’asserzione, basata su una
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della pittura, ma non per questo priva di significato o del tutto implausibile.
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raffigurazioni di prede da catturare «in effigie» e dunque come rito propiziatorio per la caccia. In questo caso, dunque, l’artista mette al servizio della
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Questo topos dell’artista mago e veggente, che agisce in preda ad un’ispirazione e cade in trance per risvegliare la sua attività oracolare, si
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L’opera d’arte va vista nell’ambiente in cui si trova, meglio ancora se questo coincide con il luogo cui essa era originariamente destinata e per il
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Commentando questo passaggio del De pictura, Salvatore Settis chiarisce molto bene il senso di tale equivalenza albertiana tra pittura e retorica: «l
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scultoreo allora visibile a Roma si riferisca Alberti. Ma questo, ai nostri fini, è irrilevante, poiché la ripetizione con o senza varianti delle invenzioni
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Torneremo su questo tema anche in altri capitoli del libro, per ora limitiamoci ad un paio di esempi concreti, che hanno il pregio di mostrare come
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Naturalmente non sempre le opere d’arte sono rimaste, come in questo caso, nei luoghi per i quali sono state concepite, ma se uno storico dell’arte
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Da questo primo esempio, che ci ha mostrato un caso di filiazione diretta di un quadro da un altro (anche se Girodet ha sottoposto lo spunto tratto
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sacra. Il termine «Tardogotico», invece, fa riferimento al fatto che questo stile può essere di fatto considerato come una sorta di propaggine del
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corpo di Cristo. In questo affresco in Santa Maria Antiqua a Roma dell’VIII secolo (fig. 60), il modo di rappresentare la figura umana deriva alla
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Questo processo giottesco di rimutare come scrisse Cennino Cennini «l’arte del dipingere di greco in latino» fu in realtà potentemente influenzato
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Con Giotto questo progressivo abbandono degli stilemi astratti in favore di un nuovo naturalismo diviene un fatto compiuto: nel suo celebre
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’edificio, è messa inoltre in piena evidenza, così com’è apertamente mostrata la funzione strutturale dei grandi pilastri polistili. Sui manuali, questo
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Questo problema è in genere ben presente ai responsabili degli odierni restauri, ma a dispetto del loro scrupolo scientifico è pressoché inevitabile
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Uno degli esempi più noti e clamorosi di questa sofisticata eleganza tardogotica è questo disegno tratto da un taccuino di Pisanello (fig. 77), in
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