Ti son vicino e tu mi sei lontana, mi guardi e non mi vedi, o s'io ti parlo, pur amando ascolti, non però m'intendi; ti sono questo corpo e questi
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sotto il vento a farsi vellicare sta sotto il sole a suggere il calore sta sotto il cielo sulla buona terra questo ch'io chiamo «io», ma ch'io non
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volere, che mi giova la vita e il mio dolore e questo amor lontano e disperato? Fatto sono da me stesso diverso che centra il fato mi dicevo forte
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sospingi senza posa che la tua fame tiene, e che nel vario desiderar continua si trasmuta. Di sé ignara e del mondo desiosa si volge a questo e a quello
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estivo ha dispersi, sotto le fronde si matura il frutto e il bifolco gioisce. Ahi, la promessa della primavera in questo picciol frutto si rinserra ed
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. Rimprovero m'è il sogno e non spavento, perch'io m'attardo mentre tu languisci; s'io vinco certo così non perisci. Questo sogno m'è sferza all'ardimento
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con ignoto terrore il core altero. - Che è questo che s'attarda insidioso nel nostro sguardo allor che senza fine immoto intenso dalle nere ciglia
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vedeva salire. E scorrendo l'occhio lontano sulle sponde che serrano il mare sulle case tristi ammucchiate dalle trepide cure avare «Questo è morte, Senia
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