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Osservazioni astronomiche e fisiche sulla grande cometa del 1862 con alcune riflessioni sulle forze che determinano la figura delle comete in generale

515262
Schiaparelli, Giovanni Virginio 50 occorrenze
  • 1873
  • Ulrico Hoepli
  • Milano-Napoli
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
  • w
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discernibile. Coll’ingrandimento 200 questo zampillo si vede estendersi 30" o 40", però molto male. Il nucleo propriamente detto non arriva alla nona

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parallelo forse 10° nella direzione precedente australe. Nella Tav. IV questo zampillo è troppo grande rispetto alle dimensioni della testa. Lunghezza

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quasi altrettanto chiaro che i rami medesimi, ed in questo senso bisogna intendere emendato il disegno. Al di là della testa del Dragone l’estremità della

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; e non so veramente se questo sia ancor lo stesso corpo che il segmento di jeri sera.

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è di 10.a grandezza, e fa coll'asse della coda un angolo di circa 60° nel senso indicato dalla figura. Oltre a questo vi è un ampio settore, che si

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Il cattivo tempo non mi permise di vedere la Cometa nell’intervallo dal 7 al 14 settembre; in questo ultimo giorno la vidi per l’ultima volta vicina

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questo splendore intrinseco non crebbe che nel rapporto di uno a cinque fra il tempo in cui la Cometa cominciò a diventar visibile ad occhio nudo e il

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Il carattere principale che risulta da questa serie di annotazioni sta in questo: che il nucleo fu tanto più luminoso e tanto meno distinto, quanto

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trova sotto il 17 agosto, ed in questo giorno il getto dovea trovarsi allo stato nascente, perché coll’ ingrandimento ordinario non si distingueva, e

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corpo generatore di questo astro straordinario era visibile ai più potenti telescopi solo come un piccolissimo punto luminoso. La trascrivo dalla

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10, e di 20 piedi, e ognuno di essi confermò la realità di questa apparenza. Herschel chiama questo il corpo planetario, per distinguerlo dall

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200 si vede questo getto estendersi 30" o 40", ma assai male» . Questo risultato è nella parte essenziale confermato dall’osservazione del bar

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dalla figura, cioè a sinistra. Oltre a questo vi è un ampio settore che si ripiega indietro verso la coda, formandone i due lati» . I due disegni del

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Cometa di Halley, ma questo moto non è regolare; la direzione prevalente è a sinistra dell’asse della coda, e soltanto nei giorni 19 e 30 agosto vi ha

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Questo singolare fenomeno, che fu osservato in poche altre comete, è assai proprio a darci lume sulla natura delle forze, che determinano lo sviluppo

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’orbita della cometa, e ad ogni modo, che si trovava fuori di questo piano. Infatti il giorno 10 agosto la Terra si trovò al nodo discendente della Cometa

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dire quale fosse l’aspetto della Cometa nei giorni 8-12 agosto, durante i quali la Luna impedì affatto le osservazioni di questo genere. È tuttavia

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media di 65° 1/3. La differenza di 15° non sembra trascurabile, sebbene deviazioni di questo genere non siano cosa rara quando si considera la direzione

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della Cometa ad una distanza maggiore di 200 raggi terrestri. Se questo modo di vedere è esatto, ne deduciamo la conseguenza importante, che il nucleo

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Noi concludiamo dunque da questo, che il piano dell’incurvamento fu sensibilmente diverso dal piano dell’orbita, e che quindi l’asse della coda non

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inclusivamente. Questa forma rassomiglia al manico di certi bastoni, che è leggermente incurvato all’estremità. Il piano di questo incurvamento è per

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o rispetto allo spazio assoluto. Forse qualche cosa di più certo sapremmo su questo punto, se non veniva la Luna a disturbare le osservazioni fra l’8

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Del resto le difficoltà, inerenti a questo genere di misura basterebbero per sé a spiegare le variazioni dei numeri della 3.a colonna, eccettuati

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della coda parallelo al piano dell’orbita era un po’ minore del diametro perpendicolare a questo piano; ciò che sarebbe il contrario di ciò che si è

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Il 13 si poteva (cessato l’impedimento della Luna) seguirla per 2°: era larga, rosseggiante e mal definita. In questo giorno cominciò a mostrarsi la

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Il 14 non si poteva seguirla che per 2° ed era debole. Fino a questo giorno non si accenna che la coda fosse divenuta visibile all’occhio nudo.

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Il ramo diritto II forma nel secondo stadio (agosto 23-26) la base fondamentale di tutte le apparenze principali della Cometa, la quale in questo

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. I, II e III. L’ispezione dei medesimi rende inutile una lunga descrizione con parole. Lo sviluppo della coda abbraccia in questo intervallo tre

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agosto, ricompare un ramo curvato in avanti, che sembra una continuazione del ramo primitivo I. Non si può tuttavia affermare questo con sicurezza, a

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rimanevano addietro a guisa di pennacchi curvati verso la parte già descritta della loro orbita. Basta questo fatto per indicare, che la coda I è nel

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In questo esame trovo necessario distinguere due periodi: cioè il periodo telescopico, in cui non si poté, rispetto alla direzione della coda, fare

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Questo elemento è soggetto ad errori gravi di stima, dipendenti non solo dallo stato dell’atmosfera, ma anche dalla qualità dell’istrumento adoperato

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mi indusse il noto precetto d’Orazio, nonum prematur in annum, che male si applicherebbe a questo genere di pubblicazione; vi fui indotto od anzi

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forza dirigente in questo caso sia semplicemente una forza enorme di projezione risiedente nel nucleo della Cometa; il che ci ha condotti a concludere, l

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costantemente curvata in modo da rivolgere la sua parte concava verso le regioni dello spazio a cui si dirigeva nel moto susseguente. Questo fatto è

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piano dell’orbita; generalmente dunque non sarà contenuta in questo piano. È possibile, entro limiti assai larghi, determinare una direzione tale

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richiederebbe un moto quasi uniforme delle particelle lungo la coda. Ora questo moto non è uniforme, ma a causa della repulsione solare è fortemente

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di considerarne le cause con qualche diligenza. E la circostanza sta in questo, che in quattro delle nostre figure il lato anteriore della coda (o

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essere portato, nella sua ultima estremità, a circa 30 minuti più verso il nord. Con questo dato, e serbando la direzione iniziale della coda senza

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Io dico che è impossibile spiegare questo effetto colla sola combinazione di una impulsione iniziale e della repulsione relativa. Infatti l’azione

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estremità ultima si allargava per modo che la sua larghezza giungeva ad un grado e mezzo. Tracciando con questo dato la linea mediana della coda nella parte

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deviazione anteriore dell’ultima estremità della prima coda provenga dall’influenza repellente delle due code posteriori. E se questo è vero, saremo condotti a

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3.° Affine a questo, sebbene essenzialmente diverso è l’argomento fornitoci dalla Cometa 1862 III, la cui coda, ejettata in direzione grandemente

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’esistenza di una forza repellente è dimostrata con un fenomeno che ne rende gli effetti direttamente visibili, senza che occorra per questo alcuna sottile

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2.° L’andamento che prendono le code nello spazio. Sotto questo riguardo basterà riferirsi alla teoria di Bessel, a cui spesso si suol dare il nome

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incise sulla pietra dal signor Tempel, assistente di questo R. Osservatorio, coll’ajuto delle carte originali. Le figure comprese nelle due ultime tavole

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impiegava a traversare quest’intervallo, quando le due sbarre erano collocate sul circolo di declinazione. Questo metodo fu praticato, credo, anche

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Il signor barone Dembowski considerò questo giorno la Cometa col suo rifrattore di 7 pollici d’apertura stabilito al suo Osservatorio privato di

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nucleo, e va allargandosi a foggia di tromba (Nel disegno questo raggio, che forma il lato destro della coda, è alquanto concavo verso destra, ciò che

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Coll’amplificazione 200 pare di vedere un getto uscire dal nucleo. Questo è estremamente piccolo e poco luminoso, ed è circondato da un’atmosfera

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