considerare sono queste sue psicosi che non stanno né di qua né di là, tra il mortale e il mortuario. Ma tempo ce n'è rimasto poco, occorre affrettarsi
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queste lettere. A) l`uomo? B) la donna? C) il bambino? D) una vicina senza volto? E) io che scrivo?
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funerale. B si ammala. C muore all'improvviso. La linea tracciata da queste vite si spezza. Chi sono, chi erano? Alla deriva: voi foglie sbriciolate
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dimenticanza, sosta dentro il presente. Che vale di queste storie mentre il pianeta ruzzola e ruota, avanzano ghiacciai, si consumano stelle, il tempo cambia di
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queste disperatamente recidive che ravvivano le stanze. Di queste si compiace la vista, anche se il nostro cuore batte per le prime.
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in cancrena in queste zone abbandonate. «Del salón en el àngulo oscuro - silenciosa y cubierta de polvo - veìase el arpa ...» »{ Eh sì, il museo
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scioccamente della testa nei vetri - Le tende alla finestra frusciavano inquiete... Racconto queste cose, perché, se nol sapete, Noi poeti, sovente
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sono. No, non son questo corpo, queste membra prostrate qui fra l'erbe sulla terra, più ch'io non sia gli insetti o l'erbe o i fiori o i falchi su
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nuovi confini sotto nuove stelle fingere all'occhio fisso all'orizzonte, dove per tramontar pur sorga il sole. Al mio sole, al mio mar per queste
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Qui a bu, boira. Come, come restar fra queste mura quando sapete che son fioriti il monte e la pianura, e conoscete, conoscete le valli e le pendici
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Ed ella a lui: - Fuggiam da queste bolge alla nostra pendice; sotto il verde e l'azzurro il tempo volge lento e felice. Avrai l'aperto della tua
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sbadiglia? come un feretro sei gaia!... in un dente che somiglia a una torre rovinata, ho una danza forsennata di stranissimi dolor. Queste spiagge solitarie
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rubini della vigna e queste argentee gemme del globo celeste, in un bicchiere, sono un poema, ed io lo voglio bere! Non discutiamo di filosofia, ve ne
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, tutte, ahi! corrà l'eterna notte dopo queste d'amor fulgidi notti; morrem noi pur, frammisti alle bigotte ed ai bigotti; ma di costor la vivida natura
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tua lira; nessun s'arresti a coglierne le note alle tue soglie; presto si muor la mammola se al margin suo si toglie. - Queste son ciarle arcadiche
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, mia musa, già di pallor suffusa, getta la luce sua fra queste sete, fra tante gemme in tanto oro sì liete; spingi l'occhio sagace, e tenta i cori, e
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Amo sedermi, quando spunta il sole, tra queste blande aiuole, nel silenzio infinito, nella pace profonda che il buio orbe circonda. Le perle di
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voi, poemi dei poveri morti! Beato l'uom che in queste si ricetta sante demenze! Esausta all'alba la sua lucernetta tremola e impallidisce, la
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letale può colpir tutta vasta quant'è. Ah il Signor queste cose non fece; no, per me, non ci vado in vapore. Chi compar! L'asinello è migliore; questo
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