nostalgicamente attratta dai modelli in via d’estinzione del mondo cavalleresco. In quest’epoca gli altari e i muri delle chiese si popolarono di sculture
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donna che annaffia i vasi da fiori sul balcone di casa (fig. 83 ). Si tratta di un particolare che compare anche in molti altri dipinti di quest
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Se ora volgiamo lo sguardo a quest’altra celeberrima tavola con la Madonna della Misericordia (fig. 100), che fu eseguita tra il 1445 e il 1460
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radice classica. In realtà quest’absidiola svolge soprattutto una funzione simbolica: facendo da sfondo alla testa di Teodora, che si colloca proprio
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Con quest’altra immagine (fig. 107) entriamo, invece, all’interno di quella sorta di prezioso forziere che è la Cappella degli Scrovegni a Padova
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costruzione prospettica, ancora sostanzialmente empirica, da quella che verrà codificata a Firenze, ad inizio Quattrocento, da Filippo Brunelleschi. Quest
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, indipendentemente dall’uso della prospettiva. L’applicazione di quest’ultima, tuttavia, rese ancor più plausibile la compresenza in una medesima scena di
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. e, nella vicina chiesa di Sant’Ignazio, da Andrea Pozzo. Quest’ultimo fu pittore, architetto e autore di trattati di prospettiva, che diffusero un
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egli nutriva per le sue doti artistiche. Non a caso, quest’episodio è stato spesso rappresentato in pittura, specie nel corso del Rinascimento e in età
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descrizioni assai precise che ci sono state tramandate, è stato possibile realizzarne delle ricostruzioni. In quest’immagine vediamo la ricostruzione
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delle Grazie, ce ne narra uno che è tanto poco verosimile nella sua formulazione letterale, quanto invece risulta credibile nella sostanza. In quest
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Quest’ultima affermazione ci mostra un Vasari sostanzialmente critico nei confronti di questi eccessi di virtuosismo e pedanteria prospettica
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intarsio forme ricavate in legni di diverso colore, al fine di realizzare figure, ornati, e vedute di vario genere. In quest’epoca la tarsia lignea era
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Ruskin, forse il più celebre critico d’arte dell’epoca. Quest’ultimo aveva pubblicato sul «Times» una violenta stroncatura di un dipinto di Whistler
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Un’altra particolarità da rilevare in quest’opera è la presenza della firma OPUS PETRI DE BURGO S[an]c[t]i SEPULCRI che si trova nella base del trono
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indicare essi stessi una datazione più o meno precisa. Ad esempio se un’opera dipende visibilmente da un’altra, e quest’ultima ha una data precisa, tale data
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uniformità espressiva comunicata dalla pur notevole «figura di repertorio» gozzolesca! In quest’ultima, l’illuminazione che spartisce in due il volto è
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Quest’uso della distanziazione prospettica come «vettore spazio-temporale» assume una chiarezza davvero emblematica in un ben noto dipinto dell
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Manasse, cui il Pontormo ha conferito un’ambigua somiglianza gemellare. Quest’uso della «ripetizione» non ha nulla d’ingenuo; al contrario, è
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accordi cromatici in grado di avvicinare gli effetti della pittura a quelli «astratti», ma suggestivi, della musica. Quest’assunto è esplicitato
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ancor meglio il suo punto di vista, Whistler aggiunge nella sua lettera quest’affermazione perentoria:
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Quest’asserzione di Whistler è stata forse la prima formulazione teorica di quella che sarebbe presto divenuta una delle più grandi avventure dell
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., delle cui statue originali in bronzo, come il celebre Doriforo, non ci è pervenuto l’originale, ma solo copie romane in marmo (fig. 12). Quest
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Pietro: quest’ultime erano certamente di gran valore perché più costose dal punto di vista della materia usata, ma la porta di Filarete dichiara Flavio
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Botticelli. Infatti, come avrete sicuramente già capito, a quest'ékphrasis dell’Alberti, il cui scopo era esortare gli artisti a dipingere quadri che
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di quel che ora non c’è, ma domani potrebbe esserci): fin dalla notte dei tempi chi possiede quest’abilità è stato considerato come un essere dotato di
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«malinconico» (o «atrabiliare»). Quest’ultima tipologia, dominata astrologicamente dal pianeta Saturno, era considerata fin dai tempi di Aristotele quella in
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, tanto da rendere quest’immagine uno dei banchi di prova privilegiati per tentativi di decifrazione iconologica anche in contrasto tra di loro (tra i
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alla sua ostinata e virtuosa chiusura nei confronti delle profferte dei Proci che ambivano a sposarla), quest’immagine di Penelope «vedova
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offerta dalla Cappella che, stretta e lunga, favorisce la visione della pala d’altare, quest’ultima eseguita non a caso da Annibale Carracci, allora
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rilievo con il trasporto del corpo di Meleagro che la pala di Raffaello, ma potrebbe anche essersi limitato a derivare il suo spunto da quest’ultima
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rappresentiamo le azioni degli uomini, i loro giochi, i loro lavori in quest’era di armonia universale.
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capolavoro pointilliste che Henri Matisse concepì proprio quando trascorse nel 1904 un’estate a Saint-Tropez ospite di Signac, e che quest’ultimo volle
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per fare un esempio, fiorisce tra il 1690 e il 1730-40 circa, ma ciò non toglie che esso si prolunghi ben oltre quest’ultima data con artisti anche
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’interpretazione di un gesto (su quest’ultimo aspetto, si può leggere il bel libretto di André Chastel, Il gesto nell’arte, 2002).
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svolgere la funzione di «bibbia degli idioti» (termine, quest’ultimo, che significava, per l’appunto, analfabeti). Colui che non sa né leggere né
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La cultura figurativa, in quest’epoca, si diffondeva velocemente anche grazie alla mobilità degli artisti, che si spostavano volentieri da una corte
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