, non si moveva; di modo che la contessa ripeteva a' suoi ragazzi, i quali ridevano come matti, che quello lì aveva l' intelligenza d' un topo
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dinanzi a sè e a' suoi di famiglia. Pazienza! Aveva voluto far di sua testa; e i capricci costano cari. Ma quello che più gli rincrebbe fu il patire la
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. Un topino come lui, il più bello di tutt' i topini, ridotto in quello stato! Che cosa avrebbero detto i suoi fratelli, vedendolo? Quel sapientone di
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, digiuna. Quello che più coceva a Vittorio, gli era che, non ostante i suoi pensieri per la topina e il piacere che provava vicino a lei, doveva pur
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' entrava a prendere quello che potesse abbisognarle. Ma poichè non c' erano in casa nè gatti, nè cani che rubassero la roba, e i topini se ne stavan
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volentieri. Il nome di Mimmì rimase dunque al topino bigio. Di fatti, quello di Rosicalegno non gli s' addiceva più, ora che egli rosicava de' biscotti
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del Re. Il giorno che la contessa l' aveva ordinata, era stata un' ora d' orologio in colloquio col cuoco, scervellandosi a trovar tutto quello che ci
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quello che la circondava le era nuovo e le tornava gradito, si fece animo e, per curiosità, allungò la linguetta e cominciò a leccare. Bono
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Finchè furono piccini, i figliuoli di Ragù e della Caciotta non ebbero altra voglia e altro bisogno che quello di star tutti d'intorno alla madre per
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portar tante belle cose di lontano; voglio uccelli tutti rossi e celesti, pappagalli che sanno recitare il paternostro, come quello che ci ha raccontato
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abituale. Da quel torpore non era capace di smuoverlo altro che Moschino, quello spiritello di Moschino, tutto anima, con l' argento vivo addosso, un
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, ma si faceva trascinar qualche volta dall' allegria de' suoi fratelli. Il cappuccio nero più grande di quello degli altri, le dava un aspetto di
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fosse il figliuolo d' un principe. Ma gli altri topini, particolarmente quello zuccone di Bellino, qualche volta per ingordigia trascuravano le regole
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, e amava i comodi e il benestare: oh quello sì! Specialmente dopo che una volta, per fare un salto da una sedia su la tavola da pranzo, era ruzzolato
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di un topo onesto è quello di non rubare e il tuo fiato sa d' olio.... Zì, zì, chi ti ha dato l' olio, Moschino? - Se n' è bell' e accorto: che naso
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braccio del padre, mentre Nello gli abbracciava le gambe. - E poi - soggiunse questi - io divento grande, lavoro, e riguadagno tutto quello che abbiamo
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