Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Cosima

243828
Grazia Deledda 27 occorrenze
  • 1947
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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Cosima

finte ali di struzzo che non possono volare. L'editore mandò cento copie del volume, per tutto compenso dell'opera: il valore non superava quello

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Cosima

cattedrale: ma quello che piú la lusingava e la cullava in una risonanza immaginaria, era il fatto che l'omaggio veniva da un giovane, forse un ragazzo, un

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Cosima

, tanto piú che egli non diede il minimo segno di essersi accorto di quello che per lei, certo, era un avvenimento straordinario. Un filo di dispetto si

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Cosima

sorvegliare chi lavorava, sapendo che di Santus il mugnaio poteva, con l'aiuto diabolico dell'acquavite, farne quello che voleva, ella penetrava con

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Cosima

che vivi nella metropoli, a contatto col mondo piú tumultuoso, tu non saprai mai per tua esperienza quello che Cosima conosce attraverso la propria

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Cosima

: probabilmente nessuno, da molto tempo, gli aveva parlato cosí. E intese forse quello che la padrona voleva dirgli, che anche lui aveva peccato e sofferto, ma

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Cosima

panni lontano, dove si trovasse qualche rigagnolo, puliva la farina e faceva, con la padrona, il pane di frumento e quello di orzo: andava a battere gli

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Cosima

lungo corpo ricoperto di stracci maleodoranti come quello di un mendicante, coi grossi piedi scalzi terrosi e tutti tagliuzzati per cicatrici di

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Cosima

sorbiva il caffè, versò nella tazzina quello che s'era versato nel piattino e raschiò il residuo dello zucchero, come fanno i bambini: ma anche dopo rimase

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Cosima

donde egli era venuto; pareva che neppure la madre lo sapesse con precisione. E nel sogno confondeva il passato del nonno con quello del vecchio Elia

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il motivo monotono e quasi triste, che si confondeva con un rumore lontano, da lei non ancora mai bene inteso, che le pareva quello del pino nella

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Cosima

delineare il proprio ritratto fisico e morale intorno a quel tempo giovanile. Tra i piú riusciti quello del primo capitolo de Il paese del vento: «Piccola

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Cosima

apriva l'uscio di una specie di dispensa, col pavimento di legno e il soffitto, come quello della cucina, di canne che formavano un graticcio solido e

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FU,quello, un inverno lungo e crudelissimo, quale mai non s'era conosciuto. Prima venne una gran neve che seppellí i monti e i paesi; davanti alla

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mistero grande e inafferrabile come quello della divinità. Inoltre la famiglia della mamma era tutta un po' strana. Il padre, d'origine straniera, chi

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profumi del piccolo orto; quello dei gigli, sopra tutto, e delle rose; ella chiude gli occhi nel piegare il viso sui fiori appena sbocciati, e quel

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sembrava quello di una razza diversa dalla sua, i grandi occhi chiari, trasparenti di intelligenza e di bontà. Non parlava molto, ma parlava bene, e

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, sembrava quello dei quadri di Zuloaga. Qualche servo tornava dalla mietitura, abbrustolito come da un incendio, e si buttava, febbricitante di malaria

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branco di suini, di un pascolo di ghiande; e tutti i proprietari dicono di averli già affittati, mentre non è vero.» «Io non so quello che possono dire gli

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queste: poiché c'erano intorno esempi di gente povera, o mediocre, che tuttavia era spinta da un destino di dolore e di colpa, molto piú triste di quello

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mai udito, piú funebre di quello che annunzia la morte, piú del suono della campana che chiama a spegnere un incendio. La buona serva si alza; ma prima

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avidamente tutto quello che loro capitava in mano, e, quando erano sole con Cosima, si abbandonavano insieme a commenti e discussioni che uscivano dal loro

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donna dall'alta pettinatura imbottita, la vita sottile e il paniere prominente, l'ombrellino grande a merletti come quello del Santissimo Sacramento

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montagna, e se la luna spuntava sopra le roccie il suo chiarore si fondeva con quello dell'ultimo giorno in un crepuscolo quasi orientale. E poi era la

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straordinarî. Tutto, del resto, è straordinario per lei: pare venuta da un mondo diverso da quello dove vive, e la sua fantasia è piena di ricordi

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Cosima

foresta: l'ultimo, si stese per morire sulla pietra di confine, che si richiuse su di lui e ancora custodisce il suo corpo. Era davvero, quello, l'ingresso

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ingenuità, le loro innocenti follie sono le sue. Il titolo del libro non può essere che quello che è: Rosa di macchia. E un giorno, quando è finito

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