dei famosi editori stampatori Elzeviri (che avevano pubblicato anche una traduzione del Dialogo dei massimi sistemi). In quelle pagine troviamo l
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sono ritenuto ancora in carcere, per quelle cause che sono benissimo note”.
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conversazione, senza dare scandalo o gelosia a quelle persone che ci hanno divertito da questa volontà”. Ed ecco la risposta di Galileo: “(Invio) un
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più luminosa della costellazione del Bifolco, differiva di un grado abbondante. Le misure di Flamsteed erano precise entro 10 secondi di arco, quelle
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rimanevano ancora poco più della metà di quelle reali. Ormai era chiaro che la parallasse solare doveva essere un angolo molto piccolo. Si passò allora a
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Anni 20 del Novecento, e precisamente i lavori di Vesto Slipher (1917) e di Edwin Hubble (1924) per avere la certezza che molte di quelle nebulose
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meticolosi cataloghi stellari. Ma le uniche distanze astronomiche note rimanevano quelle dei corpi del sistema solare. Nessuno conosceva ancora la
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di Urano rispetto alle previsioni calcolate, individuare un ipotetico pianeta più lontano capace di giustificare con le sue perturbazioni quelle
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Le Verrier si procura tutte le misure di posizione disponibili: le più recenti ottenute all’Osservatorio di Parigi, quelle eseguite a Greenwich (che
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rispondere che furono necessarie entrambe le cose. Ma il fatto che anche Adams sia giunto a indicare coordinate celesti abbastanza vicine a quelle di Le
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attraverso i deserti color ruggine e, all’inizio solo per un’associazione mentale, aveva battezzato “canali” quelle linee. Più tardi però si convinse
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, dapprima senza troppa convinzione, quelle osservazioni che gli avrebbero dato fama e popolarità. La perfezione ottica del telescopio gli consentì
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Lo sdoppiamento dei canali, poi confermato da parecchi altri astronomi (ma non da tutti), fece discutere e rafforzò l’ipotesi che quelle formazioni
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sorvolo ravvicinato del pianeta e a trasmettere 21 immagini: benché di cattiva qualità, quelle fotografie furono sufficienti a cancellare le ultime
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Erano passati 130 anni da quando Newton aveva fatto passare un raggio di luce in un prisma. Nessuno però fino ad allora si era accorto di quelle
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maiuscole e minuscole, classificazione che, in sostanza, si usa ancora oggi. Ma non si domandò che significato avessero quelle righe.
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brillanti. Confrontando la posizione di queste righe luminose con quelle nere dello spettro solare, si accorse che c’era una perfetta corrispondenza
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Wollaston e Fraunhofer furono gli ostetrici dell’astrofisica. Purtroppo non se ne resero conto. Oggi sappiamo che quelle due righe sono tipiche del
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protuberanze appartenessero al Sole o fossero un fenomeno atmosferico: le foto che padre Secchi scattò in Spagna, messe a confronto con quelle ottenute
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fatta di gas. Lo dimostrò rilevandone lo spettro il 29 agosto 1864: alcune righe luminose nella parte verde dello spettro erano quelle tipiche dell
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posizione, colore e luminosità. In particolare, doveva dare la caccia alle stelle variabili, cioè a quelle stelle la cui luminosità cambia nel tempo, più o
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”. Riguardo alle curve di luce di 16 stelle, Henrietta sommessamente annotava: “È da rilevare che le variabili più luminose sono anche quelle
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una temperatura di 6000 gradi (tipi G, F e A). Quelle bianco-azzurre superano i 10 mila e le stelle di un azzurro intenso (tipi O e B) sono ancora
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negativa, a forma di sella, è minore). Ma per trovare qualche indizio di spazio curvo bisognava passare dalle dimensioni terrestri a quelle cosmiche
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, quelle della relatività... Niente è più relativistico della mentalità e dell’attività fascista.» Tempo quindici anni e il vento gira: la Relatività
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speciale sia generale. E ancora meno saprà che alcune di quelle correzioni discendono dal calcolo differenziale assoluto di un signore romagnolo dai folti
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pazienza che lo portò a compilare un catalogo di 1080 stelle, circa un quinto di tutte quelle visibili a occhio nudo, primo inventario stellare nella
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sarà la volta di Vega, la stella più luminosa della Lyra. Ipparco poté scoprire questo grandioso ciclo cosmico confrontando le sue misure con quelle
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dimensioni apparenti degli oggetti che osservavano. Che cosa fossero quelle sorgenti era quindi un enigma.
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un convegno, e lo fece affrettatamente perché in quelle settimane era diventata mamma e doveva allattare il piccolo. Fu sorpresa quando il 30
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(1985). Sempre le stelle periferiche si muovevano quasi alla stessa velocità di quelle interne, e talvolta anche più velocemente: prova indiscutibile
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edizione e a stimare che siano ancora due dozzine quelle sfuggite alla sua indagine. Se ne può concludere che la prima edizione fu di 400-500 copie e la
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tabelle delle posizioni dei pianeti. Il frontespizio sembra una di quelle tavole che gli optometristi usano per misurare la vista: NICOLAI CO in caratteri
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molto da fare per giustificare le osservazioni con la precisione desiderata: occorreva innanzi tutto liberarsi delle orbite circolari a favore di quelle
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il catalogo della propria biblioteca. Si è poi accertato che autore di quelle pagine fu Copernico in persona: con il “piccolo commentario” annunciava
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oroscopi. Ormai aveva deciso: sarà astronomo, e per compiere misure di posizione più precise di quelle che fino ad allora aveva fatto con un semplice
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Ad un setaccio così fine, le imperfezioni del sistema geocentrico non sarebbero sfuggite. E neppure quelle del sistema di Copernico.
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verificare se corrispondesse meglio alla realtà il sistema tolemaico o quello copernicano. In più, anche Marte si trovava a passare da quelle parti: il
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’ordinaria dimestichezza nel governare la casa, età media e un animo disposto a sviluppare quelle doti che ancora non ci sono”. Il tono sarebbe più adatto a
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laterale più ampio del nostro e un più ristretto campo visivo in 3D. Il coniglio è presbite: vede sfocate le cose vicine, nitide quelle lontane. I
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Galileo si procurava le lenti da maestri vetrai scegliendo con cura quelle meglio riuscite. Talvolta le lavorava anche in proprio. A chi gli ordinava
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farsi leggere dagli scienziati e quindi scrisse in latino. Nonostante ciò, quelle pagine hanno una incredibile freschezza. Non ci si stanca di rileggerle
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perfezionava la soluzione trovata da Archimede per scoprire se la corona del tiranno Ierone fosse davvero di oro puro. In quelle pagine, pubblicate
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seno. Tra le accuse, anche quelle di non confessarsi e di non andare a messa ma “da quella sua putana Marina veneziana”.
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“mentale” che sperimentale. Il telescopio di Galileo, con un guadagno di un paio di magnitudini, poteva mostrare più stelle di quelle accessibili a occhio
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