Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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d’inverno. La gran serra: imitazione pretenziosa di  quella  di Casa d’Orléans o di quella Kunsky.
imitazione pretenziosa di quella di Casa d’Orléans o di  quella  Kunsky.
in  quella  stanza.
delle esistenze nelle diverse febbri che agitano le genti –  quella  della gloria, quella del piacere, quella del denaro. – La
diverse febbri che agitano le genti – quella della gloria,  quella  del piacere, quella del denaro. – La più appariscente delle
agitano le genti – quella della gloria, quella del piacere,  quella  del denaro. – La più appariscente delle Case Verdi è ora la
promesse, è Iris; è lei che infantilmente si impersona in  quella  – mousmé uguale ai Re davanti al Sole – è Iris, la figlia
uguale ai Re davanti al Sole – è Iris, la figlia del cieco,  quella  che accorre sul limitare della sua casetta).
ha ripreso dolcemente la mano d'Adriana;  quella  è quasi soffocata dall'emozione.
trae Adriana svenuta verso la sedia a sdraio; in  quella  rientra da sinistra Michonnet.
visione delle Sirene s’oscura;  quella  del fondo si farà sempre più luminosa).
e con gran violenza, uno respingendo l’altro, odiandosi, in  quella  rapina, senza parole, affannati, i cenciaioli si contendono
sfugge dal piccolo corpo di Iris – e allora, atterriti da  quella  vita laddove essi supponevano solo la insensibilità del
pallidissimo guarda  quella  fanciulla e stendendo la mano verso di lei la costringe a
e Colombina si avvicinano dalla parte opposta a  quella  per la quale si sono dileguati Pantalone e Tartaglia.
sa quanto loro, ed è per questo che egli sa essere solo in  quella  folla.
cosa, invano trattenuto da alcuni, continua inferocito in  quella  rabbia di scagliare fango e ingiurie.
nel Caffè Momus, ma ne escono quasi subito, sdegnati di  quella  gran folla che dentro si stipa chiassosa. Essi portano
tavola e li segue un cameriere per nulla meravigliato di  quella  loro stramberia di voler cenare fuori: i borghesi alla
si schermisce malamente, contento e confuso. In  quella  giunge dal giardino una voce. Adriana trasalisce; Michonnet
nel Caffè Momus, ma ne escono quasi subito, sdegnati di  quella  gran folla che dentro si stipa chiassosa. Essi portano
tavola e li segue un cameriere per nulla meravigliato di  quella  loro stramberia di voler cenare fuori: i borghesi alla
entra nel gabinetto; Maurizio ne richiude l’uscio. In  quella  il Principe e l'Abate appariscono in fondo dietro i vetri.
mi hai tolto la vista, ma mi hai dato  quella  degli occhi di Iris; mi hai dato un Genio buono e gentile;
si dirige pensosa verso uno specchio; l'Abate in  quella  si ritorce, la riconosce, e accorre premuroso; i servi si
Adriana, sempre seduta, seguita a leggere. Michonnet in  quella  ridiscende.
alquanto come per disciogliersi, arrestandosi mentre  quella  discende il gradino.
 quella  folla molti accorrono a lei commossi, e la vecchia Madelon,
una donna scarmigliata appare correndo dalla via opposta a  quella  per la quale si è allora appena allontanato l’Incredibile.
un candelabro, si dirige allasua volta; la Principessa a  quella  vista allibisce.
improvvisamente fatto appassionato alla rivelazione di  quella  bellezza, quasi pazzo, si aggrappa ai sostegni di ferro
osserva sorridendo  quella  scena di sdolcinature: i suonatori accordano i loro
osserva sorridendo  quella  scena di sdolcinature: i suonatori accordano i loro
per parlarsi, quasiché l’armonia che li conduce non sia già  quella  degli istrumenti, ma quella che esce dalle loro labbra).
che li conduce non sia già quella degli istrumenti, ma  quella  che esce dalle loro labbra).
donne escono via correndo. Silvana è sola, volta verso  quella  parte dove la canea va lontanando: rabbrividisce, si copre
soli, entrano scendendo la gradinata. Altri ancora salgono  quella  che conduce alle loggie.
sorreggendosi alla spalliera d'una sedia. Michonnet, che in  quella  ritorna, accorre sollecito a lei.
sono al colmo, allorché una voce ironica tronca bruscamente  quella  gazzarra volgare di canti e risa. È Scarpia: dietro a lui
ad aspettare, si adagia su una poltrona a destra. In  quella  Quinault rientra dal secondo uscio di sinistra.
la cortina e passa nella cella. Non rimane altra luce che  quella  del cero e del braciere ardente; anche la fiamma dell’ara è
a terra e cerca a tastoni; Rodolfo colla sua mano incontra  quella  di Mimì, e l’afferra)
sono al colmo, allorché una voce ironica tronca bruscamente  quella  gazzarra volgare di canti e risa. È Scarpia: dietro a lui
guarda, guarda essa pure quello spettacolo nuovo – sente  quella  gran vampata di desiderii sul suo viso e sul suo corpo – ma
candela e va al camino con Marcello: insieme danno fuoco a  quella  parte dello scartafaccio buttato sul focolare, poi entrambi
candela e va al camino con Marcello: insieme danno fuoco a  quella  parte dello scartafaccio buttato sul focolare, poi entrambi
a terra e cerca a tastoni; Rodolfo colla sua mano incontra  quella  di Mimì, e l’afferra.)
ravvisa nella visitatrice Maddalena. Il silenzio cupo di  quella  prigione, dove tace ogni cosa, perfino la voce della
è in  quella  trionfante visione che gli occhi della mousmé si chiudono,
prigione scortata dai gendarmi a cavallo rimane avvolta da  quella  luce calda di primo mattino.)
dalla verandah di Kyoto arresta quel moto, quel linguaggio,  quella  agitazione, quell’incertezza nei desiderii, così essa
fugare il sopore. La sua voce è come di fanciullo smarrito,  quella  di Parisina è come soffio di persuasione.
A sinistra sul piano avanti levasi una quercia, e al piè di  quella  un sedile di pietra. – Nel fondo s’apre una caverna. – Il
porte laterali; una mette alla stanza di Miller, l’altra a  quella  di Luisa; accanto alla prima pende una spada ed una vecchia
discende coi servitori per la scalea di destra, per  quella  di sinistra sale Florindo, apre cauto la vetriata e
porte laterali; una mette alla stanza di Miller, l’altra a  quella  di Luisa; accanto alla prima pende una spada ed una vecchia
a  quella  voce come il cuore di Iris sobbalza dalla gioia!; si leva,