parole che avevo scritto con tanta passione, e non mi pentivo, anzi un'onda di tenerezza mi saliva dal cuore, al ricordo del martirio di quell'ora
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domandare del vino a quell'uomo che non cessava di tenermi d'occhio, con la sua roncola in mano: però mi venne una delle solite idee: salutai, e
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perdita del denaro non mio, con quell'umiliazione e quel danno, scontavo anch'io qualche cosa. E il lungo e comico peregrinare mio e della guardia prima
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quell'atmosfera gelida che prima gravava su di me sciogliersi, intiepidirsi come l'aria a primavera. La zia aveva pietà di me. Pietà, luce dell'anima nostra
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meglio dire da due piedi che sbucavano di sotto a un sacco buttato in quell'angolo: due grossi piedi rivestiti di scarponi di cuoio grezzo coi chiodi che
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botte verdissima e fresca come un gran frutto acerbo si dondola un po' sul carro, a pancia in su, e pare si compiaccia di tutta quell'abbondanza
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quell'indifferenza della zia ricominciò ad irritarmi, poi mi impensierì sul serio, perchè oramai si stendeva a tutte le cose. Nei primi giorni della malattia ella si
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adesso pareva una stella giallastra bassa sulla terra. Fu in quell'atmosfera di sogno che qualcuno arrivò. Di dove veniva? Era un uomo o una donna o un
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. Doveva aver fatto i suoi calcoli, lei, e sapere che la creatura a quell'ora era nata: e mi spiava in viso i segni della verità, ma non mi diceva nulla
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, forse perchè lei era quasi guarita ed io mi toglievo da quell'oscuro dubbio che fossi io con le mie pazzie e i miei errori a farle del male, o forse
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paesaggio, coi pini regolari inclinati, a file come un esercito un po' stanco in marcia, con l'orizzonte sempre il medesimo, con quell'atmosfera che
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latte alla bambina a quell'ora, poi cenava alla tavola coi padroni, e infine riprendeva la bimba dal salotto e la portava con sè a letto in una camera al
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mio sangue sconvolto. Seguivo senza voltarmi la strada verso la pineta: una strada polverosa fiancheggiata di casette già a quell'ora chiuse e scure
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completa non riuscivo a trovarla: una luce, mille luci tremolavano nell'anima mia smarrita, come le stelle nel firmamento scuro. E quell'impressione
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, quell'involto, fra me e il mare sembrava una montagna candida che mi chiudesse l'orizzonte e m'impedisse il passo verso la morte. No, non volevo più morire: non
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. Che, inoltre, il cieco la giudicasse male, in quell'occasione, se ne convinse subito; perchè nel sentire che il bambino insisteva adesso nel suo
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al naso il fiorellino: in quell'attimo ella ebbe l'impressione confusa che la vita e la natura volessero riconciliarsi con lei. Ma ecco il "Mau,, , il
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; prendevano possesso di me come io prendevo possesso di loro: con dolore, con amore selvaggio. E d'un tratto quell'istinto primitivo di proprietà che solo
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la vigna. La vigna era in fiore: e tutta vibrante di lucciole. Oh solo con la musica si potrebbe esprimere la dolcezza e lo spasimo di quell'attimo
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