mastini: — Té! Té! — Quando fu giorno, il Re, che tremava ancora dalla paura, scese da quell'albero e cominciò ad inoltrarsi cautamente. Incontrò una
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E gli scatenò dietro i cento mastini di suo padre. Ma sì... il Re era sparito. Con quell'olio le carni della Regina tornarono subito morbide, e si
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: — Si beffava di loro con quella nocciuola e con quell'acqua! — La maggiore buttò la nocciuola in terra e la pestò col calcagno. La nocciuola schizzò
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proseguì il viaggio. Era già passato un anno, e non si era saputo più nuova di lui. Il Re tornò dal ciaba, e disse alla ragazza: — Quell'uomo dev' esser
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sulle furie; la prese per un'offesa alla Regina. Fece fermar la carrozza e ordinò ai soldati che legassero quell'impertinente alla coda di un cavallo
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ogni cosa. — Come va questa faccenda? — Maestà, la faccenda è piana. Quell'uomo ha avuto un chiodo incantato della fata Regina, e l' ha piantato sulla
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di mangiare, ogni cosa sparì. Cavò di tasca il coltellino. — Comanda! comanda! — Spacca quell' uscio per legna. - E, in un attimo, uscio fu ridotto un
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saperne di mantener la sua parola. Il Nano, di quando in quando, gli domandava: — Maestà, e le mie nozze? — Ma quello cambiava discorso: da quell'orecchio
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Ma quello cambiava discorso: da quell'altro non ci sentiva neppure. — Bella parola di Re! — gli disse il Nano una volta. — Ah, nanaccio impertinente
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chiamare la vecchia: — Quell'uovo era barlaccio. — Maestà, non può essere; la gallina avea fatto lo stesso giorno. — Eppure non è nato. — Bisognava lo
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, — disse il Re. Appunto essa veniva a domandar elemosina al palazzo reale, e la condussero su. — Strega del diavolo! che malìa hai tu fatta a quell
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dito alla Reginotta quell'anello del gioielliere, e l'incanto sarà disfatto. — Così fu. La Reginotta diventò nuovamente di carne, ma pareva un tronco
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povera donna parve di vedersi squarciare sotto gli occhi il figliolino perduto. Ma che poteva dire a Sua Maestà? Dovette ingozzare anche quell
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quell'uomo, e Ranocchino ve l' han comprato? — Ma prima che quello rispondesse, ecco la vecchia con una coda di gente dietro. La gente fece crocchio
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piede e tuffarlo tre volte in quell' olio. — La Reginotta esitava. — Tuffami, tuffami! — le disse Ranocchino. Allora lei lo tuffò. Uno, due? Ma la terza
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. — E sbucarono in una pianura. Il gomitolo del refe terminò. La vecchiarella attaccò quell' altro capo ad una pianticina, e disse: — Chi semina
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dei sassolini ali' impòsta della finestra. Chi poteva essere, a quell' ora? Si fece coraggio, saltò giù dal letto, aperse adagino adagino impòsta, e
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figliuola del Re di Spagna. — E in che-modo ti trovi lì? — Vidi una fontana limpida come il cristallo, e pensai di lavarmi. Tócca appena quell'acqua
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! - Ma nessuno lo voleva, un cosino a quella maniera! S' affacciò alla finestra la figlia del Re. — Che cosa vendete, quell' uomo? — Vendo questo bimbo
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, impietosità si diè a frugare: e fruga e rifruga in mezzo a quell' erbe, finalmente eccolo lì! — Grazie, ragazza mia. Pel tuo regalo, scava qui sotto
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il seme. — E tre! Vedendolo rimasto male, quella fata gli disse: — Sapete, quell' uomo, che dovreste voi fare? Dovreste andare dal mago Tre-Pi che n
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non venne giù. Bisognava trovare un altro mezzo: ma non era come dirlo. Quale? La grotta non aveva che quell'unica uscita. E passò un altro giorno. La
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, questa .volta, era sicuro di aver buono in mano. Volea vederlo, quell' uomo! Chi sa che grugno! E appena l' ebbe alla sua presenza: — C'è qualcuno che
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