Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Una famiglia di topi

205065
Contessa Lara 37 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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, pensando all' avvenire di Vittorio, rassegnarsi a star tutto quel tempo priva del suo bambino; e lei si consolava passando molte ore in casa Sernici, dove

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di quel cuore, dove non poteva entrar ombra d' egoismo. Dopo avere stretta la mano alla sua fida compagna, il conte andava a trovare i figliuoli

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al povero Ragù. In quel mentre una topolina di pelame bianco, ma ingiallito dal sudicio, corse a mettersi dinanzi al maltrattato, come per difenderlo

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solito, correva qua e là per le stanze, prese la grande determinazione di quel suo viaggio, diremo così, all' estero; e guardato bene che non lo vedesse

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guardò intorno smarrito; non si ricordava più come si trovasse in quel luogo, nè quando ci fosse potuto venire. Si passò ripetutamente i pugnini

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arnese, in paragone di sè stesso, non lo avrebbe nè anche degnato d'una risposta, se le circostanze fossero state diverse. Ma lì, in quel tristo luogo

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fosse rapido, che non avrebbe avuto la forza d' arrivarci.... Gli stridi di quel topino bigio assassinato gli arrivavano all' orecchio, penetranti come

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Ah, era proprio lui quel topolino! O Dodò, Dodò! come avevi ragione! I dentini gli battevano, non più per la gioia, ma per il freddo e per lo

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quel lume gittava a quando a quando de' riflessi mobili e vivi. Una voce, la voce cara e dolce che il topino fuggiasco conosceva, gridava davvero

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contessa se lo prese su le ginocchia, gli mise un asciugamano sotto, e, con un paio di forbicine da ricamo, cominciò a levar via quel bel pelino

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. Un topino come lui, il più bello di tutt' i topini, ridotto in quello stato! Che cosa avrebbero detto i suoi fratelli, vedendolo? Quel sapientone di

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A questo punto Dodò tacque, perchè era l' ora del pranzo. Quel giorno la contessa stava meglio assai, e volle che i topini mangiassero sul letto con

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. - Mi piace più di tutti con quel bel disegnino nero sul dorso! - Questo è un gran birichino; - dichiarava la Rita, sorridendo - ma la mamma dice che

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, lo aveva fatto crescere un po' capriccioso e sempre risoluto a non essere contrariato in ciò che gli piaceva di fare. Quel giorno, per esempio, si

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cuore duro più del macigno. In quel momento una testa ricciuta di bimbo s' affacciò al balcone di dove la bestiolina era precipitata: era Vittorio. Gli

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di Ragù. Moschino e Bellino non s' avvedev ano di nulla: l'uno badava a scegliere, da quel ghiottone che era, tutto quanto trovava di meglio a portata

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bella maniera, educata all' affetto della famiglia, si permetta di parlar con un topo estraneo alla sua casa e, quel ch' è peggio, di razza diversa. - Di

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- ciotta dalla gabbia, e li consegnò a' suoi novi padroncini. Chi sa di quei cuori di bimbi e di quei cuori di topi quali battevano più forte in quel

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da Nello, ma da tutte le persone che capitavano in casa. Bellino s' impinzava senza preferenza di sorta, e senza che nessuno scegliesse per lui quel

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. - Bravo Minimì! Bravo Mimmì; carino!... - gli dicevano i ragazzi, dandogli quel nome che Rita gli aveva messo. E mentre egli divorava quel cibo nuovo

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all' ultimo. E tutti l'ubbidirono, e si portarono da gente educata. Mimmì, lui, faceva quel che vedeva fare a Dodò, tanto per non isbagliare ; e

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amici; e questi, dapprima guardinghi, incerti, annusando con più incredulità che diffidenza quel letto elegante, s'eran poi quietamente accoccolati fra

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Nello, sapendo per esperienza propria come i bimbi più obbedienti siano i più felici, davano ascolto a tutto quel che diceva la mamma; così che a

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: - Anche tu, mio Ragù, sei bello. I tuoi occhietti spiccano in mezzo a quel cappuccino bruno come due brillanti neri. Anche tu, appena guarito, sarai tutto

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scuola. La scuola dev' esser sacra come la chiesa. - Non lo farò più, mamma, - promise Nello un po' mortificato, abbassando gli occhi sul piatto. In quel

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Caciotta! - In quel frattempo la Letizia aveva preso la topina in mano, e l' andava palpando da tutte le parti. - Ora capisco! - gridò alla fine. - Sa

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alcuno, a domandare notizie e a recare conforti alla moglie. Da quel giorno, la Caciotta fu trattata nella famiglia Sernici con ogni sorta di premure

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lasciato in un canto quel cavallo meccanico che la mamma gli aveva finalmente concesso l' anno avanti, per la sua festa. E sì che correva così bene per

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, se avesse preso marito, sarebbe diventata un' ottima madre di famiglia, girava qua e là spesso e volentieri in traccia di tutto quel che poteva

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abituale. Da quel torpore non era capace di smuoverlo altro che Moschino, quello spiritello di Moschino, tutto anima, con l' argento vivo addosso, un

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Moschino lo mordicchiavano per chiasso, e gli davan la baia. - Rifà almeno il letto, buono a niente che sei! - gridava Moschino dopo aver addentato quel

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a nessuno, nè pure a Rita, che la trattava ancor più amorosamente degli altri, per via di quel caratterino afflitto che la faceva parere una

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Il conte divertendosi quanto i suoi ragazzi, osservava quel musetto malizioso di sorcio mal avvezzo, che gli piantava in viso i suoi occhiolini furbi

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bicchiere o una tazza, si levava su le zampine e tendeva le braccia con tanta insistenza, che bisognava per forza voltarsi da quella parte, e dargli quel

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, e presolo sul braccio, lo contentava portandolo a dormire. La Caciotta e Ragù si tenevano assai di quel loro figliuolo; e mentre punivano gli altri

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quale non amava que' discorsi - sarà, quel che Dio vuole; intanto andiamo a desinare, che sento la voce del padrone. Dodò rizzava le orecchie, e

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' è quella bestia? - Il conte entrava appunto in quel momento. - Che ha? che le accade? - gridò subito al visitatore. - Ma guardi un po' che m' ha

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