Ma la mousmé dalla verandah di Kyoto arresta quel moto, quel linguaggio, quella agitazione, quell’incertezza nei desiderii, così essa rispecchia
umane, nella servile adulazione di quel saluto.
Oh, il disperato urlo di terrore di Osaka, ritto davanti alla finestra spalancata, gli occhi in quel profondo nero dell’abisso nel cui fondo, ironia
ceffo di quel pupazzo padre e la voce rauca di Kyoto che le fanno erompere in piccoli gridii di protesta, di rivolta, di sdegno!
desiderî di fanciulle, di mostri rimorsi d’uomini, – o bei colori, la capricciosa fanciulla vi spreme in gocce incoscienti, ma pure voi anche in quel
’orrore di quel silenzio!… E il vecchio si agita e cammina! Vuole entrare nella sua casa e se ne allontana! – Urta nella siepe di biancospine, vi si
. Quante volte non ha essa invidiato chi sapeva trarre codeste misteriose dolcezze da quel delicato istrumento di acero rosato ed ebano?! E un sàmisen
di belle donne, dai piedi nudi e le capigliature sciolte, sotto la luce di infinite lumiere, sempre uguale, in quel formicolìo di gente affannosa che
insozzare di fango al Casa Verde, la verandah, Kyoto, lo splendore delle vesti di Osaka, sorpresi questi due alla improvvisa apparizione di quel padre
E infatti – (e ciò riempie di estremo stupore quel pubblico di mousmé) – il pupo Jor riesce ad avvinghiare il pupo Dhia e, così abbracciato, portarlo
Ieri ho accennato a quel tale Sinito Francesco. Ebbene per lui il rapporto si esprime così: «Quattro malviventi, fra cui il Sinito Francesco
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Arcoleo sotto-segretario di Stato per l'interno. Badiamo, dico eccesso in quel momento. Che in quanto alla responsabilità e riguardo al tempo in cui
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si può misurare fino a qual punto vi sia stato eccesso in quel momento…
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Cosicchè, mentre alla superfìcie le riunioni dichiarate alle autorità significano protesta contro questo o quel disegno di legge, poi in fondo si
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Permetta, signor presidente. Voglio parlare di tutto quel sistema di illegalità e di scortesie colle quali l'autorità politica del Mantovano, che il
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Infatti, egli ha avuto bisogno di portar qui le motivazioni di quel prefetto; motivazioni le quali, se dovessero essere ammesse, porterebbero a
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fatto, che d'altronde ammette anche l'onorevole sotto-segretario di Stato, che in quel Comizio vi potessero prender parte i socialisti, e vi potessero
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Ora tutto sta innanzi all'autorità giudiziaria, la quale, per quel che consta al Ministero di grazia e giustizia, non è stata inoperosa: chè; anzi
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aumento per le aggiudicazioni, deve essere prodotto dallo avere conglobato in quel conto il residuo debito in conto corrente dopo i passaggi suddetti
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Ora, siccome quel fondo di dotazione è composto di mutui, di azioni dell'istituto di credito fondiario, di conti correnti ipotecari, e poi di due
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quel qualunque vantaggio che possa aversene, ma soltanto sfatare le esagerazioni. Nell'allegato dell'esposizione finanziaria vi è una nota che dice che
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assegnamento al fondo di riserva di cui l'onorevole ministro nella sua esposizione si compiace, pare che non potrà esser fatto altrimenti che col passare a quel
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cartacea, pure debbo riconoscere che, sotto un certo punto di vista, la proposta del Petriccione risolveva radicalmente la questione. Invece, quel che
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non per effetto di volute combinazioni di borsa. Avrà quel miglioramento serio e duraturo che è nei voti di tutti, se si avrà il coraggio di fare una
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Abbiamo avuto il coraggio di dichiarare necessario quel sacrificio; ed il ministro, dando la garanzia dello Stato, pur avendo il convincimento che
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io ti mordevo; ricordi? - E ora che fai? Io il postino. - Io il nuzzaru , da massaio Turi Serra. Quel giorno Scurpiddu voleva vedere il telegrafo
Non chiuse occhio in tutta la nottata, ripensando quel "Ne riparleremo domani", E se lo zanni voleva proprio quattrini? Come trovarli lì per lì
voleva essere una carezza. Quel ragazzo bruno, magro, con quegli occhi neri, intelligenti e pieni di tristezza, con quei capelli neri, arruffati, che
padrone, quasi per farsi scorgere, un po' maravigliata che quel giorno egli non la invitasse a posarglisi su la spalla come al solito. All'ultimo
vedendo cani e nessuno, richiudeva il portone ridendo: - È quel boia di Scurpiddu ! E Scurpiddu compariva poco dopo, lieto della burla fatta. Un giorno
la stazione. egli non perdeva d'occhio quel fumo che correva, correva come il vento. - E senza cavalli! Gli pareva impossibile. E rimase a bocca
? Quando saranno cresciuti ... Per ora fa spassare il ragazzino! E spàssati! Spàssati! - Sarà vero, mamma, quel che dice il Soldato ? Ricorreva dalla sua
sembrava quasi una risata. Scurpiddu cominciava ad aver paura di trovarsi là, solo solo, a quell'ora, con quel silenzio interrotto soltanto dal grido del
un altro marito laggiù, lontano, in quel paese di cui egli non rammentava il nome, sotto le montagne piene di neve: marito cattivo, che l'aveva
, quelle anteriori più piccole; gli assi delle ruote e il timone di canna. Vi aveva lavorato una buona mezza giornata, così intento a quel balocco, che si
, a intervalli, gli riappariva davanti agli occhi la triste scena di quel cataletto con su la cassa della morta, portato via da quegli uomini, e dietro
; era stato in tanti posti quel Soldato ! - Rompete le file! E Scurpiddu buttava all'aria il bastone, facendo il grido del porcellino o saltellando o
saltando da un ramo all'altro, egli si divertiva con quel balocco, e le cicale, per risposta, frinivano più forte. Spesso arrivavano fin là le grida
, singhiozzava di rabbia, senza poter piangere. In quel momento si avvicinava massaio Turi: - Manca un'altra tacchina, - gli disse la moglie. Massaio
A furia di sentirsi dire: E se ti ammazzavano? Scurpiddu concepiva ora la paura che avrebbe dovuto aver in quel momento; e non valevano a
quale egli andava a cavallo a capo fila, con le mule legate per le cavezze, una dietro all'altra, la più giovane in coda. Giusto in quel momento lo vedeva
uno scoiàttolo per arrampicarsi, e poi, il vento spingeva il fumo da quel lato, avvolgendo la terrazza, quasi l'incendio avesse ingoiato la stanzetta