accanto una figura femminile. Era una donna di mezza statura, col volto pallido e allungato, sciupato dall'età, dalle sofferenze; ma in quel volto
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Io non amavo quell'uomo. Anzi non amavo nessuno in quel tempo. La mia indifferenza in fatto di sentimento era serena; non amavo, non avevo il
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di questo spettro salirmi al cervello e farmi delirare. Io che giunsi fino ad essere gelosa di quel fantasma, a cui mi sembrava che egli dirigesse le
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finestre di quel lungo salone: appoggiato alla finestra, Fulvio guardava il mare, come assorbito. Ora Paola offriva le sigarette ai giovanotti e alle
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. - Le tradiscono, ma le amano. Nulla vale a vincere quel legame profondo, intinto, fatto di parole e fatto di lacrime, fatto di baci e fatto di
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bimba aveva un cappellino rotondo, chiamato allora alla Garibaldi, con un pom-pon tricolore: e la bimba voleva portarlo sempre, quel pericoloso
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picchiò di nuovo, aspettando, pazientemente. - Chi sarà mai? - pensava donna Cariclea, tutta trepidante. E richiuse la finestra, senza far rumore. Ma quel
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sconfinato dell' immaginazione. La vita è grossolana, è mediocre, è laida; ma basta che gli occhi di chi la guarda, sieno stati bagnati da quel misterioso
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sfiorito dal dolore che già, da molti anni, sparve dal mondo e le cui treccie nere odoravano di quel profumo: basta udire il fischio di un treno che
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. Là, sotto gli occhi di Arduina, che per veder meglio si era anche spenzolata un po' fuori dal davanzale, abbordò il senatore Bendinello, che in quel
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. Quell'altro rimase male, guardandolo, e non osando inseguirlo. Ma infine,le ultime parole del senatore non erano state troppo sdegnose; quel vecchio
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l'amico Bulbi ha una proposta da fare... - Sarà fatta; - conchiuse Gian Luca Balbi. Quel giorno, con grande maraviglia del Consiglietto, i due colleghi
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ridere, al magnifico uomo, che in quel momento solenne della sua vita di padre era più magnifico del solito. Ma per non tenere più oltre in berlina la
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. Come tutto rideva, davanti a lui, in quel punto! E così, involontariamente, come dianzi aveva guardato il ritratto della marchesa Arduina, guardò il
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ampiezza loro e dalla loro profondità lo splendore degli occhi; e su quel bianco rosato della carnagione di un fior diffuso di pesche sul ramo, non
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aveva detto, per una volta tanto stette saldo nei suoi propositi. Non cambiò più di casa; c'è ancora, in quel suo vecchio quartiere, dai vasti saloni
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esatto, quel tanto che gli era avanzato che ne cambiava spesso e volentieridella sua gente; ma non amava punto la casa; per modo Cambiava, cambiava, e
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domanda col pensiero, forse aggiungendovi la cooperazione del labbro; e ciò per effetto di quel caro «duale» che, morto colle lingue antiche, rivive
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i tre mesi,dacchè si era ridotto in quel nuovo quartiere. Aveva egli dunque l'assillo degli sgomberi? - Perché non me ne sono avveduto prima? - diceva
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robinia. E poi, sempre colla immaginazione, rientrava nel suo studio. Già, era a pian terreno, lo studio; tutte le stanze buone di quel pian terreno
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cuoca non avrebbe ardito introdurne in casa contro la volontà del padrone. Un sorcio? Non ne aveva veduti mai; e per sorcio, via, quel coso mobile che
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camere più del bisogno; a un altro ne mancano tre; quello ha la scala troppo povera, quell'altro troppo ricca. Sei come quel tale che andava dal calzolaio
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a stare nel vano di quella finestra, a guardare in quell'altra, donde gli apparve la figliuola di Bendinello Sauli. Tu la vedi ora dipinta in quel
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quel poco stillarono tutta l'acrimonia che avevano in corpo. Nè altri parlò, dei loro colleghi, per non dar appiglio a repliche dell'uno o dell'altro
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