Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: quel

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 quel  che diceva il mio povero ex Re ...
vi pare, Eccellenza, che  quel  giovane sia un Mago?
Mago! ... Tutto  quel  che vorrete! Ma mutate le teste del Reuccio e della
 quel  che vorrete, gran Mago! Ma mutate le teste del Reuccio e
di vedere il Re divorare a  quel  modo): Più tardi, Maestà. Ora digerite tranquillamente ...
volta? È strano! Dicevo, Eccellenza, che  quel  giovane dev'essere un Mago. Vuole per moglie, la Reginotta
(Alla Fata:) Perdonate, gloriosa Fata! Non sapevano  quel  che facevano.
... Sono così debole che ho perduto la memoria. Un po' di  quel  pasticcio, Maestà, forse me la farebbe tornare!
a rinunziare di essere Re ... e a distribuire al popolo  quel  che avete mangiato in tanti anni ...
Maestà! (Sbuffa più volte di seguito.) Vi ricordate di  quel  povero contadino, che possedeva un piccolo orto dietro il
che ne adornavano il parco ricordavasi del figlio di  quel  vincitore dell’Asia.
che ci fosse qualche nuova complicazione nell'affare di  quel  signor marchese ritinto al quale sfregai una cipolla nel
per ascoltare... Dico la verità: se invece di aver sentito  quel  che ho sentito proprio con quest'orecchio me l'avesse
al Collalto queste precise parole: - Non sai che mi càpita?  Quel  marchese, sai bene, che veniva da me a fare i bagni di
di luce, dopo la canagliata che gli fece l'altro giorno  quel  pezzo da galera di tuo cognato, mi ha detto che in vita sua
non era stato mai bene né si era sentito così in forze come  quel  giorno, e che certo doveva dipendere dalle fregagioni di
volante prese terra presso il vestibolo principale di  quel  superbo edifizio ideato dall'illustre Mengoni che un tempo
dei velarii trasparenti e delle stufe cittadine  quel  passaggio coperto di cristalli ha cessato di rappresentare
mensa in compagnia di un Commesso di bellezza arrivato in  quel  punto dalle Isole Mormoniche(27).
conosce la chiave? Si può rispondere che trasmettere  quel  certo messaggio, e in quel modo specifico, era necessario
può rispondere che trasmettere quel certo messaggio, e in  quel  modo specifico, era necessario all' autore, anche se
e bearmi la stupida esistenza che trascino al fianco di  quel  vecchio imbecille».
- che badi di rigar diritto! Io mi son già pentito di  quel  che ho fatto per lui, e ormai basta una goccia per far
Caduto in un’imboscata di romani, durante la notte,  quel  soldato, cui i preti avevano dato ad intendere che i
stata approvata quella di Carlino Pezzi. Carlo Pezzi, che è  quel  ragazzo che ha la specialità della topografia, mentre
spiritisti... E poi... e poi... ma non voglio scrivere di  quel  che abbiamo progettato e complottato. Dirò solo che se quel
quel che abbiamo progettato e complottato. Dirò solo che se  quel  che abbiamo pensato di fare riuscirà noi saremo finalmente
di magro fatta con la rigovernatura dei nostri piatti, e  quel  che è peggio di quelli del signor Stanislao e della signora
con un figliolino al petto. Era di cattiva salute, e con  quel  bimbo da allattare poteva lavorare pochino. Faceva dei
vicine, e così lei e la sua creatura non morivano di fame.  Quel  figliolino era bello come il sole; e la sua mamma, ogni
La povera donna, dalla paura, non disse più nulla. Però  quel  figliolino, ora che la sua mamma stava zitta, ogni mattina,
e non strillò più. Allora la povera donna si persuase che  quel  figliolino doveva avere una gran fortuna; e temendo la
di tardare. La vicina era seccata di tenere in braccio  quel  cattivello che piangeva perché voleva la mamma. In quel
quel cattivello che piangeva perché voleva la mamma. In  quel  punto comparve un cenciaiolo: - Cenci, donnine, cenci! - Lo
verso, per canzonarla. E la mandò via, tutto contento che  quel  malaugurio per la sua discendenza fosse sparito. Gli occhi
nulla, la prendevano per matta e le ridevano in viso.  Quel  giorno della disgrazia, la vicina le aveva dato il soldo
via dalla finestra. Ma la mattina dopo, torna ad aprire  quel  cassetto e che vede? Il soldo bucato. Richiuse il cassetto
di lei, ed era già diventata una benedizione del cielo. Ma  quel  bene lei lo faceva sempre col pensiero al figliolino
che, un giorno o l'altro, il cielo l'avrebbe consolata. In  quel  tempo il Re ebbe il capriccio di comprarsi un magnifico
se era buona! Tutti accorrevano al palazzo reale per vedere  quel  puttino di terra cotta, che era una meraviglia, e vi andò
la cosa, e la fece gettare in un fondo di carcere. Ma da  quel  giorno egli non ebbe più pace. Voleva andare a letto? E gli
mandò a consultare un vecchio Mago. Il Mago (che poi era  quel  cenciaiuolo che avea rapito il bambino per proteggerlo)
sapeva più notizia. Il Mago rispose: - Raccatti i cocci di  quel  puttino di terra cotta e li saldi insieme collo sputo. Il
donna rispose subito: - Eccolo qui. Sentita la storia di  quel  soldo, il Re pensò ch'era meglio tenerselo per sé. Andò di
uscì da un cespo di tuberosi, interprete io suppongo di  quel  verde mister che mi invaghiva, questo motto gentil: " Tu ci
notturna. Di livida paura ansimante, l'Ebreo, signor di  quel  palazzo da cui la mia leggenda prese il suo folle andazzo,
andazzo, si gettò dalle coltri e lanciossi al verone. In  quel  punto una gondola costeggiava il portone. E il grido non
dovunque  quel  brigantaggio che devasta ancora le nostre province
da Domaso, divenne straricco, commerciando in società con  quel  Pietro Carcano, quasi secondo fondatore dell'Ospedale
non si sentivano mai sicuri di riveder l'alba del domani.  Quel  principe aveva uno zio che era capo di una tribù di
fra le sue montagne, in mezzo ai fedeli suoi guerrieri.  Quel  valoroso si chiamava Mahur; ne avete mai udito a parlare,
dir nulla. Il conte veniva a ridestarla ogni mattina da  quel  sogno d'amore, a precipitarla dall'altezza di quel paradiso
da quel sogno d'amore, a precipitarla dall'altezza di  quel  paradiso artificiale nel profondo inferno della realtà.
sotto il governatore Mendozza. Secondo il Torri, ove era  quel  monastero sorgeva la casa della famosa Guglielmina Boema. _
via omonima presso San Sepolcro, e vi ò riconosciuta in  quel  luogo fin dal 872, Poco lontano dalla Zecca vi è la nuova
i rami degli alberi che ombreggiavano la viottola deserta.  Quel  cielo limpidissimo, filettato di nuvolette bianche,
di nuvolette bianche, diafane, dagli orli color rosa;  quel  verde novello delle fronde che tremolava, a ogni alito
- Bisognava raddoppiar le cautele, per sviare i curiosi.  Quel  posticino fuori le mura parevagli al sicuro d'ogni
fogliame, di là dai merli delle mura. Era già rassicurato.  Quel  solitario posticino cosí incastrato fra le collinette, gli
eh? Giacinta lo canzonava, leggermente, braveggiando contro  quel  pericolo che lo impauriva. - Non scherzate! - rispose
broncia broncia, vinta da un languore dolce: - Sai, Andrea?  Quel  mio sospetto ... sai? Non mi stringere cosí: mi fai male!
della casa rustica, aguzzava gli occhietti maliziosi verso  quel  diavolino di signora che non si lasciava chiappare.
no stre ginocchia, accostandoci per riscaldarci un po';  quel  tempaccio metteva un che di piccante nella nostra scappata
del cielo. L'aria frizzava. Oh, non si arrivava piú a  quel  benedetto Cassano! La strada filava diritta; pioppi di qua,
città, in un posto dove nessuno ci conosceva. Bastava.  Quel  po' di mistero era una felicità. Quando si vuol bene ci si
noi due avrebbe mai creduto che ci saremmo trovati lí, in  quel  legno, a quell'ora, con quella dolce intimità di cuore che
pareva impossibile. Ma allora capivo che lo impossibile è  quel  che s'avvera piú facilmente. Una sera, te ne ricordi? si
che ti fece diventar rossa rossa? - Lei scherza! - In  quel  tempo correva il lei fra di noi. - No, no, parlo seriamente
per celare il mio disinganno. Non ero tra le rose in  quel  punto. Se tu non fossi rimasta seria, chi lo sa?, forse non
fossi rimasta seria, chi lo sa?, forse non sarebbe avvenuto  quel  che dopo è avvenuto. Ma tu rimanesti seria seria. - Amici
Rivedevo quella casetta bianca, con le persiane verdi, con  quel  gran pergolato che formava una graziosa tettoia davanti la
polverosa, attratti dal silenzio e dalla pace che covava in  quel  nido. - Come ci si starebbe bene! - Facemmo insieme la
risalivamo il letto secco di un torrente ove io trovai  quel  ciottolo di marmo verde, venato di bianco e di nero, sul
Che brutta giornata! Cominciò a piovere. La camera di  quel  meschino "Grande Albergo" dava sulla corte e non era punto
senza alcun senso, che io ti tradussi sfacciatamente a  quel  modo. Quando penso che qualche tourist li copierà per
rosso, che nascondeva la persona. Parve fatto apposta.  Quel  sorriso di sole venuto cosí a proposito c'intenerí. Io ti
l'avvenire? ... Se oggi la passione poteva porre a  quel  giovane una benda sugli occhi, domani, domani l'altro,
un ricordo della sua piú cara amica di collegio. E  quel  grido straziante le era uscito di bocca, all'improvviso,
stesso tempo una commozione profonda, sopraggiunta dietro  quel  primo impeto d'irritazione e di rivolta, la spingeva a
Col terrore che la scuoteva tutta, sprofondava gli occhi in  quel  cielo buio, coperto qua e là di nuvole, con rare stelle che
nello spazio; e tendeva l'orecchio senza sapere perché, in  quel  vasto silenzio interrotto soltanto dagli urli del mare che
Non osava voltare il capo. Aveva perfino paura di  quel  crocifisso di avorio da lei cosí affannosamente pregato
nel buio, sempre chiedenti pietà. - Come non capiva  quel  Gerace che cosí la torturava? ... Ma già, poteva anche
Avvizziva, anima e corpo, inchiodata a pie' del letto dove  quel  vecchio, colpito da incurabile malattia che non gli
larga striscia di pulviscolo turbinoso e luccicante ... Ah,  quel  sole! ... Ah, quell'alito di primavera! ... Ma la sua
... Il passato le ritornava alla mente come un conforto ...  Quel  ballo, quella canzone napoletana, quella terrazza al lume
canzone napoletana, quella terrazza al lume di luna e  quel  giovane bruno dagli occhi neri, dai capelli neri e crespi,
dolcissime, indimenticabili ... Ma non commetteva ella, a  quel  modo, un'infedeltà senza scusa? ... E Andrea perché veniva
lontananza, la riscuotevano qualche volta. Per terrore di  quel  silenzio turbato un istante, rivolgeva gli occhi alla palla
poco l'allucinazione riprendeva il suo corso. ... Che! Che!  Quel  vecchio assorbiva il giovane rigoglio di lei; e diventava
tempo. Se podeva finì foeura quella bottiglia, corpo di  quel  biondo! Quel to' zio prevost el gh'à un valtellina, un vero
podeva finì foeura quella bottiglia, corpo di quel biondo!  Quel  to' zio prevost el gh'à un valtellina, un vero vino
el me miscin? NARCISO: Cossa t'è vegnù in ment de porta via  quel  gattin. LEI: Guarda, el gh'à due oggitt che paren do'
animali, ma più cotti che crudi. Vuj, Marianna, te set che  quel  to' zio prevost l'è on ritrovato! Tutti gli anni supera se
prevost l'è on ritrovato! Tutti gli anni supera se stesso.  Quel  polastrell alla cacciatora con funghetti l'era sublime; ma
funghetti l'era sublime; ma era un nulla in confronto de  quel  zampone di Modena adagiato in un letto di spinaci. LEI: El
fuss per el decoro conjugale tiraria foeura el marsinin.  Quel  valtellina el gh'aveva denter un certo gas acetilene. (
dei vini. Mi se torni a nass voej famm battezzà da  quel  degno sacerdote. LEI: T'è capii de di no su di asnad.
NARCISO: Stavo ricordando qui alla mia legittima  quel  che c'è capitato l'ann passaa come incoeu quand sem tornaa
( combattendo col sonno ): Crodi anca mì del sogn...  Quel  vinett de malvasia el scalda i orecc come un fer de
Ah sì, sta notte faremo una bella dormidona con tutt  quel  bianco e rosso che fa la gibigiana. Ma niente vagone,
ch'era lì... E lei chi è? BALLANZINI: Son la moglie de  quel  signore grasso. LUIGI: Son partiti insieme. LA BALLANZINI:
ci passi appresso a schigliargli i piedi. E così càpita  quel  che càpita... LUIGI: Che cosa si fa? non si può dormire in
maggior dispetto comincia a piovere. BALLANZINI: Benone...  Quel  baloss el mi ha portaa via anca l'ombrella. CAPO: Signori,
fermati forse a questa stazione. BALLANZINI: Se pò sentì  quel  che disen? CAPO: Ma che la staga indietro, el telegrafo el
maschio... mandate balia. BALLANZINI: Cos'è? cosa el dis  quel  scior telegrafo? CAPO: Non xè per loro, è per il prestinaio
Anche mi me chiamo Marianna, Marianna Ballanzini, moglie a  quel  brutto mostro di Narciso Ballanzini che mi ha abbandonata
ebbe la sua origine nel 114 da Porzio, figlio di  quel  Filippo Oldano, noto per la basilica Naboriana innalzata da
poi stato nel 303 posto il corpo di San Vittore, venne da  quel  tempo detta di San Vittore al corpo _ Divenuta l'antica
Convegno il Colosseo; perciò Attilio dopo aver pedinato  quel  messo di delitti che si chiamava il Gianni, anzi che
palpebre come due teste da serpente. Cento anni addietro,  quel  pubblico funzionario si sarebbe chiamato Commissario
piace) non ha bisogno della vista magnetica per leggere in  quel  viscere opaco che si chiama il cuore umano, al Torresani
tu, Ranocchino? - gli domandò il babbo, che gli avea messo  quel  nomignolo perché era piccino quanto un ranocchio. - Io son
un ranocchio. - Io son contento - rispose. E la mattina  quel  povero diavolo se lo prese in collo, e cominciò a girare
gli sbatacchiò le imposte sul viso. - Bella grazia! - disse  quel  povero diavolo. E riprese ad urlare: - Chi mi compra
Ma nessuno lo voleva, un cosino a quella maniera!  Quel  povero diavolo non avea coraggio di tornare a casa, dove
- Fatti coraggio! - gli disse la vecchia - Fruga in  quel  canto; c'è del pane e del formaggio: mangerete per questa
subito dal Re. - Babbo, se mi vuoi bene, devi comprarmi  quel  Ranocchino. - Che vorresti tu farne? - Allevarlo nelle mie
Il Re acconsentì. - Buona donna, quanto volete di  quel  Ranocchino? - Maestà, lo vendo a peso d'oro. É quel che
di quel Ranocchino? - Maestà, lo vendo a peso d'oro. É  quel  che vale. - Voi canzonate, vecchia mia. - Dico davvero.
nell'altro, ma la bilancia non lo levava. Possibile che  quel  Ranocchino pesasse tanto? Colmarono d'oro il piatto ma la
levò esatta; non mancava un pelo. La vecchia si rovesciò  quel  mucchio d'oro nel grembiule e andò via. Quel povero diavolo
si rovesciò quel mucchio d'oro nel grembiule e andò via.  Quel  povero diavolo l'attendeva all'uscita. - Tieni! E gli
crepar di fame? Vendiamola! - La corona reale non si tocca.  Quel  povero diavolo tornò nella grotta in cerca della vecchia, e
la corona reale; ma io non l'ho permesso. - Fruga in  quel  canto. C'è del pane e del formaggio; mangerete per questa
ci si opponeva, ci ha tutti ammazzati. Detto questo, spirò.  Quel  povero diavolo si sentì rizzare i capelli. I figliuoli
Reginotta è spacciata. Il Re si disperava: - Dove prenderlo  quel  maledetto Ranocchino? L'aquila lo aveva già digerito da un
bolliva nella caldaia. Venne la vecchia e dietro a lei  quel  povero diavolo con un carro, su cui erano distesi i
che pareva un Sole. La Reginotta lo riconobbe pel bimbo che  quel  povero diavolo volea vendere, e gli domandò scusa d'avergli
gli Spazzoletti e i Ballanzini nascesse una certa amicizia.  Quel  giorno pranzarono insieme a Musocco. Dissipati poi tutti i
qual per pudore inconscio, accanto alla sfacciata nudità di  quel  Fauno era colei passata!... Quel Fauno!. . Ah! fuggi,
alla sfacciata nudità di quel Fauno era colei passata!...  Quel  Fauno!. . Ah! fuggi, fuggi, misero conte Alvaro! A sollevar
la Regina, e li fa rizzare in piedi.) Ho visto, ho sentito  quel  Mago presuntuoso ... Se oggi lui avesse toccato le teste
in Francia a prendere il romanzo detto d'appendice, con  quel  beneficio del senso morale e del senso comune che ognuno
per noi; e poi che il signor pubblico è meno volgo di  quel  che l'interesse e l'ignoranza nostra s'ingegnano di fare.
I signori centomila hanno letto di buona voglia e, da  quel  che si dice, si sono anche commossi e divertiti. Dal canto
indi Magenta in memoria della battaglia combattuta in  quel  borgo il 4 giugno 1859, che portò la libertà a Milano. _
curiose, che vorrebbero interrogare la cameriera su  quel  che ne dicano gli usci di casa, che, nella sua qualità di
cuori delle signorine sono meno ingenui di quanto si crede.  Quel  signore che fu presentato alcune sere prima in palco,
alle scuole elementari, non è passato inosservato a  quel  cuoricino di fanciulla. Lei ha veduto che il signore
e si è sempre mostrata intenta alle estasi melodiose di  quel  tenore innamorato, ed alle disperazioni di quella
e sarebbe dispiacentissima di lasciarli. * Hai veduto  quel  signore che venne in palco l'altra sera? riprende il capo
di sì, che lo ricorda. * E che ne dici? Ti piace?  Quel  signore ti converrebbe perfettamente dal lato
una domanda di matrimonio, deve fare come se la memoria di  quel  fatto non avesse passata con lei la soglia dello studio, e
viva, neppure colla più intima amica. Incontrandosi con  quel  signore dovrà trattarlo come qualunque altro che le sia
rifiutava tutte le proposte di matrimonio per aspettare che  quel  suo fidanzato minuscolo raggiungesse una situazione non
lunga, s'innamorarono come due eroi da romanzo, malgrado  quel  fidanzatino più da romanzo ancora. Un bel giorno il giovine
una voce al mondo, per rimandare ai posteri la notizia di  quel  gran sacrifizio che si era compiuto in quel piccolo cuore.
la notizia di quel gran sacrifizio che si era compiuto in  quel  piccolo cuore. Il segreto fu così ben custodito che si
rifiuto, tacendo, con malizia crudele, le lacrime che  quel  rifiuto aveva fatte spargere, e che erano a tutta gloria
di aver dimenticata tutta l'importanza che lui aveva data a  quel  passo extralegale. E dichiarò che mai in eterno lui aveva
un rossore, ad una peritanza dello guardo intenerito, che  quel  monosillabo, quella risposta breve riescono più lusinghieri
breve riescono più lusinghieri di qualunque discorso. Da  quel  momento lo sposo ottiene l'accesso in casa, e, se è in
intimità. Quasi tutte le signorine si credono in dovere, da  quel  momento, di mostrare una passione da Desdemona, di
il suo modo di sonare. È lui. La cameriera lo annuncia.  Quel  povero cuoricino balza di gioia. Avrebbe una cosa da
polsi, e storpiando, per far presto, il nome di Mordini in  quel  di Morandini. - Venga qua, venga qua, sor Morandini, -
fare gli occhietti piccoli e aprire le larghe narici di  quel  suo naso ben piantato nel mezzo della rubiconda faccia di
nel quarantotto; e l'attuale Mauro Lanzavecchia sapeva  quel  che vale questo centauro che si chiama il regno d'Italia.
quanto una parola che non si capisce, sa soltanto Iddio  quel  che egli intendesse dire, quando definiva il regno d'Italia
bestia. - Provi questo diaspro, ingegnere, e mi sappia dire  quel  che ne pensa - riprese, porgendomi un tazzone colmo d'un
forte; e risi anch'io per dargli gusto. Nell'espansione di  quel  lieto istante m'invitò a togliermi la giacchetta, ché
mai aperto il becco fin qui, e a cui mi parve di vedere che  quel  discorso irritasse le lische. - O che mi vuoi tirar su le
che a Bergamo e a Venezia son rimasti di princisbecco per  quel  che Giacomo ha scritto su quel cataclisma dell'avvenire:
rimasti di princisbecco per quel che Giacomo ha scritto su  quel  cataclisma dell'avvenire: dillo tu come si chiama quel tuo
su quel cataclisma dell'avvenire: dillo tu come si chiama  quel  tuo libro per cui ti hanno dato un premio. Né io, né tua
ma don Lorenzo non è un'oca, e, in intuito, istruzione, sa  quel  che pesano le lasagne. Io non so che cosa sia la scienza,
- Sí, sí, cara la mia ricchezza mobile - seguitò  quel  rumoroso padre di famiglia. - Oggi l'aver dei figliuoli non
Oggi l'aver dei figliuoli non è piú una consolazione. Ecco  quel  che dovresti scrivere in bel volgare, Giacomo, scriverlo e
a sentire le tazzette del suo vecchio diaspro, e che da  quel  ch'era facile capire, sedeva su vecchie piaghe, mi tagliò
al caldo riflesso della lampada, il maestro della banda, e  quel  don Andrea, padrone del "Roccolo", un prete bergamasco, che
si risvegliò di botto come un leone affamato; e tra lui e  quel  pretucolo ruvido e nero come un carbonaio, il battibecco
una volta. Ma io non sono cosí stupido da non capire  quel  che vorreste dirmi ... Mi è bastato, or ora, la quasi
tal carattere. Noi sogliamo stimare non naturale  quel  che non saremmo capaci di fare e che pure vediamo fare
è tutto là. Come scende dignitoso, severo, direi, pensoso,  quel  suo naso, tra gli occhi piccoli e sbiaditi! E come si libra
Le forme parlano piú forte? Tutt'a un tratto, noi vediamo  quel  che avremmo dovuto vedere da tanto tempo, e sbarriamo gli
Lo guardavo per leggergli anticipatamente negli occhi  quel  che era venuto a dirmi in un'ora cosí insolita, alle sette
intenzioni, allora scopersi - non posso dire altrimenti -  quel  naso che pendeva severo, dignitoso, dalla fronte un po'
dovevo fare uno sforzo per non lasciarmi sfuggire di bocca  quel  che egli era venuto a domandarmi? Gli volevo bene; eravamo
che ci trovavamo insieme - e accadeva quasi ogni giorno -  quel  che avrei voluto dire al mio amico. Mi ero immaginato,
attendeva, calmo, almeno in apparenza, e mi sembrava che  quel  suo naso, col lieve palpito delle narici, manifestasse un
... E se fosse cosí! ... Non m'importa niente, ripeto, di  quel  che gli altri pensano e credono. In quanto a te, non posso
conservarmi il tuo affetto, la tua stima. Ecco dunque  quel  che non imagineresti mai, neppure dalla lontana ... » Come
sono cosa morta. «So, so!» Ma bisognava sentire e vedere  quel  che significavano, quel che facevano intendere queste due
so!» Ma bisognava sentire e vedere quel che significavano,  quel  che facevano intendere queste due sillabe pronunciate come
appunto in cotesta virtú, diciamo, creativa; nel vedere  quel  che gli altri non vedono, nell'indovinare quel che gli
nel vedere quel che gli altri non vedono, nell'indovinare  quel  che gli altri non sospettano neppure; nel tirar fuori ex
soltanto per chi ama, e che diventano reali perché reale è  quel  che noi, sia pure per effetto di allucinazione, stimiamo
equivoca, e al profondo dolore prodottogli dalla morte di  quel  bambino ... Dunque il difetto non stava in lui ... Gli
Scena indimenticabile, caro professore! Riveggo Emilio con  quel  viso di stupore animalesco, quasi la ragione gli si fosse
a quell'altro la porta di casa! Io mi atterrisco pensando  quel  che può accadere da un momento all'altro: una strage,
professore. Indovino? In certi momenti, riflettendo bene,  quel  naso mi rassicura. Non mi par naso da suicida o da
libri presi un Catullo in mano, tu sai quant'io l’adoro  quel  peccator romano! Lo tengo sempre meco; ma un ultimo
l'altro sghignazzava: - Così calzano meglio... - E  quel  tuo Quintiliano legato a ghirigori ? - É adesso il mio
Lorenzo moriva sulle prime pagine di  quel  suo gran "Discorso preliminare", che probabilmente non
non aver fatto nulla di male, portando seco l'amarezza di  quel  dolore assassino, che l'aveva ucciso. Poche, sempre le
Lisa fu definitivamente conchiuso; e cosí fu dimostrato  quel  che don Angelo Lanzavecchia non cessa mai di ripetere, cioè
vorranno usargli dell'indulgenza. Fu un gran sussurro  quel  giorno che i carabinieri si presentarono all'uscio
Cardello preso animo, gli raccontava un po' confusamente  quel  che aveva operato, il Piemontese se lo divorava con gli
col gesto, di andare avanti, di andare avanti ... .  Quel  che più gl'interessava di sapere era il mezzo con cui
preparato sciogliere prima, quale dopo; ma, pensando a  quel  che ne poteva nascere, dovevi capire ... . Niente! Butta
lo prendeva con le buone, accorgendosi che sgridandolo a  quel  modo lo sbalordiva maggiormente. - Su, tenta ... . Non sarà
centinaia di mila lire se le vedesse rubare proprio in  quel  momento da qualcuno invisibile, contro cui non era
se mi avessero fatto studiare! Ci ho perduto gli occhi in  quel  suo libro, senza capirne niente. È colpa mia forse? ... Chi
capirne niente. È colpa mia forse? ... Chi poteva prevedere  quel  che è accaduto? Neppure lei, credo ... . Il Piemontese
di iridi, goffo di forma ma inarrivabilmente bello con  quel  verde pallidissimo su cui si ricamavano le venature di oro
dispiaceri, il pensare ch'egli, senza volerlo, senza sapere  quel  che facesse, era riuscito a produrre quel che il Piemontese
senza sapere quel che facesse, era riuscito a produrre  quel  che il Piemontese chiamava un pezzo unico lo riempiva
nella via della fortuna ... . E i due anni passati con  quel  mezzo matto del decano Russo, ripensandovi, non gli
la nebbia dai dorsi immani, e un rezzo tiepido giunto - in  quel  punto sapendo niente - dall'Orïente, dalle piramidi, dai
porti un pacco, o una tromba da suonar? Oh per Bacco! giù  quel  sacco, lo vogliamo esaminar ". Ed ecco dal folto compare un
vi occorre di slacciar. Con quegli occhi celestiali, con  quel  labbro, con quel crine, con quel seno ammaliator, so che
slacciar. Con quegli occhi celestiali, con quel labbro, con  quel  crine, con quel seno ammaliator, so che molti e molti mali
occhi celestiali, con quel labbro, con quel crine, con  quel  seno ammaliator, so che molti e molti mali si pon fare, e
- No, sono persone savie e prudenti, ma mal prevenute.  Quel  giorno a Novara era stato a visitare il Vicario, il quale,
costretto di esternargli il suo biasimo per avere stornato  quel  ragazzo dalla carriera ecclesiastica. Poi, senza lasciargli
sono uscito di là che mi girava la testa. Però dicano  quel  che vogliono; il ragazzo sta bene dov'è e ci resterà. - Ma
Ma possono darvi dei fastidi per questo? - Non so; faranno  quel  che vorranno. E il buon prete si curvò in aria di
che vi ho detto. Don Luigi, pallidissimo, rispose: - Sarà  quel  che Dio vorrà. Non capivo la minaccia del sindaco, e il
Non capivo la minaccia del sindaco, e il curato non mi fe'  quel  giorno alcuna confidenza. Si ritirò nella sua camera e non
doveva essere formidabile dal contegno di Don Luigi, che da  quel  colloquio in poi non aveva più ricuperato la sua calma e
a Don Luigi, e avrei voluto davvero essergli utile in  quel  frangente di cui mi era ignota la gravità. Ma la sua