Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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e la Provincia. Ma guardate la cartina della Tavola I.  Quel  paesotto grosso è un Capoluogo di Comune; là c'è il
morti vengono benedetti. E un po' fuori del paese, vedete  quel  quadrettino segnato in croce? quello è il camposanto. Quel
quel quadrettino segnato in croce? quello è il camposanto.  Quel  paesotto grosso si dice Capoluogo di Comune. Il Podestà,
assieme con esso formano un Comune, e si dicono Frazioni di  quel  Comune. Tutti quegli abitanti sono segnati nei registri di
Comune. Tutti quegli abitanti sono segnati nei registri di  quel  Municipio; i ragazzi frequentano le scuole di quel Comune.
di quel Municipio; i ragazzi frequentano le scuole di  quel  Comune. Più Comuni formano una Provincia. Alla Provincia
 Quel  viandante che spintovi dal caso o da vaghezza di solitarie
che sorgeva sulla costa ligure tutta seni e golfi,  quel  nostro solito viandante che non si capisce come faccia a
che sarebbe stato stanco morto per aver camminato tutto  quel  tempo, da Maracaibo e dintorni a Genova, quel viandante,
tutto quel tempo, da Maracaibo e dintorni a Genova,  quel  viandante, dicevamo, avrebbe sentito uscire da una finestra
del Corsaro Nero, che gridava: "Ah, non me lo vuoi comprare  quel  cappellino? Lo sai che cosa sei, tu? Un soldataccio
con un figliolino al petto. Era di cattiva salute, e con  quel  bimbo da allattare poteva lavorare pochino. Faceva dei
vicine, e così lei e la sua creatura non morivano di fame.  Quel  figliolino era bello come il sole; e la sua mamma, ogni
le storie del presente libro, e ne disegnò le figure. A  quel  tempo, essa non aveva nessun Editore. Aveva due gatti di
minori di lei. Costoro erano gli unici lettori suoi, a  quel  tempo: e fra quei lettori, pochi ma scelti, le presenti
le presenti storie ebbero un vero successo. Il ricordo di  quel  successo incoraggia, adesso, l'Autrice, a offrire le
E abituiamoci ad accettare tutto dalla sua santa mano. -  Quel  che Dio vuole! - dice il buon cristiano - Quel che Dio
mano. - Quel che Dio vuole! - dice il buon cristiano -  Quel  che Dio vuole. Egli sa quello che fa, e quel che Dio vuole,
cristiano - Quel che Dio vuole. Egli sa quello che fa, e  quel  che Dio vuole, è sempre il meglio per noi. Ogni mattina
LO È ANCOR DI PIÙ. E NON C'È DA STUPIRSI, DOPO  QUEL  CHE E AVVENUTO DURANTE LA NOTTE!
- E come stanno a casa vostra? - Tutti bene. - Ma lo sapete  quel  che vi dico? Quel giovinetto lì che dorme così
casa vostra? - Tutti bene. - Ma lo sapete quel che vi dico?  Quel  giovinetto lì che dorme così tranquillamente è il Reuccio,
- La povera donna, dalla paura, non disse più nulla. Però  quel  figliolino, ora che la sua mamma stava zitta, ogni mattina,
e non strillò più. Allora la povera donna si persuase che  quel  figliolino doveva avere una gran fortuna; e temendo la
di tardare. La vicina era seccata di tenere in braccio  quel  cattivello che piangeva perchè voleva la mamma. In quel
quel cattivello che piangeva perchè voleva la mamma. In  quel  punto comparve un cenciaiolo: — Cenci, donnine, cenci! — Lo
di segreto compiacimento. Deglutì più volte e cacciò giù  quel  grido con la saliva, temendo che le potesse uscir fuori
professore. In punta di piedi, uscì a cercare Dorotea. Con  quel  bel sole, pensò, era un peccato non portarla a passeggio. E
stava lí sull'attenti, com'era suo dovere, ma pensava che  quel  viaggio l'aveva stancato, e quel bitorzolo sul naso gli
suo dovere, ma pensava che quel viaggio l'aveva stancato, e  quel  bitorzolo sul naso gli faceva male. Pensava alla sua casa
basti dire che stava li solo in un canto, mentre passava  quel  bel corteo, e la bella Maria Rosina cosí ben vestita. Fu
Che si deve fare? E fatela entrare! — rispose il Re che  quel  giorno era allegro. — Maestà, quella vecchietta ha un
averla regalata al suo babbo che partiva per il fronte.  Quel  babbo soldato la mise a cavalcioni sul cannone e le disse:
sul cannone e le disse: - Difendi me e la Grecia.  Quel  babbo era un greco, quindi un nemico degli italiani.
Tutti erano atterriti; non osavano rifiatare. Ma in mezzo a  quel  silenzio scoppia a un tratto una risatina, una risatina di
gobbetta e quelle sue gambine sbilenche. Capì subito che  quel  cavallo fatato era opera del nano. — Ah, Nano, nanuccio; —
contorcersi dalle risa: — Ah! ah! ah! - È a vedergli fare a  quel  modo, tutta quella gente ch' era lì, cominciarono a ridere
ah! - Si tenevano i fianchi, non ne potevano più. Soltanto  quel  povero Re rimase così afflitto e scornato, che faceva
per davvero, — rispose il Nano — prima dovete riprendervi  quel  che mi deste l' altra volta. — Che cosa ti diedi? — Un bel
- Il Re esitava: avea vergogna di ricevere un calcio in  quel  posto, davanti il popolo e la corte. Ma l'amore della
si persuase ch'era di troppo e disse: — Datemi almeno  quel  cavallo: farò la strada più presto. — Montò sul cavallo di
per  quel  giorno non ammazzò neppure uno sgricciolo. Ma la mattina
donna del malaugurio fosse chiusa in una prigione. Da  quel  giorno in poi, tutte le volte che il Re andò a caccia, non
diventò così grasso e grosso, da pesare due quintali con  quel  suo gran pancione che pareva una botte. Quando avea fatto
anche fatto chi sa che cosa, pur di levarsi di dosso tutto  quel  grasso e quel pancione. — Conducila qui. — La vecchia
sa che cosa, pur di levarsi di dosso tutto quel grasso e  quel  pancione. — Conducila qui. — La vecchia cacciò una mano
una spanna, ma bellina e ben proporzionata. Come vide  quel  pancione, la Cecina scoppiò in una risata; e mentre quella
incerti, annusando con più incredulità che diffidenza  quel  letto elegante, s'eran poi quietamente accoccolati fra i
con ogni cura e premura, togliendo dal proprio piatto  quel  che c' era di meglio. Il latte, per Caciotta, fu a
fu a dirittura una rivelazione. Che differenza con  quel  brutto pentolo di creta sbocconcellato, mezzo pieno d'
pieno d' acqua sporca, ch' era stato, fin allora, tutto  quel  ch' ella aveva per dissetarsi, quando stanca di star in
prese il fiore piangendo. Ed altri generosi ancora in  quel  primo periodo di lotte si immolarono alla Patria,
lo pregava di aspettarlo. Giunto al portone della scuola,  quel  caro nipotino strappò con mala grazia la cartella di mano
si sentì infocare gli orecchi, perchè si vide specchiato in  quel  ragazzo. - Onorare i genitori - dice il Vangelo. I nonni
delle macchine dapprima stordì un poco i nostri ragazzi, e  quel  vorticoso muoversi di bracci di ferro, quel girare di
ragazzi, e quel vorticoso muoversi di bracci di ferro,  quel  girare di cinghie, quel saliscendi e batter sordo di magli
muoversi di bracci di ferro, quel girare di cinghie,  quel  saliscendi e batter sordo di magli idraulici li aveva un
il parlar naturale. Di quando in quando, per effetto di  quel  suo parlare, gli seguivano dei casi comici. Un giorno,
la sua signora, benchè gli paresse un po' troppo famigliare  quel  modo di nominarla, gli rispose di no, perchè signore, in
teatri, dove ci occorreva spesso d'osservare intorno a lui  quel  fatto psichico curiosissimo, che si potrebbe chiamare
lì impacciate, e qualche volta arrossivano, come se  quel  linguaggio falsificato e ridicolo uscisse a loro malgrado
modo che escon le parole dalla bocca dei farneticanti. Ma  quel  mal vezzo finì con portargli disgrazia. Fu un caso curioso.
quella toscanità ostentata, sospettò che parlasse a  quel  modo per rifare il verso a lui. Risentito, gli domandò
allora. — Un gallettino vivo vivo. E infatti proprio in  quel  minuto si sentí fare: — Chicchirichí! — Tutti si voltarono,
— Tutti si voltarono, ma nessuno capiva di dove venisse  quel  chicchirichí. E cosí ogni tanto il corteo si fermava, e
della televisione andò a intervistarlo a Casablanca. In  quel  momento il nonno stava conducendo alla fiera del bestiame
fare lo spiritoso, gridò: - Ehi, nonnetto, mi venderesti  quel  bellissimo asino? - Ben volentieri — rispose il nonno — ma
Fàtti coraggio! — gli disse la vecchia. — Fruga in  quel  canto; c'è del pane e del formaggio: mangerete per questa
subito dal Re. — Babbo, se mi vuoi bene, devi comprarmi  quel  Ranocchino. — Che vorresti tu farne? — Allevarlo nelle mie
- Il Re acconsentì. — Buona donna, quanto volete di  quel  Ranocchino? — Maestà, lo vendo a peso d' oro. È quel che
di quel Ranocchino? — Maestà, lo vendo a peso d' oro. È  quel  che vale. — Voi canzonate, vecchia mia. — Dico davvero.
nell' altro, ma la bilancia non lo levava. Possibile che  quel  Ranocchino pesasse tanto? Colmarono d' oro il piatto ma la
levò esatta; non mancava un pelo. La vecchia si rovesciò  quel  mucchio di oro nel grembiule e andò via. Quel povero
si rovesciò quel mucchio di oro nel grembiule e andò via.  Quel  povero diavolo attendeva all' uscita. — Tieni! - E gli
di fame? Vendiamola! — La corona reale non si tocca. —  Quel  povero diavolo tornò nella grotta in cerca della vecchia, e
la corona reale; ma io non l'ho permesso. — Fruga in  quel  canto. C' è del pane e del formaggio; mangerete per questa
si opponeva, ci ha tutti ammazzati. - Detto questo, spirò.  Quel  povero diavolo si senti rizzare i capelli. I figliuoli
Non è vero, ragazzi miei! Quella loro costretta solitudine,  quel  non poter scambiare per giorni e giorni parola con altri
scambiare per giorni e giorni parola con altri uomini;  quel  loro affrontare i geli, le pioggie, i caldi; quel dover
uomini; quel loro affrontare i geli, le pioggie, i caldi;  quel  dover rimanere, nelle loro solitudini, spesse volte
Bravo Mimmì; carino!... - gli dicevano i ragazzi, dandogli  quel  nome che Rita gli aveva messo. E mentre egli divorava quel
quel nome che Rita gli aveva messo. E mentre egli divorava  quel  cibo nuovo girandolo e rigirandolo tra le manine, tutti i
Mimmì è bravo! - gridavan tutti, divertendosi a vedere  quel  povero zotico addomesticarsi così presto e volentieri. Il
stesso gesto. E, tornato a casa, raccontò tutto alla mamma.  Quel  mistero intrigava la poveretta: - Purché non accada niente
novembre è una festa nazionale. Tanti anni fa, proprio in  quel  giorno, l'Italia vinceva la Grande Guerra e i popoli
questo punto Dodò tacque, perchè era l' ora del pranzo.  Quel  giorno la contessa stava meglio assai, e volle che i topini
finanze, quattro soldi, avevano comprato del castagnaccio.  Quel  castagnaccio, che nella teglia pareva una luna piena, era
buono, ma ora ai due amici capitava che non avevano più  quel  bell'appetito del mezzogiorno, che invita al cibo sano e
è il migliore indice della vostra salute. Appunto con  quel  castagnaccio in corpo i due messeri cominciarono a litigare
per tutti i suoi Stati: Chi gli portasse, vivo o morto,  quel  cardellino, riceverebbe per mancia una mula carica d' oro.
molto male in arnese: — Maestà, lo volete davvero  quel  cardellino? Promettetemi la mano della Reginotta, e in men
giorno appresso quegli tornò: — Maestà, lo volete davvero  quel  cardellino? Promettetemi la mano della Reginotta e in men
la sua collera! Dovette, per forza mettersi d'accordo con  quel  contadinotto. — Portami vivo il cardellino, e la Reginotta
delle gioie? Vuoi dell' oro? — Tenetevi ogni cosa. Sarà  quel  che sarà! - E andò via. Il Re disse al cardellino — Ora che
Bisogna sapere il motto; e lo sanno due soli: il mercante e  quel  contadino che mi ha preso. — Il Re mandò a chiamare il
felice! — Prometto! — gridarono i passeri dalla gronda. In  quel  momento, di fronte alle minacciose nuvole nere che
le carte. - E chissà quante altre ne ha combinate,  quel  delinquente. - Io l'ho sempre sospettato. - Con quella
andava piano piano, un po' per la vecchiaia, un po' perchè  quel  sacchetto le pesava. Giunta che fu davanti a Sant'Antonio
musulmani, vedendo quella bocca che pareva un forno,  quel  viso incartapecorito, quei radi cernecchi ritti dallo
mentre ascolta. Caro papà! È un omone nero, fuligginoso per  quel  continuo vivere alla vampa. Ogni tanto tralascia di
verso, per canzonarla. E la mandò via, tutto contento che  quel  malaugurio per la sua discendenza fosse sparito. Gli occhi
nulla, la prendevano per matta e le ridevano in viso.  Quel  giorno della disgrazia, la vicina le aveva dato il soldo
via dalla finestra. Ma la mattina dopo, torna ad aprire  quel  cassetto e che vede? Il soldo bucato. Richiuse il cassetto
di lei, ed era già diventata una benedizione del cielo. Ma  quel  bene lei lo faceva sempre col pensiero al figliolino
che, un giorno o l'altro, il cielo l'avrebbe consolata. In  quel  tempo il Re ebbe il capriccio di comprarsi un magnifico
era buona! — Tutti accorrevano al palazzo reale per vedere  quel  puttino di terra cotta, che era una meraviglia, e vi andò
la cosa, e la fece gettare in un fondo di carcere. Ma da  quel  giorno egli non ebbe più pace. Voleva andare a letto? E gli
ai ragazzi di tutto il mondo. E a quei venti monelli e a  quel  fotoreporter si deve anche se, circa vent'anni più tardi,
 Quel  che si mangia e quel che si beve. Il corpo si nutrisce con
Quel che si mangia e  quel  che si beve. Il corpo si nutrisce con cibi e con bevande. I
cibi non sono ugualmente nutritivi. Il pane, specialmente  quel  di frumento puro, o misto a segala, nutrisce molto. La
che cos' è quella bestia? - Il conte entrava appunto in  quel  momento. - Che ha? che le accade? - gridò subito al
strilla pure quanto ti piace; per questa volta hai avuto  quel  che ti meritavi, pezzo di birba che non sei altro! E con
Il conte, che non doveva avere una gran voglia di dar  quel  gastigo, si contentò di gridare: - Ah Dodò, se lo fai un'
baci, per dirle che proprio era contento d' aver morso  quel  soggettaccio, che tormentava gli uomini e trattava male le
Chiedete  quel  che volete e ve lo do, - gli disse. - Non voglio nulla,
stette bene andò dal Duca zio e gli disse: - Zio, dite  quel  che volete, ma io stasera voglio che mi prestiate il porco
- Ammazzarla! Mi pare d'aver diritto di vendicarmi. - Fa'  quel  che vuoi, - rispose lo zio, che non voleva, dopo quel che
- Fa' quel che vuoi, - rispose lo zio, che non voleva, dopo  quel  che era successo, contraddire il nipote. Quando è notte, il
sul groppone del porco e via dallo zio. - Ho saputo tutto  quel  che avevate macchinato contro di me, - gli disse appena gli
salva la vita, non mi mettete a cimento, non parlate di  quel  sangue che grida vendetta contro di voi. Sparite! - Il Duca
questa volta, il quale viene sempre da lontano, e, vedendo  quel  lume, aveva bussato. Aveva preso molta pioggia; aveva
tu, Ranocchino? -- gli domandò il babbo, che gli avea messo  quel  nomignolo perchè era piccino quanto un ranocchio. — Io son
un ranocchio. — Io son contento, — rispose. E la mattina  quel  povero diavolo se lo prese in collo, e cominciò a girare
gli sbatacchiò le imposte sul viso. — Bella grazia! — disse  quel  povero diavolo. E riprese ad urlare: — Chi mi compra
— Ma nessuno lo voleva, un cosino a quella maniera!  Quel  povero diavolo non avea coraggio di tornare a casa, dove
gli domandiamo ciò che è necessario al nostro corpo, cioè  quel  tanto di nutrimento che ci basta per campare, e ci
nostra tavola per rallegrare la sua mensa. Noi saremo, in  quel  momento, la mano della Provvidenza, che non lascia mancare
con un'aria sempre pii furba. — Voglio andare in cima a  quel  monte, — strillò. E il povero signor Negretti, già così
fermandosi ogni tanto per asciugare le quattro zampe che  quel  diavolo di un cane continuava a mettere nelle pozzanghere.
a niente che sei! - gridava Moschino dopo aver addentato  quel  fratello tutto mortificazione e paura - Dodò farà il
ormai, a ubbidire a quell'aristocratico di Dodò, e a  quel  prepotente di Moschino. Rita e Nello, a volte, udivano
pur non intendendo la lingua topesca. - Picchiano ancora  quel  povero servo sciocco! - esclamava la contessa commiserando
vedono dietro a quelle, più alte ancora, fin dove si vede  quel  bianco, di neve e di ghiaccio. Guardando dall'alto verso la
e stazzi. - Lo stazzo - disse quando furono arrivati - è  quel  chiuso fatto di legna (staccionata) o di pietre (muriccia)
in terra in modo da formare un corridoio obbligato. -  Quel  labirinto di bastoni - spiegò il signor Goffredo - serve
ecco che ad una ad una queste debbono passare per  quel  corridoio di legno: là, con un bel secchio, seduto su di
Chi diceva: - Perchè debbo fare questo? perchè poi con  quel  cannone sparino sulla mia bella famiglia italiana? - E un
italiana? - E un altro pensava: Perchè aiutarli? perchè con  quel  cannone, insieme a tanti altri, minacci la mia pesca, i
la sua bara. Chissà dove è sepolto Paolo? Forse Paolo è  quel  soldato ignoto nella gloria di Roma, sull'Altare della
viaggio! — disse il Re tutto contento. Ma la Reginotta, da  quel  giorno in poi, diventò di malumore; non diceva una parola,
sua parola la dovrebbe mantenere. — Come? Lei dunque voleva  quel  Nano gobbo e sbilenco? — Non intendevo dir questo; ma....
mantenere. - Anche la Regina non viveva tranquilla: —  Quel  Nano era potente: aveva vinto l' Uomo selvaggio; doveva
in mezzo, vide che conteneva ancora un po' di succo. Con  quel  succo bagnò la testa delle bisce dorate e, come per
tue dame, le tue cameriste e le aie di tuo figlio, - e da  quel  momento Mariuccia fece una vita tranquilla in mezzo a tutte
figlio. Però di lì a poco disse al giovinetto: - Hai veduto  quel  cacciatore più alto di tutti e col portamento così nobile,
nobile, benchè pallido e come affranto dal dolore? Ebbene,  quel  cacciatore è il Reuccio tuo padre. Va' da lui e baciagli la
la mano, gli disse: - Padre mio, beneditemi! - Figuriamoci  quel  che provasse il Reuccio in quel momento! Rialzò il
beneditemi! - Figuriamoci quel che provasse il Reuccio in  quel  momento! Rialzò il fanciullo, se lo strinse al petto e
il fanciullo, se lo strinse al petto e pianse di gioia su  quel  capo che aveva tanto bramato di baciare. Poi si fece
dare l'assalto a Porta Pia, non ci avventuriamo verso  quel  luogo, perchè è molto pericoloso e ci sarebbe uno spreco
proprio sicuro di quello che fai? - Sicurissimo. Proprio in  quel  momento l'artiglieria nemica infuriava intorno alla fontana
e, una o due volte la settimana, un po' di carne. Non è  quel  che si mangia che fa bene, ma quel che si digerisce. Per
un po' di carne. Non è quel che si mangia che fa bene, ma  quel  che si digerisce. Per digerire facilmente i cibi, bisogna