IV In cui ci imbattiamo in qualcuno di quei maledetti spagnoli ai quali si è alluso nel capitolo precedente e si assiste ad un incontro che non
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. "Vivo con il mio modesto stipendio di capitano..." "E quei cento chili d'oro?" "Erano le medaglie guadagnate in mille scaramucce contro il nemico
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tutto da solo!" "Possibile?" "Certo, io andavo avanti come sempre, quando fui attaccato e con la mia spada feci tanti di quei buchi nel corpo dei
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esclamava: "Tutta colpa di quel dannato Trencabar! Ah, se avessi a portata di mano qualcuno di quei maledetti spagnoli che hanno affondato la Tonante!"
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che non potranno mai sposarsi, come Tristano e Isotta, come Paolo e Francesca, come quei due poveri giovani di Verona le cui famiglie erano nemiche
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Squacqueras portando la mano all'elsa dello spadone la cui punta si sollevò da terra assumendo così la posizione detta in quei tempi "bramasangue". "Per una
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visto dei bianchi in mezzo a quei selvaggi. Giovanna avvampò. "Spagnoli, avete detto? A morte!" Il capitano capì che la vecchia ce l'aveva con gli
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