, mentre quei due le ripetono a voce alta di star attenta, decide di arrampicarsi.
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suoi racconti, mia madre era morta all'alba, la sua voce dalle sere d'inverno era venuta lì nel corridoio, era la musica dell'attesa con tutti quei
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, non ai suoni suscitati dalle dita, ma al suono, inudibile, da cui scaturiscono quei suoni.
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Caro, apro solo oggi internet. Ed ecco che ti sento dar di cozzo, come quei cerbiatti che nei riti di Venere, cioè in Lucrezio, si scontrano
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nella sua oratoria, con gli unghiolida comiziante agganciati a quei frammenti di tavoleche rimangono del ponte distrutto delle Sue pioggerellee risatine
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47. Sommatodà 11, uno più uno. Solo io sola lei. Mi potrebbe prendere senon come figlio come ranocchio. Uno di quei rospi che cigolano sui pentoloni
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Due settimane dopo i funerali va in sogno al figlio, gli indica il platano davanti alla finestra, dice che ora se ne sta su uno di quei rami.
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Mi chiedo, osservando le foto più antiche, se tra quei nomi ci siano anche quelli le cui ossa andarono disperse nel trasporto dal vecchio cimitero a
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Allora, vorrei che ci si concentrasse su quei sassi. Non perché siano importanti di per sé, e non perché siano un simbolo di qualcosa, ma proprio
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aveva osservato, un mattino qualunque, quei vagoni attraversare la linea dell orizzonte, dal cortile o dalla strada di casa verso nord.
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, uno di quei rivoli da niente che poi esplodono in un fiordo interminabile, ali di farfalla capaci di provocare a migliaia di chilometri un tornado.
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non muovevo palpebra, quantunque nelle vene Mi serpeggiasse il freddo, ma, sia pigrizia o grillo, Sopportavo quei brividi, pure di star tranquillo. La
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voglia parlar deve crearla. - è il piacere un dio pudico, fugge da chi l'invocò; ai piaceri egli è nemico, fugge da chi lo cercò. Egli ama quei che
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mento, evoca da quei fogli impolverati i suoi studi passati, e vi rannoda, palpitando, i fili degli anni giovanili.
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lieto grillo era il nostro compare: o pace, o solitudine, o dolcezze! Chi, chi di noi più puri e più beati in quei giorni d'affetto e di mistero? Ti
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complimentava fra beate stanze, era in quei giorni io stesso: io che il perduto imper sospiro adesso! I bei vegliardi dallo scettro d'oro che per la neve
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confuso cianciar pien d'allegria. Parevan le due candide cuffiette, tra quei vasi di fior, due tortorelle, e or rivolti alla strada or alla gronda
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la fronte; quei buoni curati li hai tutti scordati? Pensa ai bimbi del lido, ai ritornelli che col vento venian dai navicelli; e mi dicevi, seduti
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Per l'ampia volta querula, nel coro intarsiato, l'orme di cinque secoli un giorno ha cancellato; or tutto è liscio e candido, e, a quei toni
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melodìe dei postumi lamenti. A bever venti e raggi, o ad inseguir nel nebuloso corso quei fantasmi nemici al giovinetto perché non piega a un monastero
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andare, io voglio ammazzare - la fame con me. Quei soldi eran gli ultimi - ed or son bevuti; accetti i saluti - lasciatemi andar. Quel bruto d'orefice
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madri italiche tutte ammonir la prole, perché di Roma il sole un lampo, un lampo fu! Quei bimbi che inneggiavano or più non siam, perdio! Siam la legione
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Son solo: il portico dell'osteria mi manda i cantici dell'allegria, qui, dove mesto tra stranie mura, penso alla incerta e fosca età ventura. Quei
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illusïone; amo il bruco che primo fa capolin dal limo. Amo i rabeschi delle lumachelle che van sotto le stelle geografi notturni... Spesso in quei
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! Rassomiglia a quei poveri augelletti che giammai non mi han fatto un male al mondo, che si appagan di miglio e di confetti, e ch'ebbi in dono da un
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affanni. Oh! quei dì!... quand 'era un subito apparir di giovinetta, nel mio cor - tempesta candida- il baleno e la saetta! Quando inconscio, ardente
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