’illustrissimo padrone entra dal fondo col viso arcigno, e non sappiamo più quante donne e quanti bambini riempiano i vuoti della composizione. Accanto a
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siamo seduti presso una quercia annosa, ricca di fronde, senza sollevare gli occhi a guardarla! Quanti crepuscoli, quante aurore, quanti tramonti
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altro che tradurre in marmo una delle consuete notizie, che si leggono nella Cronaca cittadina di tutti quanti i giornali? Ne sarebbe uscito, a dir
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Chi si desse alla fatica di ricercare in quanti modi un’opera d’arte può destare l’attenzione del guardatore e fermarglisi nella testa, ci perderebbe
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qualcuno o di tutti quanti i colori.
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eccezioni di valentìa o di pochezza, quanti non sembrano mai gli stili della pittura ed i generi nei quali si divide e si suddivide? È più facile forse
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dicono una sbozzatura, uno strapazzamelo, e accusano l’artista di pretensiosa impazienza. Non sanno quanti vani tentativi, quante lunghe fatiche, quanto
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copia non ha che vedere con quella del collega: e insomma quanti sono i copiatori, tante sono le varietà di espressione, di colore, persino di forma.
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’appunto nel confondersi nello spirito comune: Incarnarlo, ecco il busilli; e Alfredo Stevens è il primo fra tutti quanti gli artisti, i quali vanno
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Dicevamo della maestria meccanica dei Lombardi. Oh quanti esempii di essa nella Esposizione di Napoli, che fanno spalancare gli occhi e la bocca alle
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Centum, hanno bevuto tanti ciati quante erano le lettere dei nomi de’ commensali, e quanti anni desideravano ad essi di vita. Hanno bevuto, mangiato
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In diciassette mesi quanti casi eroici, quanti strazii, quante illusioni, quanti disinganni, quante gioie! Beate pazzie! Lo scrittore di questo
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Gli scultori sono, fra tutti quanti gli artisti, i cucchetti della fortuna. Le piazze delle città italiane e i cimiteri si riempiono di monumenti: la
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Quanti Danti abbiamo visto sorgere dappertutto su piedistalli in questi ultimi anni! E a Torino le statue sbocciano sulle pubbliche aiuole; e Venezia
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bello, che fu tanto lodato e che tutti quanti conoscono — il Socrate dello scultore è un uomo di viso rincagnato, ritto in piedi, con una mano
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