elementi letterari e romantici non si mescolassero alla pittura sensibile in una sorta di animismo quasi fantomatico; e il salto qualitativo tra quelle
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somma degli stati d’animo, degli umori e dei sentimenti, esiste dal 1928, dentro una sua linea di sviluppo. Né si può parlare di un salto qualitativo
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solo perché, nonostante le numerose contraddizioni in cui cadde l’arte sua, Prampolini ha rappresentato in un momento assai poco qualitativo in Italia
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contemplazione della acerbità donnesca, lo pone in una età adulta, di padri e coincide con l’accrescimento qualitativo in senso moderno della sua scultura
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senza cadere nell’antico impaccio. C’è davvero un salto qualitativo tra queste opere e quelle che commentammo nella scorsa Quadriennale. Si guardi ad
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Sarebbe dunque, questa ultima fase di radicale liberazione (dalla realtà delle apparenze, esterna) un passo avanti qualitativo dello scultore, o una
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