passeggiate lungo la Senna, ballerina, «araba», e ammaliatrice. Renoir la dipinse nel quadro «Le bai à la campagne» bruna e delicata, tra le braccia di un
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entrano nel quadro, o meglio non riescono a funestarlo: solo si nota una sorta di immiserimento nelle generali intonazioni, una predilezione per gli
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quadro, originale, personalissimo, senza aggiungere neppure un triangolo, senza sciabolare neppure una fremente pennellata espressionista sotto la
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Italia dal gran pubblico, sia perché esse, pur componendo Un quadro di esperienze vastissimo, che comprende la prima e la seconda fioritura impressionista
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come il pittore avrebbe voluto dipingere il quadro del medesimo soggetto; d’altra parte quelle forme sono così autosufficienti nel bianco e nero che
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Il quadro «Nudo seduto» (1940), appartiene appunto a questo tipo di lavori. Il visitatore noterà subito uno spaventoso incastro di membra, piedi
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, questo inespresso sarà reso espresso, noi cesseremo d’esserne le vittime. Per non avere più paura — sembra dire l’artista in questo quadro — è
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Naturalmente noi non possiamo in questa sede correggere quadro per quadro tutte le errate impressioni del lettore polemico, e ci limiteremo a qualche
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, questa forza vitale di cui Picasso si è innamorato. E come non commuoversi nel quadro «Il figlio Claudio in carrozzina» dinnanzi alla vivezza di quel
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coscienza dei mezzi espressivi, davvero opposti. Picasso sembra in ogni quadro esprimere se stesso malgrado la pittura; Braque in ogni quadro esprime
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sfere, nastri e foglie occhiute, un suggerimento, perfino, da Chagall nel quadro che porta il titolo «Cerchio sul nero» del 1912? E una non accigliata
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tanti problemi urgentissimi, di carattere economico e politico, un bosco di birilli, o, peggio, una campagna, come nel quadro «Le Territoire» del 1956
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viaggiatori più o meno simili anche nel cappello duro e nel soprabito (come è raffigurato in «Journal intime», 1951, un gran bel quadro) in atteggiamento
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beccheggiare di grandi tasselli grigi e azzurri: vasto quadro che noi siamo spinti a porre nel gruppo di quelli delle «favole atmosferiche» del tipo de «La Luna
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rinnovamento, innalzarono la bandiera della revisione e scoprirono quadro per quadro, scultura per scultura, il grande cammino dell’arte mondiale fuor del
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No, il grande dipinto «Uno» che troneggia nella sala maggiore della Galleria, è il quadro più drammatico e doloroso, per niente decorativo, per
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Ma il quadro più alto della mostra, che coincide stavolta anche col quadro più grande, è la trilogia «per una Crocifissione» di proprietà dell’autore
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la coda dell’occhio che c’è l’arco di Tito mentre insegue le farfalle, poi mette l’arco nel quadro, al più come un’ombra fra azzurra e grigia.
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Quanto poi al suo variegatissimo espressionismo, dal tipo «lineare» (come nel quadro bellissimo de «La mezzana») a quello più sanguigno (toni
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, una certa inappagatezza; due o tre opere insieme, sulle prime, sembra aggravino questo quadro emozionale, quasi che il pittore nel suo perseverare
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e prove di rapporti, con il quale l’artista riesce a toccar fondo, a persuadere; tanto che ogni quadro si presenta come una parte organica di un lungo
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ripetuta, sia pure in svariati temi e con differenti sviluppi, quadro per quadro; una pittura ragionata, eppure farneticante, elusiva di ogni pacifica
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, quadro per quadro. Si potrebbe dire che il massimo paladino italiano dell’astrattismo, nel sottolineare i momenti e le istanze «decorative», magiche
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coperture del mercato per un ritmo decorativo a sé stante. Se ciò è accaduto, questo non è il pregio del quadro; se mai il maggiore schematismo delle
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La scelta è dunque piuttosto esigua, una decina di pezzi, il formato dei quali è il tipico formato del quadro di cavalletto, figurativo, per
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Scipione e, conseguentemente, della paesistica — almeno — della «scuola romana di Via Cavour». Per esempio nel quadro «Casa toscana» (1919-20) della
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«Eric Von Stroheim»? Sulle donnine (il quadro «1898») che fecero scomparire dal patrimonio avito dei baronetti siciliani, venti ettari di giardini? Le
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economia cromatica del quadro.
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Mario Mafai, che non ci pareva proprio, nel quadro dei valori raggiunti dentro una pittura fra le due guerre, una tangente di totale astrazione, quella
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Le cento e più opere ad olio e monotipi eseguite dal 1929 al 1934 da Carlo Levi ed ora esposte compongono il quadro di un impegno e di un risultato
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nel quadro).
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punto di vista della tartaruga che è il centro invisibile, sentimentale, del quadro, pur costituendo una visione piuttosto delibata, da pittore
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tutto, né poterono, nel quadro dei valori europei del medesimo momento, a causa della posizione tradizionalmente subalterna dell’arte italiana; ma seppero
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italiano e nel quadro dei valori assoluti presenti ai Giardini, la più suggestiva e stimolante palestra, di confronti e di approfondimenti, la più ricca
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legato al clima arcano del tono. Vi è più di un quadro di Guttuso nella Mostra alla VIII Quadriennale che sta a segnare questa felice bivalenza, tra tono
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quadro in quadro, costituendo anzi, quasi il motivo o la chiave pittorica di ciascuna visione; ed ecco il verde lattuga di «Mattino sull’Appia», il
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La mostra personale di Giuseppe Guerreschi alla Galleria «La Nuova Pesa» completa con una qualità di indiscussa incidenza il quadro della produzione
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gran parte d’accordo con Renato Guttuso — uno dei presentatori dell’artista — nell’additare come riuscito il quadro di media dimensione: «Veglia al
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Alberto Gianquinto è uno degli ingegni e dei temperamenti più vivi che siano apparsi dopo la Liberazione in Italia nel quadro delle esperienze
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appassionate, soprattutto con un vasto quadro «Difesa contrastata», che misurava cinque metri di altezza e un paio di base. Era quello un momento assai
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Diciamo subito che mentre il grande quadro esposto nel dicembre del 1959 alla Quadriennale costituiva il più grande sforzo nella ricerca al di fuori
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pittore. Allora noi gli rimproveravamo di avere travalicato i confini della pittura di formato medio, del quadro da mettere in cornice, per tentare una
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(quest’ultimo, già nel 1910, se la data del quadro non mente, coi modi del cubismo sintetico, tanto che sembrerebbe essere questo tutto una cosa con la
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guarda un quadro cubista — osservava il maestro tedesco — il punto di vista dell’osservatore va inevitabilmente e automaticamente cambiandosi mentre lo
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Il quadro dei valori belgi è completato, nel padiglione, da un surrealista di temperamento, Octave Landuyt, il quale pur rimanendo legato alle
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: quando l’artista sembra raggiungere il pathos, ecco le sue traslucide pezzature irrigidirsi e automatizzarsi; tanto che il quadro nel suo insieme pare
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», altro modo di protestare, altro modo di organizzare questo «no» di miserabili e sgomente voci nel quadro. Anche i due quadri realizzati con legni
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Impressionisti rappresentò contro il quadro preordinato sul filo di una idea «scenica», nella regìa compositiva e chiaroscurale del Museo, sembra quasi
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In tutta l’arte di Delacroix il «quadro storico» è la regola, mentre il dipinto di genere, la composizione su fatti ed episodi di vita contemporanea
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Ma se fin’ora abbiam parlato della eccezione della regola, non dobbiamo trascurare quella che fu, appunto, la regola di Delacroix, il quadro «storico
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