la bella fama di un pittore veneziano, Antonio Zona. Pochi quadri moderni sono degni di stare accanto alla sua gran tela, che si ammira nella
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dei dipinti antichi, lo Zona si sforza di compiere a un tratto con la sua tavolozza. È cosa buona? Si potrà discutere se i quadri di Tiziano paiano a
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fotografia s’è fatta abilissima nel cavare il ritratto veridico dei monumenti, paiono diventati più insulsi di prima. Il Querena ha dipinto dei quadri, che
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, sono tornati a esercitarla nella loro città nativa. Fanno dal vero de’ bozzetti saporiti, che traducono ne’ quadri senza alterarne la verità dell
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; e che ritrae la sala dell'Illiade nel palazzo Pitti. I celebri quadri appesi alle pareti sono riprodotti con lo stile e col tocco dei differenti
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suoi quadri ci pare sempre quello che fu esposto alla gran mostra di Firenze nel sessantuno: i Novellieri fiorentini. L’uno suonava sul colascione, l
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’Accademia veneta. In una sala della pinacoteca di Brera stanno dicontro due quadri assai belli, i quali rivelano una certa lontana aria di fratellanza
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Il veneziano Favretto e il Da Rios e il Pajetta meditano anch’essi la natura con affetto sincero. Meglio dei due quadri, che il primo espose lo
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Ne’ quadri dello Zezzo, anche in quelli che non sono incipriati, v’è un certo che di affettato; ma parecchie delle sue mezze figure sono stupende per
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quadri della Mostra, migliori mille volte di quello, diventavano al paragone roba leccata, roba artefatta, insomma roba dipinta. Non diciamo, s’avverta
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meticolosa, ma in relazione al sentimento del tema, ecco ciò a cui dai quadri anche pessimi dello Zandomeneghi si indovina che intende. E vi intende con
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dalla vanità socialistica, non ha giovato punto con questa a’suoi quadri, che gli sono venuti, come vengono tutte le opere agli artisti, dall’istinto dell
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, potentissimo negoziante di quadri moderni francese, che, lavorando tutto il dì e per questi soltanto, non lo sazia, nè stanca il mercato universale
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sua Madre dei Gracchi, per esempio, schicchera de’ bozzetti più piccoli di un polizzino da visita con tre colpi di pennello. De’ suoi quadri non gli
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Un dì piovoso gli ha inspirato due quadri. Questo e il primo. In una via di Firenze, stretta e tortuosa, dinanzi ad uno di quei palazzi tutti bugne
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della gente ammodo. Nel ricco negozio del signor Pisani — il Pisani vuole diventare il Goupil d’Italia — vedemmo tra ogni sorta di quadri moderni
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colorito pareva sproporzionato alla breve dimensione de’ quadri, era dai Parigini paragonato à un musicien qui jouerait du trombone dans un boudoir; ma
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cappellino di velluto celeste, come nel fondo, dove sulla tappezzeria rossa a grandi fiorami stanno quadri antichi e nuovi d’ogni dimensione in
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riproducono i dipinti, massime i quadri del Louvre, con finezza ammirabile, e sono insipide e si pagano tesori.
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esemplari italiani e francesi. Gl’italiani, cioè quelli fatti su cartoni di artisti nostri in Italia o fuori, paiono mediocri dipinti a fresco o quadri
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mille toni con dodici gradazioni per ciascheduno, e si imitò la pittura ad olio in quei quadri, in cui luci e ombre hanno più rilevato contrasto, i neri
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smaniato tutta notte uscì di buon mattino, e gironzando pei portici giunse ad una galleria, maravigliosa per varietà di quadri (in pinacothecam per veni
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I pittori nuovi in che cosa si somigliano mai? Chi lo sa? E pure ne’ loro quadri si sente alitare uno spirito contemporaneo: c’è come il soffio di un
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ne’ quadri.
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modellato nelle carni con saporita morbidezza, e specialmente in quella tela, che, premiata a Brera con gli altri due quadri nel 1874, ha per titolo
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Bisognerebbe insomma che, uscendo da una Esposizione, la memoria ricantasse certi quadri e certe statue, come fa della bella musica. La linea di una
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lungamente i quadri di Ostade, rientrando nella casa del calzolaio, dove per fantasia aveva preso dimora, e vedendo la bottega, gli parve a un tratto di
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Credete al vostro Rosa, Che senza versi e quadri il mondo è bello, E la più sana cosa In questi tempi è ’l non aver cervello. Ve la dirò più chiara
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nelle ultime mostre di Brera, le quali anni addietro erano tanto ricche di quadri storici, il fatto che i quadri storici vanno via via scomparendo. E
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proprie attitudini; e i quadri che ne escono non sono, in fondo, storici, sono individuali.
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neanche la terza parte dei venti quadri, che Massimo d’Azeglio terminava nel suo studio in un anno.
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Il peggio è nelle distrazioni. Chi voglia concentrarsi, per esempio, nelle migliaia di quadri e di statue, o sì che può farlo! Si sente tirare di qua
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nei quadri di un pittore di Olmütz, che abita a Bruxelles, il Koller, uno de’ più notevoli della mostra austriaca. Tratta soggetti tedeschi, il Dürer
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A Vienna i quadri che svelano meglio l’indole del sapiente pittore che, nato ad Anversa, il Belgio ha da poco tempo perduto, sono il Pellegrinaggio e
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cervellotiche, e se anche ne’ quadri storici hanno una certa indole propria del paese, essa viene più che da altro dalle loro imperfezioni. Così l
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I quadri di genere sono scene dipinte di commedie e di drammi. Fra le commedie di vent’anni fa, intrecciate di avvenimenti, sparpagliate di
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I Tedeschi inclinano ne’ quadri di genere dall’una parte alla caricatura, dall’altra al piagnucoloso. Sono tra i primi, per dire di due fra tanti, l
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Dopo quella del Knaus e quella del Vautier troviamo un’altra Bara nella sala dei Paesi Bassi dipinta dall’Israels. È dei tre quadri il solo che sia
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, il Gallait. Espose a Vienna sei quadri, i quali non giovano alla sua gloria: tre ritratti, fra cui uno di Pio IX; un suonatore di violino cencioso
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dipinti storici del Wauters, con belle figure dignitose e ottime teste; finalmente tre quadri del Lagye di solida pittura, uno poi eccellente, che
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, ed i ragazzi che nuotano; un paese d’un verde chiaro nell’erba, d’un verde cupo negli alberi, e gli altri quadri del Vertunni, possono schierarsi
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della Esposizione i migliori quadri, già predisposti, furono venduti; forse qualcuno preferì al mercato italiano i mercati stranieri.
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un difetto, è l’averci voluto mettere troppa roba, per isfoggiare con maggiore varietà le delicatezze dell’accurato pennello. Quadri vecchi, libri
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sinistramente nella cupezza del cielo. Fra i Piemontesi ecco il Delleani con la sua pittura smagliante, simile ad un arazzo veneziano; i quadri un po
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Nei Toscani, lasciando stare il senese Maccari, valente pittore di grandi quadri d’arte decorativa, ci piace vedere non isviato e non affievolito l
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di Leonardo, che ebbe fattezze sì corrette ed angeliche da meritare che il maestro lo ritraesse sovente ne’ suoi quadri religiosi; Giannantonio
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, della lombarda, di quella delle altre scuole italiane, perchè è più sensuale. In faccia ai quadri veneti non si resta forse così gravemente
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istecchite di Giovanni Bellini e le ultime quasi ampollose, c'è più strada dimolta che tra lo Sposalizio e la Galatea di Raffaello. Certi quadri veneziani
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ottenuti bene spesso nello stesso osservatorio, e per la stessa stella, come si vede nei quadri di Greenwich e le enormi aberrazioni tra una osservazione e
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domando: avendo nei quadri 600 mila uomini, non dovremmo avere 600 mila fucili? Dovremo dunque al momento di un bisogno immediato mandare degli uomini
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