ridarle il taccuino. Ma io non glielo diedi: non c'era più nulla da scrivere, per conto mio. Ella si alzò e andò a prendere il calamaio e un quaderno
Verismo
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le sue faccende, si mette a sedere davanti a me, col calamaio e il suo quaderno dei conti. Era destino che Ia mia sorte venisse sempre segnata fra
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l'usuraio che aveva profittato del mio cuore semplice. Ripresi i miei foglietti: porsi il suo quaderno alla zia. Tornavano così in campo le carte; e
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