— Cipí... cipí... — piagnucolò, — ... mi fa male qua, mi fa male qui! Mamma passera lo riportò dentro. — Vedi che cosa succede ai disubbidienti? — Mi
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vicino a Passeri. Anche gli altri passeri tremavano di paura e gridavano: — Scappiamo al bosco! Andiamo via da qui! — Restate qua! — gridava Cipí dalla
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la mamma, aprivano il becco, chiamavano. Uno, il piú piccino, era il piú birichino: sbatteva le alucce e si girava di qua e di là come se il nido
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! Addio! — dicevano partendo. Man mano che se ne andavano, la terra tornava qua e là alla luce e le erbe rialzavano il capo. Attraverso mille strade le
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, torna nel nido! Ma Cipí non l'ascoltò: — Che buco fondo e nero, Mamí, guarda: op là! — e saltò di qua. — Cipí, sta' attento... Non fare l'imprudente
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! L'uomo è ancora vicino, — sussurrò Cipí, — se vuoi guarire devi star quieta; e poi sono qua io, non devi temere... — Ho sete! — sospirò la passeretta
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aperto, e poi ancora un cancello di metallo. Sbucarono in un giardino vasto e splendido, con giardinieri qua e là chinati sulle aiuole di fiori e i
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, e diventando, come accade fra amici, il medesimo spasso cagione di spasso nuovo: e si appoggiava ciascuno al tronco di un albero, di qua e di là della
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matutina!» «Sors tua est terribilis». «Qua re flevi magnopere». «Vas insigne devotionis!» «Pulchritudinem perdis!» «Quam videre nec potai...» «Mater
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? — Guarda. Il bambino, confuso, si mise a sedere sul letto. Tutto intorno, nel buio, centinaia di spighe sottili splendevano di luce d'oro. Inclinate di qua
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suoi giri a cavallo lungo i fianchi della vallata, qua e là per i sentieri scabri e l'orlo pietroso dei pascoli. Qualche volta lasciava il cavallo a
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