Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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diretta, la nazione ricca, maneggiatrice della  propria  produzione e del proprio consumo(15).
s'innalza, come la pianta, varietà dotatad'esistenza  propria  e di caratteri speciali, sul terreno comune, si nutre degli
dopo me lo spirito di verità, e vi parlerà per autorità  propria  ma raccogliendo l'ispirazione da tutti, l'ispirazione
tale che lo renda capace di sviluppare, più o meno, la  propria  vita sotto tutti gli aspetti che la definiscono. È questo
può anche nella condizione di cose attuale, edificare colla  propria  attività la propria indipendenza; che ogni mutamento nella
di cose attuale, edificare colla propria attività la  propria  indipendenza; che ogni mutamento nella costituzione del
quanto è richiesto di fare. Se v'è chi, per fatalità della  propria  condizione, non può esercitarne alcuno, si rassegni e non
prese cura dei propri diritti e del miglioramento della  propria  condizione, senza cercare di provvedere all'altrui; e
scopo, chiamati a godere e non altro, tentarono ognuno la  propria  via, non badando se camminando su quella non calpestassero
che la sua libertà sia violata, l'uomo tradisce la  propria  natura e si ribella contro i decreti di Dio. Non v'è
può decretar la tirannide e spegnere o alienare la  propria  libertà. Contro il popolo suicida che ciò facesse, voi non
comune, verso la scoperta e l'applicazione della  propria  legge di vita, ripartito a seconda delle capacità locali e
tradizione storica, potrà sperare di giovare coll'opera  propria  a tutta quanta l'Umanità. A voi, uomini nati in Italia, Dio
chi ha predominio lo serba, dacché non v'è tutela comune a  propria  tutela. Non vi seduca l'idea di migliorare, senza
differenza di grado, ma di specie. Beato chi la conosce per  propria  sperienza! Pure cerchiamo di spiegarla come si può con
e dell' educare; ed io credo che la sola esperienza  propria  possa col lungo tempo formare l' eccellente maestro.
prendere solamente qualche regola isolata che accomoda alla  propria  immortificazione, per cavarne il pretesto di fare un
non fecero gitto del dono inestimabile della  propria  vocazione, e scaddero dal loro luogo, e precipitarono così
questo santifica il soggettivo. Infatti quando si vuole la  propria  santità, e si gode di questa come del più grande tesoro,
dunque l' oggetto degnissimo d' essere amato. Godere della  propria  santità è godere di quest' amore oggettivo che ad un tempo
di piacere è quello che ha per fine noi stessi e la nostra  propria  eccellenza. Se in questo godimento ponessimo noi stessi per
ma se noi godiamo bensì di noi stessi e della nostra  propria  eccellenza, ma in modo subordinato al fine ultimo e in
delle potenze umane: di quel sentimento dico della  propria  forza intellettiva e della propria grandezza morale che
sentimento dico della propria forza intellettiva e della  propria  grandezza morale che inclina l' uomo alla superbia, e che è
suole avere per materia quel sentimento istintivo della  propria  eccellenza di cui abbiamo parlato. Già se l' uomo giudica
giudizio riflesso, è quando l' uomo giudica a favore della  propria  eccellenza, pronunciando ciò che pur conosce per falso,
l' uomo pone sempre più o meno a fine se medesimo, ossia la  propria  eccellenza, in cui si compiace; e questo equivale ad un
s' accieca, lasciandosi abbagliare al fulgore della  propria  eccellenza non vera, ma creatasi dall' orgogliosa
di Dio e dell' umana pochezza; e oltre a ciò quello della  propria  e personale infermità e deficienza, al che guida e dà lume
cosa diversa al tutto dalla sussistenza; non sussistono per  propria  essenza, ma perchè un atto libero di Dio gli ha fatti
convien che sia anche quella sussistenza che ha in sè la  propria  essenza, e forma con questa un solo essere. Ma l' essere
cui sussistenza è l' essenza. Se dunque Iddio sussiste per  propria  essenza, consegue che Iddio sia l' essere assoluto , l'
Iddio dunque è l' essere per essenza. Ciò che è per sua  propria  essenza, non può non essere intelligibile, perchè l'
Ora, se quell' essere è per sè intelligibile nella sua  propria  sussistenza, se quell' essere deve apprendersi dallo
cui la mente apprende l' essere assoluto a cui è essenza la  propria  sussistenza, deve essere un terzo atto che, quantunque
essenza di quell' essere. Dunque questa sussistenza per la  propria  essenza è intesa e nota a se stessa. Non vi ha dunque nulla
essere non potrebbe essere totalmente inteso e compreso per  propria  essenza da se stesso, se in questa comprensione non
Quindi la sussistenza dell' essere da se stessa e per  propria  essenza compresa, cioè il Verbo divino, racchiude
è sussistenza ha la virtù di crearle: onde la creazione è  propria  della sussistenza divina che crea secondo le idee che ha in
ancora la sussistenza divina che conosce intimamente e per  propria  essenza se stessa e quindi la propria virtù. Di che procede
intimamente e per propria essenza se stessa e quindi la  propria  virtù. Di che procede primieramente che il Verbo e l'
essere; 2 la possibilità dell' ente limitato; 3 la potenza  propria  della sussistenza illimitata di fare che l' ente limitato
al pensiero due questioni. La prima: « La divina potenza  propria  della divina sussistenza, e però dell' intera Trinità, fu
il Verbo, giacchè l' essere assoluto, cioè Dio, ha per sua  propria  essenza di dover esistere in tre forme che si dicono
pensarlo incompiuto , quando l' atto di cui si parla è per  propria  essenza compiuto, senza possibilità alcuna di uno stato
toglie altronde l' essenza, la quale è identica alla sua  propria  sussistenza, onde egli pronuncia se stesso con se stesso,
l' idea pel Verbo; nè vogliono conoscere e confessare la  propria  ignoranza, onde chiudono la porta in faccia al Verbo che
parole, onde lo stesso S. Pietro insegna: « omnis prophetia  propria  interpretatione non fit (3) ». Ma ciò che i profeti
o piuttosto queste due specie di luce spirituale, l' una  propria  dei santi dell' Antico Testamento e specialmente dei
Antico Testamento e specialmente dei profeti, l' altra  propria  dei santi del Nuovo e specialmente degl' immediati
uomini, la quale è come la lettera: onde a quelli, che per  propria  colpa non vedendo che l' umanità non giungono alla fede
Chiesa di Dio, e ad una cognizione riflessa e scientifica  propria  dei maestri che alle rivelate verità applicano il
dell' altre due persone, a cui comunica la stessa sua  propria  natura divina numericamente identica. Perocchè il Padre è
la quale opera. Il dire poi che Iddio opera per la sua  propria  essenza non è un parlare molto proprio, sembrando dal
della sua realizzazione nel proprio concetto, ossia nella  propria  essenza. Di che la ragione del suo realizzamento non può
dee esistere relativamente alle persone che, secondo la  propria  natura, hanno virtù di percepirlo, ovvero sia di sentirne
. Ma se ella si prende in un senso oggettivo, ella è  propria  del Verbo, o piuttosto è il Verbo stesso, e in questo
non sarebbe vera. Indi è che quando Iddio pronuncia la  propria  sussistenza, pronuncia un oggetto reale; per questo
ragione pratica, i quali consistono nell' adesione della  propria  energia all' ente conosciuto. E` un atto dunque di ragione,
questo che si distingue il generare, che è un comunicare la  propria  natura, dal creare che è produrre dal nulla cosa d' altra
relativa la quale costituisce l' esistenza esterna e loro  propria  delle creature. E così anche S. Paolo disse che « omnia per
consapevoli e però non formi parte dell' esistenza nostra  propria  finita. Noi siamo dunque relativamente a noi stessi ed alla
creata sunt, la quale si riferisce alla sussisistenza loro  propria  e soggettiva fuori al tutto del Verbo (3). Che la creazione
intellettivo del Padre, col quale il Padre pronuncia la  propria  sussistenza, e così questa diviene oggetto ossia luce. Ma
del Verbo. Quindi egli stesso dichiarò il modo della  propria  generazione eterna quando disse: « « Siccome il Padre ha
« in se stesso »pronome personale, quasi venga a dire nella  propria  persona, indicando così che la persona non è divisa dalla
annichilata, perchè sarebbe assoluta signora della sua  propria  vita. Ora S. Giovanni ci dice, che questo appunto accade
Santo: e ciò perchè ciascuna persona concorre in una sua  propria  maniera a porre in atto tali maniere di vita e di
persone che identica la posseggono, e questa è la santità  propria  dell' essenza divina e il sentimento morale comune a
le menti umane. Ora la forma oggettiva della vita è  propria  del Verbo, perchè il Verbo è appunto l' essere come
ed identica in tutte egualmente le tre divine persone, come  propria  dell' essenza, considerata questa posteriormente alla
l' oggetto e la forma oggettiva dell' essere che è  propria  del Figliuolo o Verbo; la vita morale che è pure dell'
per sè amato, e la forma dell' amabilità dell' essere è  propria  dello Spirito Santo. Ora, ciò presupposto, come avviene che
appartenga a tutta la Triade augustissima, ma del Padre sia  propria  in quanto è generatore. Il Verbo poi, a noi comunicatosi,
e tre le persone. Nulladimeno la vita animale non è la vita  propria  della creatura umana, essendo essa comune alle bestie; ma
creatura umana, essendo essa comune alle bestie; ma la vita  propria  dell' uomo è la vita intellettuale, la quale non si può
carattere di cui parliamo. La stessa parola di carattere è  propria  del Verbo, che S. Paolo chiama «karakter tes ypostaseos
nel Cristiano: quello del proprio nulla e quello della  propria  grandezza dignità e potenza. Il sentimento del proprio
nulla è luce a lui, perchè gli dà la consapevolezza della  propria  impotenza e nullità ad ogni bene, e della potenza di Cristo
alla vita di quello entro cui vive ed opera; ma dandogli la  propria  vita immortale invece della sua mortale. Onde l' umiltà
nel Cristiano all' incontro la natura umana sua  propria  non ha alcun valore, alcuna virtù, in ordine alla vita
grida del principio soprannaturale del Cristiano contro la  propria  animalità: « « Me uomo infelice! Chi mi libererà dal corpo
da eseguire. Il che è quello che dice S. Paolo in persona  propria  parlando dell' uomo peccatore: [...OMISSIS...] . Di che
concepito in peccato, e perciò l' uomo non può operare la  propria  salute che è il bene morale completo: non la potè il
consistendo unicamente nel riconoscere i limiti della  propria  natura, e la intera dipendenza di questa natura sua dall'
dell' ubbidienza al creatore, si fermò a voler solo la  propria  grandezza fisica ed intellettuale, e per ottenerla, senza
. Nè lo arretra o sgomenta il sentimento della  propria  debolezza, perchè confida in Cristo e non in se stesso,
suo spirito nell' uomo che non resiste e lascia muovere la  propria  spontaneità da esso spirito. Dicevamo che l' impressione
di cui egli partecipa, e di cui solo tien conto, come sua  propria  vita. La frase poi esse in spiritu, per opposto di esse in
solo negli occhi degli uomini, ma in quelli di Dio e della  propria  coscienza. 2 La giustizia che quasi lorica cuopra tutto il
parte suprema dell' umana natura, se stesso, dandole della  propria  vita. Il demonio cerca per opposto sedurla operando nell'
come le prometteva di presente l' angelo, secondando alla  propria  inclinazione naturale, che non sia, opponendosi a questa,
i giusti, che in lui credono, e li ammanterà della sua  propria  gloria. Perocchè, dicendo iterum venio et accipiam vos,
non avrebbe bisogno di risorgere. Altra è dunque la vita  propria  degli umani individui, la qual consiste nell' unione vitale
separata dal corpo, che non ritiene altro se non la sua  propria  natura, la quale, abbiam detto, esisterebbe sì ed avrebbe
e di sonno in cui si trovavano; e, mettendoli a parte della  propria  vita eucaristica, renderli atti alla visione di Dio; la
non potrebbe rendere il cibo, preso per bocca, sua  propria  carne viva, e suo proprio vivo sangue, e non si direbbe che
cadono sotto la sua esperienza, se non le analogiche che la  propria  esperienza gli somministra. Perocchè questa espressione
nostra soggettiva, e aggiungerle del suo vigore e della sua  propria  vitalità; perchè la vita si comunica, come si vede nella
testo greco: «apo doxes eis doxan». Questa chiarezza non è  propria  della fede degli Ebrei, ma solo de' Cristiani; perchè gli
reale), ma non è nelle creature stesse, la cui esistenza  propria  è soltanto soggettiva, di maniera che quella potrebbe
toccando il corpo di lui che si battezza pella fede sua  propria  o in quella della Chiesa, comunichi la predetta virtù di
e Cristo in lui e con lui comunica necessariamente colla  propria  carne e col proprio sangue, e così l' uomo insieme con
La seconda, che ciascheduno converte in termine della  propria  vita quella quantità della carne e del sangue di Cristo che
vita non si vede ed è oggetto di fede) nasce dal divenire  propria  carne e proprio sangue del fedele quella porzione della
tuttavia, posto ch' egli esista, ha un' attività sua  propria  colla quale può più o meno aderire al termine. Il che si
oggetto nuovo, perchè lo Spirito non ha la forma oggettiva  propria  del Verbo. Onde Cristo disse: « Spiritus ubi vult spirat,
perché questa è la condizione comune a tutte le cose, e non  propria  del solo albero; ma ci arriverò con l' osservare come sia
Stato pienamente costituito, e avente una esistenza  propria  riconosciuta, ha da ciascun altro, sia nel dare a se stesso
si riduce l' uomo ad uno stato brutale, spoglio della sua  propria  dignità, che dalla sola morale procede e dalla sua
il pericolo, che ciascuna delle due potestà, uscendo dalla  propria  via, che diritta le scorge al proprio fine, per far troppo
altro potere conservi la sua libertà di operare dentro la  propria  giurisdizione, e però esclude il sistema d' alleanza. In
l' occasione e la possibilità d' unirsi, di propagare la  propria  empietà, aspirando a questo infernale intento, come al
questo fra l' altre cose, Gesù Cristo ha riservato alla sua  propria  autorità il vincolo che stringe la società domestica, cioè
nazione, non calcola e non cerca altro, che di ottenere la  propria  soddisfazione. E la propria soddisfazione giace nella
cerca altro, che di ottenere la propria soddisfazione. E la  propria  soddisfazione giace nella distruzione d' ogni Religione,
Ma se invece di questa faccia fraudolenta è la vera e  propria  faccia del sistema, quella che lo fa conoscere, noi avremo
cittadini? La libertà religiosa importa tre cose: 1) Che la  propria  religione rimanga incolume in tutte le sue parti, e da
civiltà e la luce del secolo. Intanto i governi risicano la  propria  esistenza, e nella turbazione delle pubbliche cose essi
che si compongono da se stessi sull' autorità della  propria  ragione e del proprio senso? Neppure: perché è certamente
coscienza, e che perciò la legge civile è sempre, per sua  propria  essenza, liberalissima. A valutar bene a solo colpo d'
cattolici, quando la libertà di coscienza esige che la  propria  religione rimanga incolume, e da tutti, specialmente dal
e li obbliga a permanere in uno stato condannato dalla  propria  coscienza. C' è dunque sincerità in legislatori di questa
per mutuo consenso, risentendo i giusti rimorsi della  propria  coscienza, vogliono ricongiungersi. Questo è un loro sacro
né manco un atomo. Infatti la Religione, per la sua  propria  essenza, o è tutto o è nulla: i cattolici lo sentono, e il
al governo devono di necessità considerare l' utilità  propria  come fine, l' altrui come mezzo, che è il carattere del
e le assidue scoperte della scienza, l'individuo, per sua  propria  forza d'analisi, ben poco oltrepassa nell'osservazione del
e lontananza poco diseguale, lucenti ciascuno di sua  propria  luce, a servigio dell'immobile piano ella terra, fra una
in esse, prima d'avere, in migliaia d'anni, superato colla  propria  mente quell'infinito limite il quale è concesso anche al
eziandio l'orangotango o il gorrilla, potesse, per forza  propria  dell'intelletto umano, oltrepassare quel limite istintivo,
verso gli altri, congiungendo (come Ella dice benissimo) la  propria  santificazione. Oh quanto non sarebbe utile una unione così
voti. Ecco il primo abbozzo. Questi Sacerdoti uniti per la  propria  santificazione hanno il doppio scopo della carità di Dio e
e del prossimo . Gli esercizi della carità di Dio e della  propria  santificazione li hanno per propria elezione: il loro
carità di Dio e della propria santificazione li hanno per  propria  elezione: il loro desiderio è quello di contemplare e
mi creda, che anche quel religioso che fugge il mondo per  propria  scelta, non lo fuggirebbe con tutta la perfezione, se
Perciocchè solamente il primo, quale è quello della  propria  santificazione mediante gli atti della carità verso Dio, l'
e totale sacrificio, assumono immediatamente per  propria  elezione ed istituto. Essi adunque amano di costituirsi in
e locata in ciò che è comandato. Questo annientamento della  propria  volontà, o piuttosto questa trasformazione della propria
propria volontà, o piuttosto questa trasformazione della  propria  volontà nella volontà dei superiori, debbe estendersi
allo spirito della Congregazione, la quale si propone la  propria  santificazione e la divina gloria. Per rispetto adunque
non si propongono, e non intraprendono nulla fuori della  propria  santificazione, senza che vengano richiesti dal loro
positivamente nulla della vita attiva, ma assumere per  propria  elezione solamente ciò che spetta alla contemplativa, e
un effetto dell' amor proprio lo affermare come certa la  propria  opinione, anzichè dubitarne. Tosto poi che si dubita della
opinione, anzichè dubitarne. Tosto poi che si dubita della  propria  opinione, non è più difficile abbracciare l' altrui,
non si deve prestare l' assenso interno, ma ritenere la  propria  opinione, senza però disturbare la Comunità, quando non si
tiene una tale regola, non amerà mai disordinatamente la  propria  società religiosa, amando se stesso nella congregazione a
Che dunque rimane a fare all' uomo cristiano? Lavorare la  propria  santificazione, purificare la propria coscienza, piangere
Lavorare la propria santificazione, purificare la  propria  coscienza, piangere le proprie colpe, confessare la propria
propria coscienza, piangere le proprie colpe, confessare la  propria  infermità, riconoscere il proprio nulla, pregare,
forze del suo spirito, e i desiderii del suo cuore, si è la  propria  interiore santificazione: il costituirsi interiormente in
maggior grado possibile di santità. E giacchè nella santità  propria  entra come parte la carità verso gli altri, esercitata con
so quale timore in se medesimo nato dalla coscienza della  propria  debolezza. Ed in vero è ragionevole qualunque timore fin
gli altri, senza essere richiesto e senza che il porti la  propria  condizione, è sempre pericoloso, perchè suppone sempre d'
mortificazione prefissasi; ma dopo nel riconoscimento della  propria  insufficenza si tolse a tranquillare. In quanto poi a quel
ma oltracciò dotate di una nobile pacatezza, tutta loro  propria  che conservano anche nel maggior fervore, giacchè la stessa
dona et sacrificia pro peccatis ». Ecco la professione  propria  sacerdotale, ecco tutta la vita del sacerdote. Lei beata,
proprio, e co' capricci irrequieti e indefinibili della  propria  volontà! « Dominus pars haereditatis meae »: queste grandi
per fare unicamente conto della salute e perfezione  propria  », non riguardando tutto ciò che spetta al prossimo, se non
di conoscere se stesso, cerca di conoscere l' abisso della  propria  originale corruzione inviscerata pur troppo con noi, a chi
così prostrata in un istante nelle fortune, e la famiglia  propria  o quella d' un caro amico! Ma via, anche in tanta
che non avendo l' Istituto per fine essenziale se non la  propria  santificazione, per sua natura riceve anche i vecchi, anche
in questi casi, ricusandosi, non provvederebbero alla  propria  santificazione come desiderano, ed unicamente desiderano.
ed essendo anche mio desiderio, a tenore dell' indole  propria  dell' Istituto, tutto ordinato in servizio della Santa
ordinatamente, anche all' altrui santificazione. L' indole  propria  dell' Istituto è quella di venire in aiuto de' Vescovi
sono dimandati, essi non escono dalle funzioni della loro  propria  Chiesa, ma in essa confessano e predicano e mantengono vivo
spirituale e dolcissima de' Superiori, son per dire che sia  propria  dell' Istituto della Carità, e che l' autorità non sia se
loro per amore di Cristo, soffrendoli anche con gusto per  propria  mortificazione, non pensandoci, e, se fosse possibile, non
madri? Vero è che il maestro già ricco dell' esperienza sua  propria  potrà comunicare al fanciullo quant' egli già sa; ma chi
solo da questo, che l' intelletto del fanciullo da sè colla  propria  potenza va bene spesso disfacendo il viluppo del maestro, e
si trasformano in altrettanti enti, perocchè quest' è la  propria  indole dell' operazione intellettiva; l' oggetto è parola
imagine riferita alla melagrana di ieri, è l' imagine  propria  di essa; io con quella memoria non penso solo all' imagine,
sentimento d' una nova vita ed immensa, la scoperta della  propria  immortalità! E` egli possibile, che un avvenimento sì
ciò che avviene nell' età prime. Ma vi ha di più. All' età  propria  delle volizioni affettive si può assegnare lo spazio di sei
fisica, e che coll' età si fortifichi l' uso della sua  propria  volontà. Questa opinione nasce, perchè si considera l' uso
simigliantemente l' istruzione del second' ordine, benchè  propria  della terza età, riesce sempre utile, e talora necessaria
il proprio sentire, e pensare, egli avrebbe dell' anima  propria  un' immediata percezione; la quale sarebbe un' intellezione
il tipo del bene regolatore della volontà conserva la forza  propria  d' un dato ordine d' intellezioni, si amplifica e si
terza età niente può spingere l' uomo a far prendere alla  propria  attività un giro così opposto al naturale, niente ricaccia
perchè l' uomo mediante il timore abbia il sentimento della  propria  debolezza comparata a ciò che vi ha di possente fuor di
la sua riflessione. Quanto poi al sentimento della  propria  debolezza, egli lo ha troppo; nè il timor riverenziale
con delle formole generali; che se non le danno l' idea  propria  e distinta d' un dato numero, le danno almeno un' idea di
numeri, direi che la cognizione dell' uno e del due è  propria  e distinta; e la cognizione degli altri non è una
più celeremente che non sia ad acquistarsi la cognizione  propria  e distinta de' singoli numeri; giacchè nel descritto modo
di riflessione, là dove per acquistarsi la cognizione  propria  e distinta del mille dovrebbe impiegare mille passi,
che sia sufficiente a dimostrare che il bambino ha la sua  propria  moralità. Che nel bambino poi appariscano per tempo de'
non possiamo esigere se non che egli abbia la moralità sua  propria  e non altra; e solo quando egli se ne dispensa, noi abbiamo
adulti e assai più ancora de' sapienti. Come l' operazione  propria  della mente, quand' è già in possesso delle intellezioni di
di second' ordine, si è la sintesi ; così l' operazione  propria  della mente stessa giunta a possedere le intellezioni di
che « di tutti gli ordini dispari delle intellezioni è  propria  operazione il giudizio sintetico , e di tutti gli ordini
il giudizio sintetico , e di tutti gli ordini pari è  propria  operazione il giudizio analitico ». Non sarà inutile che
(terz' ordine) io riponevo gli enti interi sotto la mia  propria  attenzione. Solo pervenuto a questo grado il lavoro della
operante, mediante il linguaggio; egli cioè può ritrarre la  propria  attenzione dal di fuori sul proprio sentimento operante,
sono i seguenti: Primo. Si dee preferire l' accordo della  propria  volontà con quella degli altri esseri intelligenti a tutte
ogni altra soddisfazione per mantenere l' accordo della  propria  colle altrui volontà (2). Tutti e due questi principŒ
benevolenza lo inclina ad accordare e piegare la volontà  propria  a quella della madre, così lo inclina pure ad accordare e
così lo inclina pure ad accordare e piegare la volontà  propria  a quella di Dio. [...OMISSIS...] Al quarto ordine d'
volontà, che gli appare, una dignità somma, ovvero alla  propria  esperienza, che non gliela mostra, se non come cieca e
è, che se da principio egli inclina a conformare la volontà  propria  all' altrui, quando poi insorge la passione e s' apre l'
che si vuole esprimere, e poi fargli trovare la forma più  propria  e più efficace di parlare. Ma non potrebbe questo esercizio
fanciullo nostro graduatamente da' pensieri e dalla lingua  propria  d' un ordine inferiore a' pensieri ed alla lingua propria
propria d' un ordine inferiore a' pensieri ed alla lingua  propria  d' un ordine d' intellezione superiore. Dico non solo da'
del fanciullo tutte le cose: ma dee farsi sempre coll' idea  propria  di quell' età in cui il fanciullo si trova. Nel primo e
ed amabili a lui splendettero ne' primi istanti, hanno una  propria  volontà, e il primo suo movimento si è quello che lo porta
o modificare il comando; e questa voglia d' influire è  propria  di questa età, si manifesta cioè al quart' ordine d'
assai marcato nel quart' anno del fanciullo. L' operazione  propria  del quint' ordine è la terza specie di sintesi. La prima
del paragone comincia nello spirito umano coll' analisi  propria  del quart' ordine. Ma chi ben riflette, questo cotal
cosa sia la sintesi di terza specie, che è l' operazione  propria  dello spirito al quint' ordine d' intellezioni. Verificato
quando si ritiene, che in ogni ordine oltre l' operazione  propria  di esso, si continuano a eseguire altre operazioni, che per
d' un solo soggetto, il che è l' analisi elementare  propria  del quart' ordine, ma che per accidente vien protratta e
nello studio di queste relazioni si contiene l' aritmetica  propria  di questa età. Egli può altresì aggiungere qualche maggior
di dover sottomettere ad essa tutti gl' istinti della sua  propria  sensualità; e se egli rimane vinto da questi, già
prima ancora di conoscere se stessa, di riflettere sulla  propria  personalità; e questo è il rimorso che sorge al quint'
il dovere, era posta in cima a tutte le cose nella morale  propria  del quart' ordine d' intellezioni. Nel quinto cominciano le
senza intervento dell' intelletto (almeno se l' attività  propria  di questo, la volontà, non si opponesse loro): ma non
intendimento, egli non può nè pure essere oggetto della  propria  volontà. Innanzi adunque a quel tempo, nel quale l' uomo si
(ciò che sono io stesso), debbo anco avere la coscienza mia  propria  per concepirlo; la quale in ogni caso mi nasce, o mi si
altrui; voglia nascente dal combattimento tra la volontà  propria  che il fanciullo non vorrebbe sacrificare, e l' altrui, che
altrui, che sente di dover pure rispettare e preferire alla  propria  (1). Ma il dovere influire sulla volontà altrui per tirarla
sulla volontà altrui per tirarla e conciliarla alla  propria  è già una molestia pel fanciullo, un legame; e non può
fortunata navigazione. E veramente la consapevolezza della  propria  dignità morale non è possibile, fino a tanto che l' uomo
La coscienza di se stesso importa la coscienza della  propria  identità ne' vari tempi; la cognizione della varietà de'
gradi perviene a conoscere, come diciamo, se stesso, la  propria  unità, la propria identità. Vi ha un tempo, nel quale egli
a conoscere, come diciamo, se stesso, la propria unità, la  propria  identità. Vi ha un tempo, nel quale egli conosce già quella
la quale porzione è appunto il modo ideale, ossia l' idea  propria  della cosa percepita: nè si richiede nell' uomo altro fare
naturale . E qui conviene dichiarare meglio questa materia  propria  della Teologia rivelata: perocchè insorge facilmente una
quel medesimo atto l' uomo e nega sè stesso, confessando la  propria  limitazione, e confessa Iddio, riconoscendolo, anche non
intellettuali o razionali (5). Indi è che la grazia non è  propria  che dell' uomo, e non degli esseri inferiori: essa è
è la cosa stessa, il quale origina nella cosa la sua  propria  naturale attività: come sarebbe in un corpo, la sua forma
potrei recare. E questa frase di vedere Iddio è ancora più  propria  dell' altra di percepire Iddio; poichè la percezione
alcuna mistione o confusione, perchè l' oggetto ha per sua  propria  natura una cotale opposizione al soggetto , che non si può
cose, ma si bene con sè stesso immediatamente, colla sua  propria  sostanza. S' intenderà chiaramente la ragione di questa
, che hanno la percezione di Dio , che Dio stesso colla sua  propria  sostanza si rende forma oggettiva di esse. Ai Padri della
o di riprovazione « », espressione che è sommamente  propria  dell' ordine morale. Non sarà inutile che io rechi tutto
e quindi tale che in sè non ha veruna sussistenza  propria  e personale. Quindi nell' uomo, che è l' unico essere
Dio, cioè il mistero della Trinità delle Persone: dottrina  propria  e fondamentale dell' Evangelio. [...OMISSIS...] Perciò i
stesso, perchè privo, come l' abbiamo noi ingenito, di sua  propria  sussistenza. L' Essere reale all' incontro sussiste, ed è
e si compiace di lei. Nè può essere maniera di parlare più  propria  e verace di questa; perocchè l' uomo non si può dire già
la causa produce bensì l' effetto, ma senza lasciarvi la  propria  imagine, per così dire, scolpita e senza informare di sè l'
solo dei7forme ; nè si possono riputare al Verbo come a sua  propria  causa, ma solo a lui attribuire per appropriazione , in
che voleva dire che Cristo fece nota ossia comunicò la  propria  persona agli Apostoli. Perocchè qual è il valore di questa
altramente se non che gli abbia loro comunicata la  propria  persona ; perocchè essa sola è tutte le cose procedute
cosa dunque è che volle far conoscere a' suoi discepoli? La  propria  persona, la generazione eterna. Qual è il mezzo onde la fa
Qual è il mezzo onde la fa conoscere? Non altro che la  propria  persona: questa immediatamente lucente nelle anime sono
. Quella parola, dono , è caratteristica nella Scrittura e  propria  dello Spirito Santo, come già osservarono i Padri. Or ecco
acqua viva, cioè di acqua che dà la vita e spegne la sete,  propria  della persona del Santo Spirito, è indicata più volte da
aggiunge l' osservazione, che questa PERMANENZA non è  propria  dei doni e grazie particolari che anche attuali si posson
particolari che anche attuali si posson chiamare; ma si è  propria  della congiunzione nostra colla persona divina, la quale è
in noi di ministro le veci; ma perchè egli porta nella sua  propria  natura la natura propria degli altri due (1). Abbiamo fin
ma perchè egli porta nella sua propria natura la natura  propria  degli altri due (1). Abbiamo fin qui distinto la
se non le potenze naturali dello spirito umano, questa  propria  di quelli a cui Iddio comunica la grazia che trasporta l'
esperienza, immediatamente, per una comunicazione della sua  propria  sostanza fatta a noi. Or questa rivelazione interiore è
giudicare due criteri diversi e opposti, e ognuno ha la sua  propria  sapienza, e l' una non intende l' altra; e per così dire si
come non s' intendono se non fra loro e hanno una lor  propria  lingua, così formano fra loro altresì una particolare
la morale. D' altro lato gli uomini religiosi, per la  propria  imperfezione e limitazione e non già per difetto della
stesso questa infallibilità, questa supremazia che è solo  propria  di quel lume che in lui risplende, e del quale se fa buon
ragione, i cui decreti si appalesano all' uomo nella sua  propria  coscienza. E quanto più la religione sarà piantata e
del proprio cuore abbandonato a sè stesso, e della  propria  mente girovaga, senza guida nè stella che la conduca. « Che
stato, non è però limitato, ma bensì è determinato dalla  propria  sussistenza; non è possibile, ma tuttavia è universale in
quelle non possono avere con questa luce quella vera e  propria  similitudine che ha colla medesima l' essere divino, cioè
possa conoscere le cose, se non vi ha similitudine vera e  propria  fra le cose e l' idea colla quale il nostro spirito conosce
se noi vogliamo considerare Dio e le cose in sè, nella loro  propria  sussistenza, noi dobbiamo ben chiaramente accorgerci, che
insegnano concordemente, non darsi di Dio se non una vera,  propria  e piena imagine, e questa essere il Verbo eterno che
(3). Ma l' uomo con tutte le sue potenze non aveva in sè la  propria  felicità, appunto perchè le potenze non sono che mezzi di
toglieva però a lui di potersi manifestare altresì nella  propria  grandezza della divinità, giacchè da quelle limitate
del Creatore che avesse creato l' uomo abbandonandolo alla  propria  natura senza aggiungergli la grazia; tuttavia non è assurdo
ma avrà eziandio tanta forza da imperare alla  propria  natura e a volerlo praticamente? Qui parmi di dover
volere nè l' assoluta infelicità propria, nè l' assoluta  propria  annichilazione. Ora ogni natura contingente, non essendo
preferita a tutto, fosse anche colla perdita totale della  propria  esistenza e della propria felicità: e questa esigenza è
anche colla perdita totale della propria esistenza e della  propria  felicità: e questa esigenza è assolutamente obbligatoria, e
». Questa divinità partecipata fa sì che, desiderando la  propria  conversione, oggimai desiderino qualche cosa d' infinito,
nell' uomo riparato il principio del bene non già dalla  propria  natura, ma immediatamente da Dio autore della grazia,
quella di Adamo innocente, riguarda la natura e condizione  propria  della grazia di Cristo, e non il suo costante effetto nell'
sè stessa e negli atti suoi trova mai cosa che tenga vera e  propria  similitudine cogli esseri più nobili, cioè cogli Angeli e
morale; e si richiede che Dio per un' azione esterna e sua  propria  vi porti riparo, non potendosi più comunicare la grazia pel
risplendente: essere che non è dato all' uomo per virtù  propria  della generazione, ma solo per una legge annessa da Dio
più perspicaci e più pronte, si trovi aver trascurato la  propria  moralità e non data la sufficiente coltura al principio
morale e con esso arrecato un poco di perfezione alla  propria  persona. Perocchè non poteva loro mancare la temperanza, la
di dar tosto mano a perfezionare direttamente la  propria  personalità, o anzi se dovea prima prendere a sviluppare e
concetto recato così all' ultima perfezione ideale di lui  propria  è dilettevole spettacolo alla stessa mente contemplatrice.
e dilacerano i corpi, che gli uomini non vi aggiungano la  propria  crudeltà contro sè stessi: le divisioni e discordie,
vanto, veniva il momento, in cui sentivano la voce della  propria  coscienza, che diceva loro i sistemi da loro inventati non
che negherebbe il sole di mezzogiorno anzichè confessare la  propria  limitazione. Primieramente il peccato originale è congiunto
rimane un enigma a sè stesso, un enigma insostenibile alla  propria  natura, che pur vuol sapere di sè qualche cosa e col quale
che il disordine del peccato sia altresì nella loro  propria  volontà. E perciò acconciamente dice Gaetano de Fulgure,
come ha definito il Concilio di Trento, ha in sè la vera e  propria  ragione di peccato (1): il che è quanto dire di cosa
è di fede che toglie dall' uomo tutto ciò che ha vera e  propria  ragion di peccato, come definisce il Tridentino. Il quale
frutto e così disubbidì a Dio. L' energia prima e elettiva  propria  del soggetto, togliendosi dal bene percepito anche
stortura della volontà, egli deve nella volontà come in sua  propria  e primitiva sede ritrovarsi: ragione irrefragabile ed
Egli è appunto per questo che la corruzione originale ha la  propria  e vera ragion di peccato, sicchè l' infezione della persona
parte nella operazione, senza mettere in azione la forza  propria  a vantaggio di quell' istinto e senza muovere a favore
starci aderente all' anima e operante in essa colla sua  propria  sostanza, vi suscita continuamente un sentimento deiforme,
può denominare. E perchè la vita animale è precaria e non  propria  dell' anima, quindi è che l' anima priva della grazia non
occhio della buona e retta volontà: e però il pervertire la  propria  volontà, cioè il darsi ad amar la creatura in luogo del
del Creatore, e cercare in quella anzichè in questo la  propria  felicità, è un rendersi impossibile la vista del Creatore,
si dà al peccato adamitico mostra la congiunzione fisica e  propria  di cui parliamo, secondo la quale origine , dice S.
gran metamorfosi? L' anima sensitiva è pur anima vera e  propria  del feto: or come si potrà ella staccare da lui, come si
giorni dopo il concepimento, comincerebbe ciò che avesse  propria  e vera ragione di peccato. Conciossiacchè tutto ciò che
altra qualità vogliasi imaginare, ma non mai cosa che abbia  propria  e vera ragione di peccato. Nè basta il dire, che tale
del seme è fisica , e perciò non è che in essa stia la  propria  e vera ragione di peccato, ma bensì la ragione istrumentale
dice che Adamo peccando viziò in sè come in radice la  propria  stirpe (2). Nè però mai s' intenda, come qui sopra ho
si devono essere convertite nella carne e secondo la loro  propria  natura andate per avventura a unirsi colla seminale
che si resta nelle parti basse dell' uomo, non ha vera e  propria  ragion di peccato, nè però peccato si può denominare. Ma
ma fisica e animale, essendo sola la persona la vera e  propria  sede di ogni bene e di ogni male morale. Sebbene adunque il
allora la persona comunica per così dire l' immoralità  propria  alle potenze subordinate e tutto diventa immoralità, tutto
vengono infette le potenze dalla volontà personale, prima e  propria  sede del peccato, noi abbiam detto che il principio del
ogni essere reale. Questa è una specie d' infinità  propria  della natura intelligente, poichè veramente non ha limiti
natura. Nel primo caso la grazia si considera, come in sua  propria  sede, nella forma della ragione; e le sensazioni degli
del principio conoscitivo ricevono la possibilità della  propria  perfezione (1). E` così che tutto l' uomo morale si
però essi vestite queste sensazioni medesime della  propria  santità e della grazia della quale abbondavano, e le
che ha virtù di eccitare una musica, non trapassano di lor  propria  efficacia la sfera dell' anima sensitiva: e pure chi non ha
era pur uomo. Conciossiacchè è proprio dell' uomo amare la  propria  natura anche negli altri soggetti che la partecipano, e
era santo e quella parte dell' umana natura, ove come in  propria  sede abita la santità, era in comunicazione diretta con Dio
usata l' una o l' altra volta nelle Scritture, ma ella è  propria  e costante nei sacri libri e massime nelle lettere di S.
uccisi, ma non gli uccisori perchè cattivi e da Dio alla  propria  ventura lasciati. Questo tipo viene illuminato da diverse
lui sviluppando e perfezionando (3). 1. L' abbandono della  propria  casa . - L' abbandono comandato ad Abramo della propria
propria casa . - L' abbandono comandato ad Abramo della  propria  casa e della patria era un simbolo del distacco spirituale
intimamente, acquistare la stessa natura e ripor[vi] la  propria  felicità. Era dunque vietato con quell' osservanza agli
pigliare la natura ossia i costumi di questi, e riporre la  propria  felicità non in Dio ma nei beni sensibili nei quali gli
gli uomini. Mentre fu visibile in terra comunicò della  propria  autorità e virtù a' suoi Apostoli, acciocchè potessero
[...OMISSIS...] . 3 L' uomo che aggravato dal peso della  propria  corruzione precipitava nel male fu soccorso da Dio, colla
ha loro perdonato, e gli ha resi salvi senza loro merito di  propria  virtù. Se la giustificazione di Abramo fosse stata dovuta
e soprannaturale che si fonda nella fede) «e la lor  propria  giustizia cercano di stabilire - e però alla giustizia di
si parla di due maniere di giustificazione, l' una  propria  dell' antico Testamento, e l' altra propria del nuovo, e
l' una propria dell' antico Testamento, e l' altra  propria  del nuovo, e che questa del nuovo è tanto eccellente e
lo spirito degli uomini, ma non mostrandolo visibile nella  propria  sussistenza, ma indicandolo futuro , e promettendo solo che
Patriarchi (3). Conosciuta la natura della giustificazione  propria  dell' antico Testamento, non riesce più difficile intendere
loro quanto udì dal Padre è un dire che comunicò loro la  propria  processione dal Padre; e questa non può venire comunicata
Non essendo adunque nell' uomo Iddio dominatore colla sua  propria  ed essenzial luce, il peccato si poteva dire ancora
ma il riconoscere nello stesso culto ed onore di Dio la  propria  felicità, questo era difficilissimo, e non pervennero gli
sacerdotale, può trasfondere e comunicare in altrui della  propria  virtù e della propria luce secondo certe leggi e riti dalla
e comunicare in altrui della propria virtù e della  propria  luce secondo certe leggi e riti dalla volontà di Cristo
questo è un effetto necessario del Battesimo e ne forma la  propria  natura (3), conciossiachè quando il rito battesimale non
in offerire solamente degli esterni sacrifizii, senza  propria  virtù; offeriva un sacrificio interno, infinito, che era il
gli atti di culto viene dopo il carattere preso nella sua  propria  nozione. Per questo medesimo la grazia è chiamata dal
e Dio (1). Cristo ottenne dal Padre di comunicare della  propria  vita agli altri col merito della sua passione: l' ottenne
Verbo imprime sè stesso nell' anime, dando loro a vedere la  propria  luce divina rifulgente nel suo aspetto, nelle sue parole e
come dicevo, io intendo che Gesù Cristo comunichi la vita  propria  alle particelle del pane e del vino, e in tal guisa le
del proprio suo cibo convertito in suo latte, convertito in  propria  sostanza. Dice adunque l' autore dell' Ecclesiastica
sua carne« (2) » cioè dà loro l' atto o la natura della  propria  carne: il che è appunto quello che avviene nelle particelle
non può morire? Convien considerare, che il comunicare la  propria  vita a materia straniera è cosa che appartiene all'
Acciocchè dunque un corpo comunichi ad un altro corpo della  propria  vita non è necessario 1. ch' egli perda qualche parte della
e questa si è, ch' egli comunichi ad altri corpi la  propria  vita istantaneamente, e a sè li assuma ed immedesimi; non
quella di nutrirsi, o sia di comunicare alla materia della  propria  vita. Per questo fine egli volle mangiare in loro presenza.
non si potesse, in nessuna maniera sarebbe seguìta vera e  propria  transustanziazione. Però io non posso nè pur qui sentirla
la chiama. Non è però un parlar chiaro cotesto: nessuna  propria  mutazione nè conversione può nascer nel pane, secondo il
della transustanziazione come una comunicazione della  propria  vita che fa Cristo al pane ed al vino (1). 2. Che S.
per diventare un altro individuo dovrebbe deporre la  propria  individualità, e questa non può deporla per via di
individuo. Or questo è manifestamente assurdo; giacchè la  propria  sussistenza individuale è al tutto incomunicabile, non solo
non a condizione: 1. Che la cosa che si converte perda la  propria  identità, quindi cessi di essere quello che era prima, e
una cosa entri nella natura dell' altra, fino a lasciare la  propria  natura e prendere la natura di quella in cui entra,
pure sostener mutazione in ricevere l' essere altrui nella  propria  natura, e nel proprio essere. Or nulla di meno si richiede
al Sacramento Eucaristico. La conversione adunque vera e  propria  non è quella che il Bellarmino chiama conservativa , nè
di questo tutto: sarebbe impossibile concepire una vera e  propria  conversione. L' impossibilità di questo è manifesta;
di Cristo nell' Eucarestia non mostra al di fuori nè la  propria  grandezza o forma, nè i proprii accidenti. 2. Che però l'
avvenuta nel pane consista nell' aver perduta la sostanza  propria  (se pure non si vuol dire che questa sia uscita di luogo,
potrebbe dirsi) e ricevuta nel luogo stesso della sostanza  propria  l' estensione del corpo di Cristo. Ora questo sistema
al corpo di Cristo è molto più ristretto della dimensione  propria  di esso corpo di Cristo; sebbene insegni pure, che il corpo
vino? come si dirà ch' egli, se non è circoscritto dalla  propria  estensione oggettiva [estrasoggettiva] sia però
al partito di affermare il falso, che di confessare la  propria  ignoranza, e piuttosto di dire a sè stesso di non vedere,
ei si persuade di dover ritrovare nella forma della  propria  ragione ogni scibile. Quest' è il fonte da parte della
il proprio sviluppo: lo sorprendono i passi che fa la  propria  ragione, e lo svolgimento impensato della sua attività è
nelle menti. Ora il sistema che del male formava una  propria  natura e sostanza compì, come dicevo, il suo primo periodo
cosa si deva intendere quando si dice che« qualche cosa è  propria  di una persona«. La proprietà in genere esprime un' unione
unione fisica e morale colla persona, per modo che la cosa  propria  di una persona dee formare qualche cosa di uno con essa
l' atto spontaneo del cedere e abbandonare la sua attività  propria  nell' oggetto della passione o dell' abito. Questi due modi
due modi ne' quali un' affezione morale qualunque può esser  propria  di una persona, vanno ben distinti, affine di evitare gli
si potrà dire con verità, che una data affezione morale sia  propria  di una persona, ritenendo che sia propria di lei come
morale sia propria di una persona, ritenendo che sia  propria  di lei come passione o abito personale, e nello stesso
e nello stesso tempo si potrà dire che ella non sia  propria  d' una persona intendendo come azione personale . E con
(9) come di altrettanti mezzi. 29. Tale è dunque la vera e  propria  ragione del peccato, la quale, consistendo in una
altra testimonianza l' autorità del Tridentino, che dà la  propria  e vera ragione di peccato all' originale ne' bambini, che è
peccato abituale, o all' originale nei bambini, la ragion  propria  di peccato, intendendo essi parlare del peccato colpevole e
la definizione data si può discernere il peccato nella sua  propria  ragione ed essenza dai concetti a lui affini, e dalle
in un umano individuo vero peccato senza un atto di sua  propria  libera volontà; i Giansenisti all' incontro ammettevano non
cooperare co' suoi meriti e colle sue soddisfazioni alla  propria  redenzione e rinnovazione; ma ancora come quella che
arbitrio in colui che ne è il subbietto, abusavano in  propria  difesa della definizione del peccato che S. Agostino stesso
originale ne' bambini, in sè stesso, nella sua entità  propria  come puro peccato, cioè come una deviazione della volontà
più di numero, benchè uno di specie, avendo ciascuno la sua  propria  corruzione e macchia, che è non è quella di un altro. S.
d' un altro individuo, cioè di Adamo, che è la sentenza  propria  di Giansenio. Se dunque non si vuole calunniare a questo
è dimostrato, che niun peccato può essere imputato a colpa  propria  in chi non fu libero a riceverlo o a commetterlo, e che può
riguarda l' ordine morale) è l' opera della volontà umana  propria  di ciascun umano individuo, e non l' opera della natura:
[...OMISSIS...] . Essendo la volontà di un individuo  propria  di lui, essa stessa non può passare in un altro individuo,
[...OMISSIS...] , riconosce nell' originale « la vera e  propria  ragion di peccato« » che equivale a dire la forma vera e
ragion di peccato« » che equivale a dire la forma vera e  propria  di peccato. Conviene dunque togliere l' equivoco delle
da un atto di un altro uomo: non potendo rinunziare alla  propria  responsabilità in cosa di tanto momento. Al che si aggiunge
una persona umana possa mettersi in essere, non da una loro  propria  azione o passione, ma dall' azione di un' altra persona;
quando manca ad un subbietto ciò che dovrebbe avere per sua  propria  natura. « Carentia formae in subiecto apto nato . » Ora i
a cui appartiene il peccato è opera così esclusivamente  propria  della volontà umana, che non può essere un fatto della
sostanza di quella moralità; l' altra dipendente dalla sua  propria  libera elezione, per la quale essa stessa tra i diversi
laddove l' uomo non ha per oggetto naturale la  propria  essenza, ma un' altra essenza, laonde da questa è
lo stesso guasto e disordine che l' uomo ha prodotto nella  propria  natura, lo comunichi insieme colla natura a quegli
esseri che operano su di lui, parte in virtù della sua  propria  spontaneità: insomma anche lo spirito reale è mutabile,
che le distingue dalle cose reali; l' immutabilità è  propria  di quelle, e la mutabilità di queste. Ma se le idee sono
gli esseri reali che compongono l' universo. Finalmente è  propria  di tutte le idee ugualmente la necessità; poichè che cosa è
entità da esso distinta. Dunque il reale, secondo la sua  propria  essenza, esiste senza cognizione, e questa nè lo
cose esteriori che le idee di se stessi, che l' idea della  propria  mente. Dunque la mente, come essere reale, è anch' essa
trovato che un carattere negativo, la mancanza di luce sua  propria  e, per così dire, l' opacità. Qui dunque si conviene
ideale. Se dunque l' intuizione dell' ideale ha per sua  propria  natura che dall' oggetto intuito s' escluda il sentimento
l' essere reale se non avendo già nella mente l' idea sua  propria  determinata; non potremmo affermarlo colla sola idea
noi c' induce a questo, e che la semplicità ed unità nostra  propria  è il luogo, per così dire, dove si raffrontano e s'
avere esperimentato ancora quale attività caratteristica e  propria  di lui solo, egli si abbia d' operare nel nostro
per la quale conosciamo per esperienza la sua attività  propria  e caratteristica nel sentimento nostro; sappiamo quali
di comunicarle altrui, e anche di fissarle alla nostra  propria  attenzione. Dunque il linguaggio è il testimonio
di ogni entità; e tuttavia anche il nulla ha per noi la sua  propria  essenza. Tant' è vero, che noi distinguiamo il nulla da
filosofato, e non è giunto a dubitare qualche volta della  propria  esistenza o a capire almeno come se ne possa dubitare?
è finito, perchè il sentimento non è che la nostra  propria  realità e le sue modificazioni o ciò che si commisura col
in generale l' istromento della percezione è la nostra  propria  animalità; ma questo istromento è così imperfetto, o direm
i corpi in quanto sono sensibili: l' essere è per sua  propria  essenza così assoluto che non può mai relativizzarsi, nè
acquisti la perfezione morale che è la perfezione  propria  dell' uomo, a cui tien dietro la felicità. Ebbene, a questo
suscettivo di passione, riceve una passione conforme alla  propria  natura, il che Aristotele espresse con quel detto divenuto
è conoscibile per se, ciò che è intelligibile per la sua  propria  essenza; poichè niuna cosa è intelligibile se non è
forma la nostra cognizion positiva, tutta la realità nostra  propria  e quella qualunque realità che agisce nella realità nostra.
classificare le cognizioni umane, e investigare la natura  propria  di ciascuna classe: quindi vedemmo altresì che da lei
necessaria ed assoluta colla contingente e limitata, ed è  propria  di quelli i quali, formandosi un' idea grandissima di Dio,
fanno assorbire in lui stesso e così indiarsi; la seconda è  propria  di coloro che più grossolanamente della grandezza dell'
a dichiararlo panteista, se vogliamo attenerci alla sua  propria  confessione. Tornando dunque alla definizione dell' oggetto
Dio, conosce la materia delle forze finite sotto una sua  propria  forma e non più, il che si oppone a quanto insegna il
giobertiano, secondo il quale la stessa realità è in esse e  propria  di esse, ditemi, o signori, parrebbe egli a voi che si
o, per dir meglio, dall' esistenza eminente all' esistenza  propria  e reale, o per ispeciale interna e positiva rivelazione.
eminente delle cose in Dio, e poi l' esistenza loro  propria  e reale; come pure niuno dirà che noi conosciamo la
dicano Iddio identico a ciò ch' egli produce colla sua  propria  sostanza. Egli confessa che Iddio è causa libera; ma chi
che è quello appunto che diciam noi, essendo la realtà  propria  degli enti particolari. Perocchè se il signor Gioberti,
E il vantare con tanta affettazione un tal dogma come cosa  propria  di tal filosofia, e quasi non più comune al mondo
che [...OMISSIS...] . Voi sapete, l' intelligibilità  propria  di Dio è Dio stesso, come insegna il signor Gioberti, e
forma delle medesime; ma di più egli passa colla sua  propria  concretezza a costituirle, e così le crea; perocchè è coll'
le cose create sono intelligibili, secondo lui, nella loro  propria  concretezza, senza bisogno di un altro lume mediatore,
perocchè il panteista pudico ha vergogna di mostrar nuda la  propria  fronte. Ora se il contradirsi è costante carattere de'
illustrandole, e le illustri passando in esse, nella loro  propria  concretezza che diventa così intelligibile per sè stessa,
spirituale nella misericordia di Dio, e non nella nostra  propria  giustizia. Avere un' idea grandissima della bontà di Dio,
dovremo finire di confidare in noi stessi e nella nostra  propria  giustizia, e abbandonarci intieramente e tranquillamente
buono, che sa gloriarsi nel Signore , cioè che considera la  propria  infermità come un continuo trofeo della gloria di GESU`
questo sacrificio? non è la ragione stessa che riconosce la  propria  impotenza? non è un dovere che abbiamo di assentire e di
può prender di mira per operare la riforma e far fiorire la  propria  Diocesi: Seminario, istruzione ed educazione ecclesiastica,
mi scrive dee ben mettersi in guardia dagli inganni della  propria  fantasia , della quale il demonio si serve per insinuare in
di fare ogni più gran sacrificio e di dare anche la  propria  vita, io suggerirei alla indicata persona due mezzi
mentale s' intromettono. Oltre di che l' orazione vocale è  propria  dei semplici e degli idioti; e la detta persona dee studiar
sono tanto meno importanti per l' uomo che lo studio della  propria  eterna salute. « Quid prodest homini ! » Aggiunga ancora a
ed acquistare. - Finalmente cerchi di provvedere la  propria  mente di tutte quelle tante ragioni che dimostrano quanto
lungi dall' ottenere la salvezza degli altri, opera la  propria  condanna, perchè rimane convinto che la sua missione non è
sacrilega ignoranza confidano di potere da se stessi colla  propria  scienza, colla propria eloquenza, col falso zelo da cui si
di potere da se stessi colla propria scienza, colla  propria  eloquenza, col falso zelo da cui si sentono invasi,
che l' atto, con cui un cristiano offerisce sè stesso, la  propria  vita, il proprio sangue a Dio, insieme col sangue e colla
continui a scrivere quanto passa nell' anima sua, per sua  propria  edificazione, e per informazione di quelli che la debbono
alcuna sodezza di vera virtù! Privi della coscienza della  propria  dignità, senza pur intendere la propria abbiezione, molti
coscienza della propria dignità, senza pur intendere la  propria  abbiezione, molti giovani sacerdoti, forse appena usciti
dà tutta la colpa a se stesso de' proprii peccati e della  propria  fragilità. Chi invece di far così, come fanno i veri
che non può abbastanza ingrandirsi e vorrebbe rompere la  propria  limitazione. - Che se sorgono in noi delle antipatie alle
Chi mortifica sè stesso per ubbidire, sia perchè nega la  propria  volontà, sia perchè sacrifica il suo amor proprio e
di perfezionare la carità col perfetto distacco dalla  propria  stima e desiderio sincero dei disprezzi ed obbrobrii? E`
a perfezione le opere di carità e il distacco dalla  propria  stima, e di più il desiderio sincero del disprezzo (cosa
ad altrui danno. Non parlare nè dir cose che cadano in  propria  lode, il che è riprovato anche dagli uomini. E quantunque
e averla sempre in ogni atto, in ogni istante della  propria  vita. Mi pare poi di rilevare da quello che mi dite in
egli si conservi nello spirito della perfezione e nella sua  propria  naturale organizzazione, è un' altra base su cui edificasi
la timidezza stessa. Convien dunque non pensare alla  propria  timidezza e non rivolgere soverchiamente la propria
alla propria timidezza e non rivolgere soverchiamente la  propria  riflessione sopra sè stesso quando si delibera o si opera,
le occasioni che possono aver gli uomini di abusarne a loro  propria  sciagura ed infelicità. Il che ella otterrà pervenendo a
riconosciuto di far sì che gli uomini non giudichino in  propria  causa, e che vi sieno dei tribunali, i quali entrino
per la diversità delle forze morali: l' opinione della  propria  forza infonderebbe tuttavia una diversa misura di coraggio
avrebbe alcuno inconveniente. Ma l' infallibilità è solo  propria  di Dio, e però a Dio solo spetta senza inconvenienza il
attivo; perchè interessato quanto più esser poteva nella  propria  Amministrazione. Dimostrò finalmente, come questa massima
ricchi snervati da una educazione ombratile assoldano in  propria  difesa quelli che hanno meno timore cioè quelli che hanno
1 dei diritti personali; cioè diritti che l' uomo ha sulla  propria  persona, o su cose a lui strettamente unite, e questi sono
che lor abbiamo accordato, ma non hanno all' incontro in  propria  mano la modalità dei medesimi, che resta nelle mani dei
nelle mani dei loro padroni. Ora i servi non avendo in  propria  mano la modalità dei proprŒ diritti, non possono portarla
all' incontro i padroni nello stato di natura hanno in  propria  mano tanto la modalità dei proprŒ diritti quanto quella dei
individuale egualmente che questi non ha una modalità  propria  e certa da portare in comune nella società, e perchè non ha
modo che una famiglia si rendette dipendente dall' altra di  propria  volontà. Colla cognizione dell' utile, col gustamento del
egli è tale, che l' uomo si trova oggimai sul cammino della  propria  utilità, e che è divenuta una legge inalterabile dell'
due officŒ, o sia due lavori, cioè l' amministrazione della  propria  sostanza e l' arte prescelta: e si renderebbero in tal modo
tutti gli uomini, l' altra a quella specie di diritti che è  propria  dei benestanti, erano d' un' indole totalmente diversa: la
questi sono quelli che da un prudente timore della  propria  fragilità sono indotti a sottomettersi a un Tribunale:
dei mariti, perchè le mogli hanno almeno il diritto sulla  propria  vita, tuttavia può applicarsi in parte per la strettezza
secondo il quinto articolo far riconoscere dal medesimo la  propria  causa ed acquistare il diritto di voto separato: poichè in
vero, se si vuole che una istituzione si cauteli contro la  propria  azione, la propria azione dunque è diversa dall' azione con
che una istituzione si cauteli contro la propria azione, la  propria  azione dunque è diversa dall' azione con cui si cautela, e
della società, la quale prevenga tutti i mali della  propria  azione, è quello che produce tante assurde costituzioni
formarsene l' idea compiuta, quella per trovare in essa la  propria  naturale posizione e quiete: ma che sì le menti che la
sia che questo dubbio ella giunga a fare spontanea per  propria  sapienza, sia che ella sia costretta di farlo per le scosse
agli amministratori della società di riflettere sulla  propria  incapacità, e sulla fallacità dei loro giudizŒ e delle loro
sospettava menomamente di sè stessa: non rifletteva sulla  propria  fallacità; gli amministratori insomma della umana società
l' idea di imperfezione e di fallibilità, che resta tutta  propria  dell' uomo che amministra. Egli è inclinato a considerarsi
ciò non solo è conforme alla passione di dominare, tanto  propria  dell' uomo; ma all' indole stessa dell' umana natura, per
stato è l' individuo o la famiglia quella che giudica in  propria  causa e che eseguisce la sentenza, mentre nel secondo stato
il popolo è il giudice di fatto, egli è giudice in  propria  causa ed esecutore della sentenza: quando s' instituisce un
assoluta cristiana sono tutte da ripetersi dalla sua  propria  imperfezione; la sua natura rimane sempre la medesima cioè
giacchè ciascuno per l' innato amor proprio, parte della  propria  essenza, cerca la propria felicità. 2) Ora la ragione
innato amor proprio, parte della propria essenza, cerca la  propria  felicità. 2) Ora la ragione particolare è soggetta a venire
i due poteri supremi: 1 di giudicare sulla giustizia nella  propria  condotta politica; 2 di realizzare quella condotta politica
impossibile per quella legge che l' umanità rifugge dalla  propria  distruzione. Ma dividendo in articoli separati le dette
se il principe avrà tanta ricchezza da poter sostenere la  propria  dignità civile, egli lascierà stare la ricchezza dei
e debbe adoperare la ricchezza altrui per difendere la  propria  autorità. Ma all' incontro nel caso in cui il potere civile
gli allodi in feudi: il che si faceva donando al re la  propria  terra, e dal re poscia ricevendola in feudo. Ciò si faceva
ma usato d' essa come d' un istrumento per formare la  propria  grandezza. Non era già con questo intendimento ch' ella lo
per la diversità delle forze morali: l' opinione della  propria  forza infonderebbe tuttavia una diversa misura di coraggio
sì perchè 1 in tal caso la Commissione non giudica in  propria  causa, come sarebbe se il giudizio fosse portato dall'
da quegli stessi che governano la società giudicando in  propria  causa, egli sarà sempre più probabile che il giudicio
in altri tempi mosso appunto da questa coscienza della  propria  impotenza intellettuale riconosceva la necessità di
perchè è forte, sarà ella stessa quella che rivolgerà la  propria  fortezza, per dir così, a contenere sè medesima; poichè
una presunzione soverchia, una troppa confidenza nella  propria  virtù; una confidenza che l' umana virtù non può giammai
perchè è naturale che la potestà somma non abbia nella  propria  linea verun giudice sopra di sè: e tutto ciò che si può
La imprevidenza adunque di quei padri che hanno caricata la  propria  famiglia di una figliuolanza che non hanno il potere di
le occasioni che possono aver gli uomini di abusarne a loro  propria  sciagura ed infelicità. Il che ella otterrà pervenendo a
riconosciuto di far sì che gli uomini non giudichino in  propria  causa, e che vi sieno dei tribunali, i quali entrino
per la diversità delle forze morali: l' opinione della  propria  forza infonderebbe tuttavia una diversa misura di coraggio
avrebbe alcuno inconveniente. Ma l' infallibilità è solo  propria  di Dio, e però a Dio solo spetta senza inconvenienza il
attivo; perchè interessato quanto più esser poteva nella  propria  Amministrazione. Dimostrò finalmente, come questa massima
ricchi snervati da una educazione ombratile assoldano in  propria  difesa quelli che hanno meno timore cioè quelli che hanno
1 dei diritti personali; cioè diritti che l' uomo ha sulla  propria  persona, o su cose a lui strettamente unite, e questi sono
che lor abbiamo accordato, ma non hanno all' incontro in  propria  mano la modalità dei medesimi, che resta nelle mani dei
nelle mani dei loro padroni. Ora i servi non avendo in  propria  mano la modalità dei proprŒ diritti, non possono portarla
all' incontro i padroni nello stato di natura hanno in  propria  mano tanto la modalità dei proprŒ diritti quanto quella dei
individuale egualmente che questi non ha una modalità  propria  e certa da portare in comune nella società, e perchè non ha
modo che una famiglia si rendette dipendente dall' altra di  propria  volontà. Colla cognizione dell' utile, col gustamento del
egli è tale, che l' uomo si trova oggimai sul cammino della  propria  utilità, e che è divenuta una legge inalterabile dell'
due officŒ, o sia due lavori, cioè l' amministrazione della  propria  sostanza e l' arte prescelta: e si renderebbero in tal modo
tutti gli uomini, l' altra a quella specie di diritti che è  propria  dei benestanti, erano d' un' indole totalmente diversa: la
questi sono quelli che da un prudente timore della  propria  fragilità sono indotti a sottomettersi a un Tribunale:
dei mariti, perchè le mogli hanno almeno il diritto sulla  propria  vita, tuttavia può applicarsi in parte per la strettezza
secondo il quinto articolo far riconoscere dal medesimo la  propria  causa ed acquistare il diritto di voto separato: poichè in
vero, se si vuole che una istituzione si cauteli contro la  propria  azione, la propria azione dunque è diversa dall' azione con
che una istituzione si cauteli contro la propria azione, la  propria  azione dunque è diversa dall' azione con cui si cautela, e
della società, la quale prevenga tutti i mali della  propria  azione, è quello che produce tante assurde costituzioni
formarsene l' idea compiuta, quella per trovare in essa la  propria  naturale posizione e quiete: ma che sì le menti che la
sia che questo dubbio ella giunga a fare spontanea per  propria  sapienza, sia che ella sia costretta di farlo per le scosse
agli amministratori della società di riflettere sulla  propria  incapacità, e sulla fallacità dei loro giudizŒ e delle loro
sospettava menomamente di sè stessa: non rifletteva sulla  propria  fallacità; gli amministratori insomma della umana società
l' idea di imperfezione e di fallibilità, che resta tutta  propria  dell' uomo che amministra. Egli è inclinato a considerarsi
ciò non solo è conforme alla passione di dominare, tanto  propria  dell' uomo; ma all' indole stessa dell' umana natura, per
stato è l' individuo o la famiglia quella che giudica in  propria  causa e che eseguisce la sentenza, mentre nel secondo stato
il popolo è il giudice di fatto, egli è giudice in  propria  causa ed esecutore della sentenza: quando s' instituisce un
assoluta cristiana sono tutte da ripetersi dalla sua  propria  imperfezione; la sua natura rimane sempre la medesima cioè
giacchè ciascuno per l' innato amor proprio, parte della  propria  essenza, cerca la propria felicità. 2) Ora la ragione
innato amor proprio, parte della propria essenza, cerca la  propria  felicità. 2) Ora la ragione particolare è soggetta a venire
i due poteri supremi: 1 di giudicare sulla giustizia nella  propria  condotta politica; 2 di realizzare quella condotta politica
impossibile per quella legge che l' umanità rifugge dalla  propria  distruzione. Ma dividendo in articoli separati le dette
se il principe avrà tanta ricchezza da poter sostenere la  propria  dignità civile, egli lascierà stare la ricchezza dei
e debbe adoperare la ricchezza altrui per difendere la  propria  autorità. Ma all' incontro nel caso in cui il potere civile
gli allodi in feudi: il che si faceva donando al re la  propria  terra, e dal re poscia ricevendola in feudo. Ciò si faceva
ma usato d' essa come d' un istrumento per formare la  propria  grandezza. Non era già con questo intendimento ch' ella lo
per la diversità delle forze morali: l' opinione della  propria  forza infonderebbe tuttavia una diversa misura di coraggio
sì perchè 1 in tal caso la Commissione non giudica in  propria  causa, come sarebbe se il giudizio fosse portato dall'
da quegli stessi che governano la società giudicando in  propria  causa, egli sarà sempre più probabile che il giudicio
in altri tempi mosso appunto da questa coscienza della  propria  impotenza intellettuale riconosceva la necessità di
perchè è forte, sarà ella stessa quella che rivolgerà la  propria  fortezza, per dir così, a contenere sè medesima; poichè
una presunzione soverchia, una troppa confidenza nella  propria  virtù; una confidenza che l' umana virtù non può giammai
perchè è naturale che la potestà somma non abbia nella  propria  linea verun giudice sopra di sè: e tutto ciò che si può
La imprevidenza adunque di quei padri che hanno caricata la  propria  famiglia di una figliuolanza che non hanno il potere di
sparirà forse un giorno quando ogni uomo rifletterà nella  propria  coscienza la legge morale dell'umanità; la Famiglia durerà
di essi ancor crede, le crede unicamente, perchè alla sua  propria  ragione in quel momento che le crede, sembrano rivelate.
le Scritture stesse. Ognuno dunque, se alla sola ragion  propria  s' affida, potrà quando che sia distruggere tutti i fonti
se nelle loro operazioni tengano l' avventatezza  propria  dello zelo disordinato. S' aggiunge, che essendosi creati
altri mezzi gli aiuti divini, potendo essi sempre dire a  propria  scusa, che se fanno qualche azione opposta alla legge per
che il fecero per lui stampare, secondo la tattica loro  propria  di operar sempre per vie segrete, ne ritrassero tutti gli
che un peccato proprio possa esistere senza una volontà  propria  peccaminosa . Certo, il profondo Estio non solo parlava
ne rimane affetta, la qual natura morale è la loro  propria  volontà personale: onde essi sono costituiti peccatori per
ne' quali sentiamo di collocare manifestamente la nostra  propria  energia personale (1). Di più, gli atti volontarii7liberi
atto libero della volontà, perchè l' uno e l' altro est a  propria  inclinatione , e tende in un fine conosciuto. Ma di poi
ma perchè da essi non è contrariato con un atto di loro  propria  volontà, [...OMISSIS...] . Ma incontanente soggiunge a
che essi non avevano commesso per proprio volere, ma nella  propria  volontà per natura aveano ricevuto, e ciò perchè mal morale
tutto ciò che esige la sua natura, ed altresì la vita sua  propria  e la perfezione naturale, come decise la Chiesa contro Bajo
1 l' insubordinazione della volontà a Dio, che perdette per  propria  colpa la grazia santificante, e così rimase abitualmente
che dà diritto alla visione beatifica, e il possesso della  propria  natura che s' ha per la volontà ben ordinata; e dice non
grazia santificante. Questa perdita della possessione della  propria  natura fu oggetto d' una definizione di Papa Celestino, il
di Teodoreto. [...OMISSIS...] L' esser legata è ella cosa  propria  della natura umana? il legame rappresenta qualche cosa di
; che ripetono quello che avea insegnato Cristo di  propria  bocca, allorché disse. [...OMISSIS...] . 12 Un altro
giustizia lasciare anche tutto il genere umano nella sua  propria  naturale e NECESSARIA perdizione (benchè l' umano
a tutti i posteri, se non l' avessero que' primi, di  propria  loro libera volontà, perduto. Onde a tutti i singoli loro
ciò non distrugge il fatto, che vivon male, cioè, per  propria  volontà, [...OMISSIS...] . In somma coll' esser malvagia la
coll' esser malvagia la volontà per natura, non per una sua  propria  elezion precedente, non è men vero ch' ella sia malvagia, e
ma piangere piuttosto l' imperfezione e il vizio della  propria  natura; quantunque le viziose volontà, di cui favelliamo,
vi dirà che i loro giudizi sono traviati dalla loro  propria  volontà, la quale è la potenza che d' ordinario muove e
Ma posciachè, quando l' uomo già ottenne il dominio della  propria  volontà col grand' uso e coll' abito della virtù; l' uomo
quali essi liberamente s' immersero, indebolendo così la  propria  libertà; con questa differenza però, che se la necessità
salvi dalla crudele tirannide del demonio e dalla loro  propria  concupiscenza. A torto dunque i teologi di cui parliamo
adunque (ancora immersa nell' essenza dell' anima) ha sua  propria  sede il peccato originale, perchè [...OMISSIS...] . E noi
e nel languore della volontà suprema, e che è la deformità  propria  della volontà; quindi rimesso il reato, perchè il reato o
il peccato (3). Onde vi ha la potenza, ma non la potenza  propria  e in assetto a produr fuori l' atto: vi ha la potenza , ma
contro alle illecite concupiscenze può sempre venire ex  propria  voluntate , che di conseguente alle forze naturali dell'
bisogno della grazia di Dio (1) non è un confessare la  propria  infermità; ma stabilire una giustizia dell' uomo contro la
e però non tentabile: ma fu perchè la passione della  propria  eccellenza sì fattamente li prese ed accecò che si
di morte contro all' uomo il quale ravvolge nella  propria  rovina tutta la natura; giacchè debb' essere per quella
LE COSE, PERCHE` SIA ADOPERATA TANTO QUANTO ABBISOGNA LA  PROPRIA  DEBOLEZZA E IMPERFEZIONE PER ANDARSENE A DIO, E QUANTO PUO`
concediamo che per quel limite che ha ricevuto dalla  propria  natura il nostro spirito, quanto più attende ad una cosa,
della nazione: ha qualche cosa di comune co' membri della  propria  famiglia, cioè la schiatta, e dalla schiatta molti nativi
buoni massai, e tutti occupati nell' ingrandimento della  propria  casa, avrebbero toccato l' apice del perfetto educare. Ma
li potessero, apportando incertezza sull' opinione della  propria  penetrazione non usa ad urtare in qualche villana durezza,
che s' abbassano per condurre od avvicinare i minori alla  propria  altezza. La Religione nostra ha un modo di far chinare i
libertà d' insegnamento « l' esercizio non impedito della  propria  potenza d' insegnare in modo onesto e inoffensivo »avremo i
da tutore di quelli, che, non sapendo ancora usare della  propria  libertà, questa non varrebbe loro cosa alcuna. Se dunque un
cedergliene una parte, senza grave detrimento della sua  propria  perfezione, essendo la forza legittima del Governo centrale
nè una completa morale fuori di quella che con autorità sua  propria  insegna la medesima Chiesa di Cristo. Poichè Alessandro
guarentigie morali non dà la Chiesa in virtù della sua  propria  costituzione al Governo civile in questa materia dell'
l' infallibilità. Operano dunque cotesti Governi contro la  propria  coscienza; sanno nel fondo del loro cuore d' essere
percepiti come stranieri a noi. - Scettici, che negano la  propria  esistenza. - Il principio di Cartesio, « Cogito, ergo sum
alla fine di un discorso, e questa debba esser vera e  propria  per fissare la cosa; tuttavia, come dicevo, non è ancora
diverse definizioni della vita. - Vita comunicata. - Vita  propria  (condizionata all' animato). - Vita del corpo (comunicata).
l' anima da cose estranee ad essa, e confirmando la  propria  definizione col senso comune dandone una spiegazione
pavoneggiarsi di quelle vesti, che rammentano all' uomo la  propria  nudità, ed il proprio peccato. Oltrechè, come fanno i
uomini. Mirabile è l' ardore che avevano d' intenderla a  propria  e altrui edificazione anche le donne stesse, come veggiamo
è vero che ciò consiste nella negazione e rinunzia della  propria  volontà, che Cristo dicea nell' orto: «. In due cose
quella forza, che egli ha, nè più, nè meno: e tenga la sua  propria  indole. Se adunque voi leggete loro alcuna cosa da muovere
fede, senza volere dar loro troppo sottili dilucidazioni di  propria  mente; e in quanto a' precetti morali, non esagerare mai nè
. Chi ha dunque rinnovellata colla grazia la  propria  intelligenza ha riformato se stesso. Nella mente dunque,
di là argomento di umiliarglisi dinanzi, e confessare la  propria  meschinità. [...OMISSIS...] Voi dovete dunque scerre questo
resa da Mosè cogli Apostoli del Testamento nuovo, che dalla  propria  bocca di Gesù udirono le dottrine. « Ed egli chiaramente e
degli altri (3). Or poi sebbene la profezia, come è detto,  propria  cosa fosse dell' Antico Testamento; non di meno tal dono
degli uomini, e ricevuti dei doni da compartire; ma  propria  di Cristo, e da lui mandata dietro alla voce di quelli, a
a sè degli altri uomini, in questi estende e dilata la  propria  santità, loro comunicandola: è sempre quella santità
qualunque cosa che a Dio convenga, qualunque che alla  propria  santificazione confaccia? Non niego libertà al vostro cuore
la Chiesa, chi a questa si unisce nell' orare, santifica la  propria  orazione: e a' difetti propri riparando colla comune virtù,
ha il fiume; e pur giovano principalmente a chi non sa, per  propria  imperfezione, all' abbondanza delle maggiori pienamente
d' esercitare il culto divino, e si nutrica invece sua la  propria  carnalità. Vorrei per tanto richiamare lo spirito di
che e' la vuole a quel modo, che la volle Cristo in salute  propria  e del mondo; poichè fa quell' atto che pose Cristo perchè
sforzo veruno nè affettazione, e mostrano in sè medesimi la  propria  sincerità e verità . Sieno adunque anche gli atti di noi
di Abacucco, dove è accennata la croce. Della quinta è  propria  prerogativa l' istituzione in essa fatta della Cena
pianto, proprio di questo pellegrinaggio, che della letizia  propria  del Cielo, hanno mostrato desiderio, se essere potesse, che
così dignitosa, che non pure in presenza altrui, ma in sua  propria  sa arrossire e vergognare; la custodia degli occhi, della
Verginità. [...OMISSIS...] La vergine del Signore sente la  propria  infermità; sa che quanto possiede è dono: e come quegli,
a sè medesima, che di sè non fa mostra, ma in sua  propria  modestia con più dolce lume risplende, virtù che niente
della Carità? (2). Onde quest' è ch' io dico: colla  propria  virtù dovere il Cristiano piacere altrui; non già cogli
S. Paolo che facciamo, tenendoci lontani dalla tristezza  propria  de' gentili, « qui spem non habent », e diamoci tutti al
rimangono nascoste agli occhi nostri. Perciò ciascuno nella  propria  condotta, invece di seguire le regole e i risultamenti del
questa voce sia da noi raccolta col lume tranquillo della  propria  ragione, soccorsa dal lume della fede, con una maniera di
ai superiori, si rinunzia bensì, in un senso, alla  propria  ragione individuale e a tutti i suoi speciali ragionamenti,
stesso tempo, in un altro senso, si ubbidisce alla stessa  propria  ragione; perocchè è la propria ragione di chi ubbidisce,
si ubbidisce alla stessa propria ragione; perocchè è la  propria  ragione di chi ubbidisce, illuminata dalla grazia di Dio,
discepolo avesse disubbidito col pretesto di seguire la  propria  ragione, egli si sarebbe ingannato e avrebbe operato al
se avesse per proprio conduttore noi stessi e la nostra  propria  ragione e volontà! Vedremo andarsene esso a caso qua e colà
vostro. In questo senso vi esorto a far guerra alla vostra  propria  ragione, sottomettendovi ciecamente all' autorità ed
riconoscendosi debole; egli pratica con ciò una virtù molto  propria  dell' Istituto. Ma gli altri ne prenderanno scandalo?
dal non avvilirmi e disperarmi? Coll' esperienza mia  propria  adunque misuro benissimo e comprendo come simiglianti
Sul detto comune « niuno è buon giudice in causa  propria  », voi distinguete: chi giudica sè stesso per passione, non
pesino che i motivi della maggior perfezione morale nostra  propria  (il solo bene assoluto per noi), avverrà che la volontà
mandati! Sta dunque il tutto nel fare la dovuta stima della  propria  perfezione, e quivi trovare ogni fiducia. [...OMISSIS...]
egli nell' una e nell' altra occasione, e abbruciando di  propria  mano la sua « Teologia cristiana » (2). Queste condanne
a Dio, spintavi o dal magistero tradizionale, o da una sua  propria  argomentazione o contemplazione, trova ancora un ente
non basta ad assicurarci che Platone non dia alle idee una  propria  realità , non potendosi decidere una tale questione, senza
luoghi, dove sembra che Platone dia alle idee una loro  propria  attività, si devono intendere con cautela e conciliare
impossessa e vive di essi, difendendoli a morte come la sua  propria  vita. Poichè la prima, la perpetua e più profonda divisione
del cristianesimo, potevano mantenere per qualche tempo una  propria  esistenza, dissimulando la propria opposizione alla
per qualche tempo una propria esistenza, dissimulando la  propria  opposizione alla dottrina cristiana. Questa la ragione, per
d' Aristotele, e niun' altra qualità sembra così  propria  a tanto ingegno quanto questa della sottigliezza . Non ebbe
ella smarrì un po' alla volta, e confuse la memoria della  propria  origine e della prima sua istituzione. Se si eccettui l'
noi dunque esporre ed esaminare a questo modo la dottrina  propria  d' Aristotele, quale risulta dagli scritti di lui, che a
un' altra specie di universalità predicabile, oltre quella  propria  dell' essenza sostanziale. Quindi la sola sostanza si
Come più qualità reali, ciascuna delle quali inesiste come  propria  in diversi individui, possono essere una stessa qualità? Nè
la possiede, qualche cosa fornita di caratteri e di natura  propria  », poichè la sostituzione d' un nome non scioglie la
dei singoli, chè un singolare, come tale, niuna cosa  propria  comunica all' altro, ma è finito tutto in se stesso. Pure
reali, ciascuno de' quali ha un' esistenza chiusa nella  propria  realità: ma quando i reali singoli sono conosciuti da un
la profonda differenza tra l' esistenza subiettiva  propria  dell' intelligente, e l' esistenza obiettiva propria degl'
propria dell' intelligente, e l' esistenza obiettiva  propria  degl' intesi, che è il filo che riconduce da questo
ma il senso in un' anima intellettiva. La dottrina dunque  propria  dell' intendimento è supposta, ed è quella che abbiamo
nelle due prime maniere di materia e di forma, la materia  propria  di ciascuna, o si prende pel subietto, od anche è tale; il
non s' appropria già quella forma come un elemento della  propria  natura, ma un subietto che la intuisce come un diverso da
determinato , perchè l' indeterminato non può avere  propria  esistenza. Non si può dunque chiamare materia , se non
esiga un oggetto per esistere, se l' uomo abbia per sua  propria  natura immobilmente presente un oggetto, col quale operi
mente » », e c' è nell' uomo una mente, che è atto per sua  propria  natura, consegue, che questa mente sia un intelligibile
in atto, e sono eterne appunto perchè sono in atto per loro  propria  essenza, [...OMISSIS...] . Dice in appresso che quest'
e per quella queste si conoscono, perchè quella è la  propria  natura e causa formale di queste (3). Rimane tuttavia un'
Se l' esser predicata e partecipata , benchè sia cosa  propria  dell' idea e conseguente dalla sua stessa essenza, pure non
una specie , e che in questa è l' essenza e la natura  propria  del letto o della mensa che fa, ma non fa la stessa specie
essere; e se ad ogni natura soggiace la materia, e la sua  propria  condizione è questa di soggiacere, per fermo essa da que'
alta denominazione è quella di Bene (3). Questo colla sua  propria  energia produce in sè le idee del Mondo: in queste idee si
conducono a conoscerla piuttosto per analogia , che per la  propria  essenza: vediamo come si venga componendo per idee e
anima somministrata dalla Causa, e però diversa da quella  propria  della causa. Questa non può esser causa se non ha l' anima
corpo (1), e così mirabilmente spiega la virtù formatrice  propria  dell' anima «( Psicol. 17.7 7 1794) ». Certo che le leggi
un altro principio diverso da sè che esercita su di lui la  propria  potenza; 2 e questa violenza non abbracci tutto lo spazio,
Iddio renderlo simile per quanto esser potesse alla  propria  eternità e consistenza, gli diede la durata del tempo. Pose
(3), il quale poi, come pure gli altri, per una sua  propria  generazione, atteso il continuo aiuto della natura
idea , che diviene così abito dell' anima e parte della sua  propria  natura. Conoscendo dunque l' anima le idee, parte in modo
non può mai essere potenza, chè sarebbe il contrario della  propria  natura. Laonde noi che abbiamo della potenza, non sempre
fossero comprese in Dio, e da Dio nella loro natura  propria  conosciute. La conciliazione dunque di quelle due
poligono, e non perchè contenga i poligoni nella natura  propria  di ciascuno di essi. E` oltracciò da considerare che
di tutte, che rimane nondimeno priva d' ogni azione  propria  fuori di sè medesima, nè può conoscere altro, nè operar
« « e qualcosa che in lui tende e lui appetisce, secondo la  propria  natura »(1) », che è appunto la tendenza insita della
possono arrivare le diverse cose, ciascuna secondo la sua  propria  natura (1). Ora l' atto compiuto di ciascuna cosa fu da
Aristotele, la mente ha un' esistenza separata, e sua  propria  (2). Suppone altresì Aristotele che esista qualche cosa d'
essere realizzato in molti individui, dal che acquista la  propria  significazione di specie e di genere, allora lo trova
dell' essenza per esistere, ma l' ente che è ad un tempo la  propria  essenza (2). In un luogo della « Metafisica » reca una
esserci una specie che, essendo una di numero, e avente una  propria  sussistenza fosse mente, e senza moltiplicarsi in sè stessa
e che non può essere nel corpo nè pure in potenza, perchè è  propria  natura ed essenza di quella non aver nè potere ricevere in
che è mezzano tra l' anima intellettiva ed il corpo e  propria  sede probabilmente dell' anima sensitiva e dell' appetito
come i materiali della casa, cessano d' aver un' esistenza  propria  e diventano la casa, a cagione della forma della casa. La
il mondo si compone. Tendendo ciascuna all' atto ed alla  propria  perfezione (4), esse tendono di continuo ad assomigliarsi
generante o producente è mosso a generare e comunicare la  propria  forma dal Primo motore o piuttosto dai Primi motori (2).
di forma, ossia di atto, attribuisce la comunicazione della  propria  forma o specie a quelli che ancora non l' hanno e la
si propaga all' universo, ma ogni cosa lo riceve secondo la  propria  natura (2). Onde 1 c' è il primo appetibile, o causa
e virtù [...OMISSIS...] , e che dà così a ciascuno la sua  propria  e conveniente facilità di moversi, [...OMISSIS...] . Ora,
tutte le cose. Ora in questa virtù dell' anima, di cui è  propria  la ragione, distinse quella facoltà, che può errare, in
non avesse in sè attualmente un intelligibile. Poichè è per  propria  virtù che lo spirito s' innalza alla mente obbiettiva,
presupporre una durata immobile ed eterna (5), la quale è  propria  dell' essere come puro essere); ma la dice anche tutto ,
e informa alcun subietto materiale, ma è ella stessa la  propria  forma ed essenza. Tale credo la sentenza d' Aristotele. Ma
(1). Con questo dunque l' uomo dee acquistarsi la scienza  propria  di lui, cioè dee raccogliere gl' intelligibili sparsi nella
ciò che è massimo è quello che dà agli altri della  propria  natura. Così ciò che è massimamente scibile, dà all' altre
questi possa poi raccogliere da' sensi la scienza sua  propria  per induzione, e quello perciò è la mente in atto,
che appartenga nè all' essenza separata, nè all' essenza  propria  de' singoli enti dov' è unita con materie diverse. Nè si
anteriormente a queste c' è la radice materiale delle cose  propria  di ciascuna, distinta e contrapposta al fine ultimo, e di
considerando sì la natura, che la cognizione nostra  propria  che ci formiamo per via d' induzione. [...OMISSIS...] Dal
in terra ». Ma più tardi Platone trovò la denominazione  propria  che mancava ai primi, e li riconobbe per « numeri
esser sostanza (1), sentenza che Aristotele ripete come sua  propria  (2), poteva ridurre in sommi generi gli enti composti, di
a formarla, in quanto che in essa non avendo l' esistenza  propria  e separata sono tutte insieme la prima (2). Ma, in quanto
Anima coll' affissarsi nella Mente è costituita nella sua  propria  eccellenza, ma dopo d' avere, coll' affissarsi in sè
e, in quant' è anima vegetale, sia tratta dalla sua  propria  natura verso il sensibile e materiale. Ora, come il primo
il quale, la relazione, convengono all' ente per la sua  propria  virtù, e non per una virtù straniera all' ente; il che
quasi fosse universale, quasi il luogo e la situazione  propria  dei corpi fossero predicamenti di ogni ente, dimostra, come
della cosa, o il proprio , cioè una tale qualità che sia  propria  di quella sola cosa di cui si parla, come dell' uomo aver
e che era lo spirito quello che esercitando una sua  propria  funzione (2) dava l' unità a quel vario moltiplice. Egli
è un errore di tutti i sensisti il prendere la generalità  propria  de' concetti per una loro moltiplicità. Generalità e
di menzogna la ragione stessa degli uomini nella sua  propria  natura! Perocchè, o quest' uomo in far ciò usa della
sua maniera di parlare, non contengano la condizione della  propria  esistenza, tuttavia non si può per questo dire che essi non
dimostra nel suo concetto la ragione e la condizione della  propria  esistenza, o del modo di essa, non l' ha. Perocchè avere in
però non sarà mai, e poi mai un Io; giacchè l' Io è per sua  propria  essenza una consapevolezza. Qualora adunque noi vorremo
sè, ne cavò l' assurdo che produce sè stesso, che è la sua  propria  causa. La conclusione adunque di Fichte: « « Il mio Io è
ma questo è un suo essere accidentale; e però non pone la  propria  sostanza: ma nella propria sostanza pone un accidente coll'
accidentale; e però non pone la propria sostanza: ma nella  propria  sostanza pone un accidente coll' atto del conoscere. Quando
essere causa di sè, egli avrebbe in qualche modo in sè la  propria  ragione sufficiente: ma essendo una proposizione
che l' essere umano consista nell' atto o stato della  propria  coscienza; indi deducono che l' uomo prima della coscienza,
nel concetto di più enti comunicanti insieme secondo la  propria  natura; 2 Il ripiego di Fichte, invece di sciogliere il
non sarebbe, che la massima inversione e perversione della  propria  natura, la massima immoralità e insieme la massima
all' Io tutte le limitazioni, egli perderebbe affatto la  propria  identità, e diverrebbe un altro essere: nè egli è possibile
non può esser libero , perchè la vera libertà è una dote  propria  della volontà , e la volontà non esiste se non qual
è perfettibile , senza che giammai possa raggiungere la sua  propria  perfezione ponendosi compiutamente: ma un ente che è, e
perchè cessi d' essere indifferente, e lasci così la  propria  natura, e come possa far ciò quando egli è costituito
ossia l' essenza mera dell' ente , si esprime colla parola  propria  intuire . In questa pura cognizione la mente contempla, ma
nel mondo, col pensiero riduce a sè, riconosce come sua  propria  creazione e sostanza, il mondo. Ciascuno, che un po'
continuo, non è vera individualità, perchè non dà all' ente  propria  unità, giacchè anche nel continuo qualunque spazio
l' attribuire agli elementi quella individualità, che è  propria  solo del principio senziente . Quanto poi ai corpi
razionale parte influisce il termine eccitatore, parte la  propria  attività del principio eccitato. Onde in quanto questo
continuo suo termine, può operare secondo le leggi della  propria  spontaneità in tutte o in molte ad un tempo, e produrvi più
a descriverla quando vuole, sia sulla carta, sia nella  propria  immaginazione; e questa cognizione così abbreviata,
primo genere; quando infatti egli distrugge la regolarità  propria  della natura di quell' albero, che era regolarità di
godimento è solo un fatto semplicissimo ignaro di sè, della  propria  natura. Onde il godimento, costituito dalla simmetria e
viene costituita dai diversi sguardi della mente, e non è  propria  delle cose materialmente prese, nè del senso di esse. E che
raggiunge a sè; così il sentimento morale coll' armonia sua  propria  modifica e tempera l' armonia animale intellettiva, e la
tutta l' avvolgono e la restringono, ond' essa, libera per  propria  essenza (chè ogni intelletto risiede nell' infinito),
atto col quale l' ente è posto, è quello con cui è posta la  propria  forma dell' ente, conseguita che la tendenza di questo atto
poichè la continua esperienza ci attesta che l' anima colla  propria  energia modifica il proprio sentimento. E questo sentimento
metta in essere altri stimoli, che rigenerino la sua  propria  attività. Se gli stimoli riprodotti sono meno efficaci dei
il principio sensitivo di dirigere in questo modo la  propria  sensitività ed attività conseguente, non fa più meraviglia
ne è un effetto adeguato al primo. Ora, quale è l' azione  propria  dell' istinto sensuale? Questa azione sta racchiusa nel
erra mai, se si considera la sua azione quale è entro la  propria  sfera; mantiene sempre la sua propria legge di dare al
quale è entro la propria sfera; mantiene sempre la sua  propria  legge di dare al sentimento l' atteggiamento e l' azione
molecole organizzate con attitudine a ricevere la vita  propria  dell' animale. Se una forza straniera tende a sottrarre e
fibra rimanesse senza alterazione, ma che l' abitudine  propria  della passione desse all' anima razionale una grande
da quelli che egli stesso si produce internamente colla  propria  azione. I primi sono l' aria, l' acqua, il caldo, il
stesso esistente in altri modi, e conservante in tutti la  propria  identità. A chi domanda ulteriormente perchè un soggetto
guise? Dobbiamo sempre rispondere come per innanzi, la  propria  natura del sentimento fondamentale. A priori, non abbiamo a
lo stomaco, gli intestini, ecc., di sensioni di lor  propria  forma, altra non sia che la diversa azione del corpo sul
nell' universale circolazione, e non produca un processo di  propria  vegetazione. Io non voglio qui ricorrere agli effetti del
esteriori, secondochè egli sottrae ad essi od aumenta la  propria  cooperazione, e più o meno cospira con essi alla produzione
seguenti: Quando l' intelligenza fa conoscere all' uomo la  propria  impotenza in confronto alla difficoltà d' uno scopo
delle arterie non essere accresciuta per uno stato di loro  propria  tensione e forza maggiore, ma pel maggiore stimolo da cui
sua dagli stimoli, continua i movimenti iniziati colla  propria  spontaneità, le leggi della quale furono da noi indicate, e
della spontaneità del principio senziente a volgere la  propria  azione a perfezionare l' animale nei suoi tre elementi
dei fisiologi. E quantunque la consapevolezza della  propria  individualità nasca nell' uomo dal principio intellettivo,
ignominioso materialismo non deve essere desiderabile, anzi  propria  sollecitudine dei teologi cristiani? Pure quand' anche non
cui seno ella dimora perpetuamente, può derivare a sè la  propria  perfezione? E può ella indi derivarla da sè medesima? Da
nè si può perfezionare, se non oltrepassa i confini della  propria  limitata sfera, e non si continua con altre scienze
l' influenza dell' Ente sussistente, dove l' idea ha la sua  propria  sede e sempiterno domicilio. Ora quegli uomini, che
del fuoco e quelle del supremo essere, che vive per  propria  essenza. Da questo Dio egli faceva venire le anime umane.
se fosse stato coerente, sarebbe pervenuto a trovare la  propria  natura dell' anima umana. Ma il nesso delle idee con noi è
purgare affatto dal sensismo, ricevuto dal secolo alla lor  propria  insaputa, nè hanno potuto digerire il veleno, nè tampoco
anzi pensa cosa di natura diversa ed opposta alla natura  propria  ed alla natura delle proprie modificazioni; e questo
ma lo fa mediante certe leggi primitive e istintive della  propria  natura » »: Soggettivismo realistico . - Questa dottrina
erano ciechi, e non potevano porgere la dimostrazione della  propria  veracità ed autorità di testimoniare cose diverse dall'
pensava le cose diverse da sè per leggi istintive della  propria  natura, queste stesse cose dovevano essere considerate come
ma solo si è conosciuto riflessamente, e che perciò la  propria  esistenza non dipende dall' atto con cui l' anima si
la coscienza di sè, non potrebbe non essere conscio della  propria  modificazione, se tale fosse il Non7Io. All' incontro l' Io
coscienza, e in tal caso, non avendo la coscienza per sua  propria  essenza, egli non è infinito, mancandogli il maggiore dei
che trae dall' Io il Non7Io, ne è la prima; la seconda  propria  di lui, è il Non7Io tendente ad acquistare la coscienza e
che Iddio « « dà alle idee delle cose, che sono in lui, una  propria  indipendente vita, in quanto permette loro di esistere come
quale le opinioni altrui diligentemente raccolte, alla mia  propria  si paragonano e si cimentano. Le quali opinioni quante