(Loris prende dalla piccola scrivania i guanti e il gibus depostivi prima di sedere: Fedora, accorgendosene, fa un passo innanzi: egli s’avvia verso
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(no! – ecco di nuovo e più distinto il bagliore di prima. È la veste di Iris…)
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(e il taïkomati scompare dietro la cortina che cade come prima lasciando soli il giovane signore voluttuoso e la ingenua mousmé).
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balenano rapidi splendori, echi di luce, vibrazioni misteriose d’altri infiniti mondi esultanti alla vita! – Or discendono i raggi; pallidi prima
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come prima da quello dei suoni, vuol dipingere).
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, trasformata, piena di energia e di volontà, respinge da sé Kyoto che le è vicino e corre alla finestra che poco prima le ha dischiusa la minaccia del
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furibondo, – e il fango va pure a colpire la buona mousmé, penetra in quei dolcissimi occhi, sulla bocca dove poco prima si è posato fremente e impossente
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