. Il quale appare sempre troppo povero di «valori pittorici», come tradito dalla stessa sua pittura; eppure gravido di suggestioni, esasperato e
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punto di partenza dell’artista è, questa volta, il vero oggettivo. Ma il visitatore, sulle prime non ammette che un povero gatto che addenta un uccellino
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povero», da «Interno con figure» (1935) della Coll. Biagiotti a «I girovaghi» o «Cantastorie», da «I frati» o «domenicani» a «I giocatori di toppa
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’astrattismo. Ci domandiamo intanto se in questa sua rarefazione geometrizzante di oggetti e di figure egli appaia più libero o più povero che non ai tempi
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