— Sono lo Stracciarolo, per servirvi, — disse l'ornino che aveva bussato alla porta, levandosi il cappello. Aveva una lunga barba, e un vestito tutto
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erano scomparsi. Sulla tavola c'era un soldo bucato. — Bellissima! Bellissima! — chiamò Caterí. Aprí la porta e guardò, ma non c'era nessun ornino sulla
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Caterinuccia, col suo soldo in mano. Poi ebbe paura della strada vuota, richiuse la porta e accese la candela. Proprio allora si sentì: Toc, toc! ma
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freddo, e vi fece molte cuciture col filo nero. Però il vestito rimase sempre alquanto strappato. Uscirono, lasciando la porta socchiusa. Caterí
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servetta le meravigliava. — Porta sempre un fazzoletto in testa, — continuava la Regina, — e ubbidisce sempre. Ma è sempre un po' triste. — Forse non
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straordinario che aveva compiuto con Tit. Ella andò a guardare anche la casa di Rosetta; sulla porta era scritto: Signora Rosetta in una targa di ottone lucido
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mia bella farina? — e gli sbatté la porta in faccia. « La prima è andata male, ma la seconda andrà meglio », pensò il signor Negretti. E si presentò al
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Quando suona i nostri vicini corrono a sentirlo e ognuno gli porta qualcosa da mangiare, da bere o da vestirsi, così ogni volta Aziz se ne va via con
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Improvvisamente la macchina parte e si porta via la borsa dritto sul tetto, come l'insegna di uno strano taxi. Il guidatore non si è accorto di nulla
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davanti alla porta, in corridoio. La mamma pensa sempre a tutto. Ecco, sono pronto. Esco nella nebbia del mattino. Arrivo davanti alla scuola, ma il
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a Novara, nel quartiere di Sant'Agabio. È più povero di noi. Vive e dorme in una casa con una porta di lamiera. La lamiera si accartoccia in un punto
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impazzire. Un giorno è venuta a bussare alla nostra porta. Ero a casa da solo. - Sono venuta a chiederti dove fai la pipì — ha detto con la sua
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e si spengono. La porta si apre e io mostro la borsa alla mamma di Maristella, che quasi sviene per l'emozione. Comincia subito a dire dov'era, l'ho
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