carabine e fucili, precipitavano la loro fuga nella Lungara verso Ponte S. Angelo e vi furono spinti persino oltre il ponte. Ma questo era infilato da
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macchinalmente le tre pietose. Tutte avevano fatto parte di quel popolo che per un pezzo vittorioso, aveva inseguito i mercenari sino al ponte S. Angelo e
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chiamato alla difesa della pericolante metropoli delle nazioni e pugnò contro i discendenti di Brenno; e tinse del suo sangue il granito del ponte ove
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trasportò nella prima casa accanto al ponte ma giuntavi la soldatesca, il prode amante di Camilla vi fu trucidato e fatto a pezzi. Ugual sorte ebbero
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bravamente affrontata la mitraglia sul ponte e s’era poi col popolo ritirato nel lanificio. Di qua però era immediatamente partito, perché Giulia, lo
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Tevere parte del Tevere egli stesso. E il canale esisteva davvero, ma la porta metteva invece in un sotterraneo, a traverso un ponte costrutto sul
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solo difese il ponte contro l’esercito di Porsenna. Egli aveva questo di particolare, oltre il valore che lo ravvicinava all’antico eroe: gli mancava
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