Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il romanzo della bambola

222190
Contessa Lara 22 occorrenze
  • 1896
  • Ulrico Hoepli editore libraio
  • Milano
  • paraletteratura - romanzi
  • UNICT
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soave, e poi ogni sorta di frutta secca: susine, noci, nocciuole, mandorle, fichi, in tanti canestri di vimini posti in fila come per una parata. Le

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, bisognava aver pazienza e coraggio; anche perchè a vincere la sorte non è capace neppure chi ha cento mezzi di combattere. - Poi poi, più della morte, la

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d'Orlando; ora, poi, il soggiorno dei campi faceva il resto. - Vedi un po' come si sta benino, tra questa buona gente! - osservava la Giulia, con la

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della China color limone; poi un'altra veste di raso viola guarnita di pizzi crema; un'altra tutta bianca, che pareva un bioccolo di neve; e ancóra de

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povero paladino da teatrucolo. Là, anzi, disprezzava tutti. Non esisteva un principe degno della sua manina inguantata di bianco. Poi avea pensato a

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accappattoio di crespo della China color limone; poi le tolse di capo la reticella, le disfece le trecce, ma per quanto si provasse e riprovasse, non seppe

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malanno: una gastrica per indigestione, aggiungendo che la bambina doveva per un pezzo dimenticarsi che paste e confetti esistono, e guardarsi poi sempre

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ostacoli, ballava la polka, camminava ritto su le zampe di dietro, s'inginocchiava; poi quando ella era discesa, faceva il morto. - Shake hand

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di preferenza le labbra. Poi gli offrì parecchie palle di zucchero su la palma della mano ben tesa. Il Moro accettò ogni cosa, dimostrando d'essere

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Poi apriva il baulino e vi sceglieva un abito, un cappello, un manicotto, calzette di seta, lucide e morbide, gonnelline tutte pieghette e pizzi

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, dichiarandola troppo buona per la figliuola, poi la metteva da parte per sè, meno le scarpe, le calze, e altre cosette che non si adattavano in nessun

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, stropicciare, lavare, un po' per tutto. Poi si lavava e pettinava per sè; e dopo ripassate le lezioni del giorno se ne andava a scuola. - Non importa se non

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quest'altro. Poi non ha soltanto questo vestito; ha un ricco guardaroba; adesso glie lo mostro. Vede? Un abito da corse, di seta scozzese, col cappello grande

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soldo I'una. Camilla scelse la più bella: un bocciòlo appena schiuso, ch'esalava un profumo delizioso; poi salì a due a due i gradini di casa, col

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che mai. Poi si coricò, dopo aver pregato più del solito. La Giulia, inerte sur una seggiola, la guardava meravigliata che la lasciassero lì a quel modo

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si strinse nelle spalle e fece il viso di chi si stupisce; poi rispose: - Le dico la verità, a me, finora, non m'ha dato nell'occhio. La direttrice

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hai paura, dimmi? Camilla accennò di no col capo, poi disse gravemente: - C'è l'angiolo. Liberata confermò: - Sicuro che l'angiolo ti guarda, bella mia

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l'uomo. Poi soggiunse: - Quello che vi posso dire ancora gli è che non ho tempo da perdere. Se vi conviene è così, se non vi conviene, tutti pari

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, la Giulia stette dentro un cassone, tra un tanfo di muffa che ammorbava la poca aria circolante nel retrobottega. Presa che fu poi dalla sua nuova

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braccio poi per l'altro, per farla voltare, ma inutilmente; infine, la prese per il mento e la guardò a forza in viso. - Che hai? Voglio saperlo

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usciva fuor delle quinte, tutti tacevano: si sarebbe sentita volare una mosca. Io poi, non faccio per dire, ero proprio il beniamino del pubblico. Mi

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sento che per Angelica avrei fatto non so che cosa! Lei non si meritava nulla, questo è vero, ma in somma... - Era poi bella di molto, codesta Angelica

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