Gli ho lasciati in chiesa. Quella messa non finiva più... Ero in pensiero, lana.
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Il peggio é che non le si può più ragionare del matrimonio!
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Che dicono le fave, massaio? Non ne corrono più di quelle bone d'una volta!...
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.... Non vi guardo più!
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Vediamo chi è più forte!
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Ho... che non ne posso più!...
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(da sè, con gran meraviglia e più grande piacere)
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(sempre più insinuante).
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matrimonio, colui che pareva più bianco della neve, diventa più nero della pece!
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Che vuole? È inutile... Non ci si può pensare più!... Il mondo è finito per me!... Se ne cerchi un'altra!... È finito!... Lasciatemi piangere
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Non mi sente!... Non m'ascolta!... L'ho pregata tanto!... No! No!... Non posso più pregare!...
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Che, ne so?... Lasciatemi in pace... Non mi dite più nulla...
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La gente non ci crede più alle stregonerie... Andiamo, Nedda!... Andiamo, Mastr'Antonio! Vi faccio ridere... Una volta gli dissi: - È vero, Don
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Nessuno..... Non voglio più, maritarmi!... Vedete mia sorella?... Non voglio più maritarmi...
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Non voglio più maritarmi!...
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Credevo che non ci pensaste più, che vi avevate già messo il core in pace...
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Sì, Nino!... Non sono più... io!
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No, Nino! Non sono più degna di voi....
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Ah! Per ciò non volevi più vedermi? Per ciò non mi davi più retta?... Sbagli, lana!... L' hai sbagliata!... Voglio vederlo questo matrimonio... E poi
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Più ce n'è, meglio è.
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O comare Santa, che va in chiesa quando non c'è più nessuno!
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Vado qui vicino. Che te ne importa? Meglio sarebbe per te che non tornassi più.
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Vado per un servizio, madre. Non ne posso fare a meno. Datemi la chiave del cancello, che esco dall'orto per far più presto. E voi, madre
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(sempre di più in più smarrita)
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11 settembre. No, la Parola non esiste! Esistono delle parole, degli accozzamenti di sillabe, delle successioni di suoni più o meno rapidi, che
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Sera. M'inganno ancora. La parola scritta risponde più imperfettamente all'espressione del pensiero. Parlando, si è più ingenui, più fedeli, più veri
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18 ottobre. Nelle grandi emozioni, nei dolori cocenti, nelle gioie profonde, si è muti. Le parole scorrono più abbondanti, più facili, quando il
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«L'Autore ha facoltà di intuire e cogliere la vita borghese con ischiettezza. Bel saggio n'è la descrizione di una festa da ballo; - più bella
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La dama bianca. Sempre nella collezione Semprevivi che s'abbella dei nomi più conosciuti e più cari al pubblico italiano, appartiene questo racconto
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E' inutile: questo gran mago che risponde al nome di Arturo Olivieri Sangiacomo possiede l'inestimabile merito di interessare al più alto grado i
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Alle fantasie più vivaci, alle immaginazioni più ardenti, ai temperamenti più sensibili e più curiosi, alle anime più mobili e più inquiete, alle
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Come se non c'era più nulla in casa?
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Fuori di casa mia non c'è più nessuno del mio sangue.
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Non siete più bambine, da aver paura di vostra madre!
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(insieme, più coi gesti che con la voce, parlando verso il fondo)
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Speriamo! Speriamo!... Si sono viste guarigioni in casi più disperati...
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Io vorrei un po' sapere se può darsi una stravaganza più grossa di questa...
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Proveremo più tardi, per il Rosario...
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Credi!... Io posso meno di voialtre... Con me è più severa che con voialtre...
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Io? Io no, sorella mia!... Prova tu, che ti dimostra un poco più di confidenza.
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Non so. Chi ci ha più pensato?
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spesso per sentire poi più amaramente tutta la disperazione del disinganno. «No! lo sento... il suo cuore non può più rinascere per me! Egli tenta
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più morta che viva.
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Non ve ne importa più di me?... Non vi fanno più nulla le mie parole?... Mi vedete in che stato sono?
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Ho le gambe rotte!... Non mi reggo più!
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lasciandosi cadere sulla scranna, più morta che viva.
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a voce ancora più bassa, quasi gli costasse di continuare sullo stesso tono leggero.
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Come tutti gli altri, nè più nè meno, e colla stessa fortuna, volete dire!
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Oh, marchesa, non la prendiamo più su quel tono! Non ci reggo più! Vuole che non la secchi altro? Che lasci Roma, una buona volta?
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come sopra, accentuando ancor più l'aria sarcastica.
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